Roma, 27 ottobre 2014

 

 

Giù la maschera

Editoriale del Segretario Generale

...E la Fata Turchina disse: "le bugie hanno le gambe corte".

Così è stato, purtroppo per voi, cara Consorteria. I tempi non sono stati quelli previsti e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato prima del 31 ottobre la Legge di Stabilità con un notevole anticipo rispetto a quanto preventivato.

Sono due mesi che ci offendete indicandoci come dei bugiardi, partigiani e mistificatori solamente perché avevamo fondati motivi per ritenere che lo sblocco del tetto salariale si accompagnava, per certo, ad una fregatura per i colleghi.

Si, una fregatura, se non più di una.

Eravamo sospettosi nei riguardi del Capo della Polizia e di quelle del Ministro Alfano che, perentoriamente e con certezze divine, garantivano il tutto OK per l'abolizione del tetto salariale senza però mai dare risposta ai nostri quesiti: a quanto ammonta la somma a disposizione, da dove provengono i fondi, come verranno distribuiti, oltre a chiarimenti in merito al destino giuridico dei quattro anni di sospensione.

I nostri sospetti erano rivolti anche nei vostri confronti cara Consorteria, per il semplice motivo che sfacciatamente dispensavate "urbi et orbi" rassicurazioni e certezze.

I nostri sospetti si tramutarono in certezza dopo l'incontro a palazzo Chigi con il Premier Renzi il 7 ottobre scorso. In quella sede infatti non ottenemmo alcuna rassicurazione e Voi, cara Consorteria, usciste dal palazzo con una strombazzante banda al seguito, corone d'alloro e la pretesa di transitare sotto l'arco di trionfo...... e pensare che ci avevano licenziato solamente con un pugno di promesse sotto forma di mosche.

Come potevate essere in buona fede se non avete chiesto neppure un numero?

Come potevate essere in buona fede se dopo la presentazione della Legge di Stabilità del 15 ottobre siete usciti subito inneggiando soddisfatti per la vittoria ottenuta mentre tutti gli analisti di settore e i più qualificati quotidiani economici certificavano la fregatura da noi ipotizzata?

Come potevate essere in buona fede se in continuazione vomitavate addosso, a noi del SAP, ogni spregevole invettiva solamente perché nutrivamo dei dubbi?

Ma le bugie hanno le gambe corte e la vostra maschera è stata spazzata via dalla intraprendenza di Giorgio Napolitano. Adesso avete un grosso problema.

Come riuscirete a giustificare alla comunità interna le panzane raccontate?

Dimmi, caro Felice, cosa ne dici ora della apologia alla finanziaria in cui ti sei cimentato a Radio Radicale durante il nostro confronto che tutti possono ascoltare collegandosi al sito del Sap?

Ripetevi continuamente: tutto a posto, tutto bene anzi benissimo per non dire benissimissimevolmente...

Cosa dire poi della tua lunga fila di "APPROVATO E FINANZIATO...., APPROVATO E FINANZIATO...., APPROVATO E FINANZIATO....., APPROVATO E FINANZIATO..."?

Panzane, tutte panzane e, a quanto pare, l'unico che ha detto la verità è il SAPPINOCCHIO 2.0.

Ora vi state consumando le unghie per arrampicarvi sugli specchi nel tentativo di uscirne, ma l'impresa è titanica e qualche mazzata da parte dei colleghi vi sta meglio di un vestito nuovo.

Questo è un film che il SAP ha, purtroppo, già visto con il Riordino delle carriere del 2006, quando per motivazioni esclusivamente politico-elettorali avete mandato al macero al Senato, nell'ultima settimana di legislatura, una riforma dei ruoli e delle qualifiche già approvata dalla Camera dei Deputati che stanziava, tra l'altro, 960 milioni di euro.

Bene, bravi ed oggi, purtroppo, il bis.

Caro Tiani e cara La Spina è inutile che, sorpresi con le mani nella marmellata, il giorno 23 ottobre in un comunicato vi dichiarate basiti per l’inaspettata marcia indietro del Governo nonostante le ampie rassicurazioni del 7 Ottobre sullo "sblocco delle classi e degli scatti per i dirigenti di pubblica sicurezza che avrebbe consentito lo sblocco del tetto salariale".

Quello che affermate è FALSO.

Renzi prima e Alfano poi, nel corso,dell'incontro del 7 ottobre non hanno dato alcuna rassicurazione recitando unicamente la formuletta che intende dire tutto e allo stesso tempo niente: "Con la Legge di Stabilità supereremo il tetto posto dal DL 78 del 2010".

Non solo. Ti ricordo, caro Tiani, che tu e il tuo amico Romano, come il gatto e la volpe, oggi oserei dire come il "gatto e il gatto", vi siete divertiti a dileggiarmi pubblicamente per il solo motivo che non mi accontentavo di una pacca sulle spalle e una manciata di lenticchie, ma insistevo nel chiedere cifre e chiarimenti.

