Roma, 8 dicembre 2014
NUMERI IDENTIFICATIVI:
NON LO PERMETTEREMO MAI!
Lettera Aperta al Segretario Generale del Silp per la Cgil
Carissimo Daniele Tissone,
sento la necessità di scriverti e di partecipare il mio pensiero a tutti i colleghi perché credo che quello che hai fatto alla nostra categoria e a coloro che stanno per strada sia una cosa estremamente grave e inaccettabile. C’è un progetto di legge in Parlamento, in questo momento al vaglio del Senato – una vera e propria mascalzonata -, che vuole inserire l’obbligo dei numeri identificativi sulla divisa dei colleghi. Daniele, sai perfettamente che questo strumento non è né di verità né di giustizia e serve soltanto ai mascalzoni del disordine pubblico, ai professionisti delle piazze sfasciate per cercare di rimescolare nel torbido. Noi abbiamo chiesto le videocamere che superano il problema della trasparenza e danno la massima garanzia a tutti per il nostro operato, noi abbiamo parlato di "operazione verità e giustizia", invece in questo modo voi lavorate contro la giustizia, contro la verità e contro i colleghi. Nel progetto di legge è previsto addirittura che noi non possiamo utilizzare strumenti "non previsti o autorizzati" e ho motivo di pensare – magari con lo zampino del Dipartimento - che questo sia un modo per contrastare la nostra iniziativa delle Spy Pen. Ma come? Un mafioso, un criminale comune o un manifestante violento possono liberamente registrare quel che facciamo, i video finiscono nelle aule di tribunale e magari sui media modificati, tagliati e strumentalizzati per darci in testa. A noi invece si vorrebbe negare la possibilità di video registrare a fini di giustizia e verità?
E questo con la collaborazione del Silp per la Cigl? Mi vergogno profondamente per voi, ci state mandando al macello con questo appoggio alla proposta degli alfanumerici. In tv mi sono confrontato recentemente con l’ex no global Casarini, che ora campa di comparsate sui media: anche lui, come te, pretende i numeretti e non vuole le telecamere.
La sua intenzione del resto è chiara. Con gli identificativi basterà una denuncia, vera o falsa che sia, per portare un poliziotto in tribunale. In caso di falsa denuncia, che si scoprirà solo in seguito, nessuno potrà essere punito perché ricadrebbe nel cosiddetto "errore scusabile" previsto dal nostro codice penale. Intanto però, caro Daniele, i miei e anche tuoi colleghi sarebbero costretti a pagarsi le spese legali, a essere "sputtanati" con gravi conseguenze anche per le proprie famiglie, a subire provvedimenti disciplinari con effetti immediati sul piano professionale ed economico.
Sei un sindacalista preparato e queste cose le sai. Bisogna, amico mio, che ritrovi la retta via perché così non si fa.
Ribadisco: qui nessuno chiede impunità o scontri per le nostre responsabilità. Qui chiediamo solo verità e giustizia.
Questi invece, anche purtroppo col tuo avallo, vogliono solo schedarci e mandarci al macello.
Sia chiaro. Noi del Sap non lo permetteremo.
Mai.
Gianni Tonelli
Segretario Generale SAP
Doppia fregatura nella legge di stabilità
La legge di stabilità contiene una fregatura colossale per i Poliziotti, soprattutto in materia pensionistica, con un danno di 400/700 euro per i colleghi interessati che arriva anche a 1.500 euro per i questori. Non solo.
C'è anche una "rapina" al nostro fondo sociale, la nostra mutualità, quella che alimentiano ogni mese con i nostro stipendi: 50 milioni di interessi attivi che vengono distolti a favore delle casse dello Stato, tolti alle nostre cessioni di stipendio agevolate Inps ex Inpdap, ai nostri prestiti e ad altre forme di assistenza come le cure termali.
Di chi è la colpa? Per fortuna le carte parlano chiaro. La consorteria, lo scorso 17 ottobre, nel roboante comunicato congiunto ancora presente sui loro siti che confermana lo sblocco del tetto retributivo, ha snocciolato un lungo elenco di "già approvato e finanziato", omettendo con coscienza e volontà di dire quel "finanziato" era in realtà "auto-finanziato" direttamente dalle tasche dei colleghi.
Addirittura, invitando noi del SAPpinocchio al pubblico confronto, ha ipotizzato la "presenza di un politico della maggioranza di Governo che ha lavorato con noi della 'consorteria' ". Dunque - sono loro a dirlo - il patto a danno dei colleghi è stato siglato direttamente da Siulp & soci, sono loro stessi ad averlo detto e scritto.
Di seguito, un approfondimento sulla questione pensioni.
PENSIONI
La Legge di Stabilità 2015 rivede in negativo il calcolo delle pensioni
Art. 44 bis (ora Art. 3 commi 61-63)
Misure in materia di trattamenti pensionistici
1. All’articolo 24, comma 2, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, è aggiunto, in fine , il seguente periodo: " In ogni caso, l’importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l’applicazione delle regole di calcolo vigenti prima dell’entrata in vigore del presente decreto computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa"
E’ passata positivamente all’esame della Camera dei Deputati una modifica alla Legge Fornero (art. 24 D.L. 201/2011 convertito con modificazioni con L. 214 del 22 dicembre 2011) che porterà per molti appartenenti alla Polizia di Stato un danno economico non indifferente ai fini del calcolo della rendita pensionistica. Di cosa si tratta.
La riforma Fornero aveva fatto si che a partire dal 1 gennaio 2012 tutte le pensione fossero determinate con il sistema contributivo e ciò valeva anche per coloro che avendo maturato diciotto anni di contributi al 31 dicembre 1995 si vedevano determinata la pensione con sistema retributivo.
In buona sostanza il provvedimento che ora dovrà essere approvato al Senato della Repubblica riguarda tutti coloro che sino al 2011 si sarebbero visti determinare la pensione con il sistema di calcolo retributivo. Per chi ha prestato solo servizio nella Polizia di Stato si tratta di chi si è arruolato prima del dicembre 1980.
Tale personale che dal 2012 aveva continuato a maturare la pensione con il sistema contributivo si vedrà decurtata tutta la parte eccedente il superamento la misura della pensione determinata sul massimo della base pensionabile ovvero dell’80% delle ultime retribuzioni.
In soldoni vi sarà una perdita sulla pensione per ciascun anno lavorato dal 2012 in poi di circa 25-40 euro netti medi al mese.
Inoltre, va ricordato che tale personale accedendo alla pensione con il requisito della vecchiaia, ovvero al raggiungimento dei 60 anni di età, non potrà più ricorrere al cd. "moltiplicatore" che comporta ai fini del calcolo della pensione un incremento del montante contributivo di cinque volte.
Questo significava al raggiungimento della pensione di vecchiaia un ulteriore incremento medio da 150 a 250 euro medi circa.
Possiamo stimare che per molti il danno sulla pensione sarà complessivamente di circa 400-700 euro.
Quando la norma in argomento sarà varata, coloro che si vedranno determinare la pensione con il solo sistema retributivo, appena raggiunto il diritto alla pensione non avranno più alcuna possibilità di incrementare la loro rendita previdenziale e pertanto, una volta assimilato lo "sblocco del tetto salariale" sulla retribuzione, la loro pensione potrà aumentare solo se vi saranno ulteriori incrementi retributivi importanti che possono derivare unicamente da contratti di lavoro o eventuali progressioni di carriera. Tutti sappiamo che prima del 2018 contratti non se ne vedranno e il Riordino delle carriere è più lontano che mai dopo che le risorse da accantonare a tale scopo sono state nuovamente assorbite anche da questa legge di stabilità.
Di seguito una proiezione del danno provocato da questa norma.
Vengono proposti tre esempi nei quali si ipotizzano tre fasce di reddito 28.000 euro (Assistente Capo), 35.000 euro (Sovrintendente Capo) e 42.000 (Ispettore Capo) e che tale retribuzione sia stata percepita costantemente per ogni anno di servizio. Inoltre, si deve tenere presente che al montante contributivo vengono applicati dei coefficienti di conversione legati all’età anagrafica. Sino all’età di 57 anni il coefficiente è sempre il medesimo dopodiché aumenta in modo progressivo.
Inoltre al raggiungimento della pensione di vecchia viene applicato il cd. "moltiplicatore" previsto dall’art. 3 del Dlgs 165/97 .