Scusatemi, Tiani e Romano, come fate a convincere la comunità interna della vostra buona fede se lo stesso giorno, ossia il 23 ottobre, vi siete dichiarati, con un comunicato, "basiti per il mancato rispetto degli impegni sul tetto salariale" e, contestualmente, sempre lo stesso giorno, avete scritto in un altro comunicato finalizzato indirizzato a denunciare, anche se in netto ritardo, un tentativo di controriforma, che: "diamo atto pubblicamente al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’interno ed al Governo di aver mantenuto l’impegno solennemente assunto, grazie al dialogo finalmente stabilitosi, pur dopo forti incomprensioni: come avevamo anticipato oggi è ufficiale, nel testo del disegno di legge di stabilità c’è lo sblocco del tetto retributivo e di tutti gli effetti dei meccanismi di progressione economica e di carriera" ?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?

Figli cari della Consorteria comprendiamo che vi sentiate una spanna sopra a tutti , ma i colleghi non sono né dei ciucci né scesi dalla montagna con la piena.

Io, comunque, nella mia veste di Sappinocchio e da protagonista diretto delle dinamiche descritte, non ho alcuna difficoltà a dichiarare che non credo alla vostra buona fede e neppure alle vostre buone intenzioni!

Io sono convinto che voi eravate perfettamente a conoscenza di tutti i contenuti della manovra economica, visto che, tra l’altro, erano pubblici e sapevate perfettamente che le tasche dei colleghi avrebbero rappresentato la principale fonte di finanziamento della abolizione del tetto salariale oltre ai numerosi tagli sui capitoli interni e alla soppressione di numerosi uffici.

I prossimi due mesi, carissimi colleghi, ci indicheranno cosa esattamente ci riserverà questa legge di stabilità, i vantaggi e le fregature che pare non siano poche.

L'iter di approvazione parlamentare della legge spero ci consentirà di intervenire per rimediare alle "malefatte" della Consorteria ma per ora possiamo unicamente fornirvi un assaggio relativamente a quanto ci "fregheranno" dalle nostre tasche per finanziare l'abolizione del tetto salariale.

Leggete il seguito a questo editoriale e meditate sul da farsi prima del 31 ottobre.

La maschera è caduta e il re è nudo.

NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA’

Solo una pillola: il prelievo dalle nostra tasche sarà di 800 euro...

E' di circa 800 euro annui, con una stima certamente al ribasso, il danno che la legge di (in)stabilità è destinato a provocare per ciascun collega.

Gli ultimi testi disponibili dell'articolato che arriva al vaglio del Parlamento dopo un tormentato percorso - e in assenza anche di varie coperture, come ha candidamente ammesso il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - lasciano purtroppo pochi dubbi e adesso soltanto le Camere potranno cambiare le cose con opporune modifiche che abbiamo già iniziato a sollecitare.

119 milioni di euro in meno sottratti al Riordino delle carriere suddivisi per i 400.000 componenti del Comparto Sicurezza e Difesa danno una cifra di 297,5 euro pro capite annuali, 74 milioni decurtati (su 100 complessivi cancellati dalla voce "spese") per l'ordine pubblico, 30 milioni volatilizzati dal capitolo per le nostre indennità della (Polizia di Stato) confermate dal Dipartimento, porteranno ad una perdita media di 315 euro annui per ogni collega. Si tratta di cifre relative al Viminale e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza confermate da autorevoli quotidiani come il Sole 24 Ore. Senza contare che con l'ulteriore proroga del blocco contrattuale saremo penalizzati anche per l'indennità di vacanza contrattuale che resterà invariata indipendentemente dall'andamento effettivo dell'inflazione programmata .

I Dirigenti poi si vedranno ancora bloccati classi e scatti, senza contare la mancata promozione il giorno prima della pensione. Insomma, quando abbiamo parlato di 800 euro annui in meno tolti dalle tasche dei poliziotti abbiamo sicuramente mantenuto un basso profilo. Solo i colleghi dei Reparti Mobili, con 74 milioni in meno proprio per l'ordine pubblico, rischiano un danno pari alla cifra percepita come Fondo produttività, anch'esso a rischio.

Il tetto salariale sarà sbloccato, ma a quale prezzo? Un Assistente divenuto in questi anni Assistente capo percepirà l'aumento legato alla sua nuova qualifica, ma alla fine dell'anno i soldi in tasca saranno complessivamente meno per via dei citati tagli.

Ancor più penalizzati tutti i colleghi che hanno da 0 a 4 anni di servizio, da 21 a 27, da 31 a 32 o superiori a 36. Gente che non percepirà aumenti da avanzamenti di qualifica o che ha già maturato tutto ciò che c'era da maturare, anche per quel che riguarda l'assegno di funzione ma sarà comunque chiamata a contribuire al finanziamento dell'abolizione del tetto salariale.

Ci fa piacere vedere anche nei "paladini" di questa manovra finanziaria, in coloro che fino a pochi giorni fa decantavano le magnifiche sorti e progressive di una legge di stabilità che avrebbe dovuto far piovere uova d'oro sulla testa dei colleghi, qualche cenno di nervosismo e cedimento. Non ci riferiamo solo al confronto con la Consorteria andato in onda su Radio Radicale nei giorni scorsi, che ognuno di voi avrà sentito o potrà ascoltarsi attraverso il nostro sito, giudicando oggi più che mai chi racconta fesserie ai colleghi per salvare le proprie tessere in vista del 31 ottobre e chi invece non teme di dire le cose come stanno.

Quel che viene fuori è ancor più grave e, da sbirri, crediamo che molti indizi comincino a fare prova. Una settimana fa, sul nostro Flash, nell'attenta analisi dell'Ufficio Studi della Segreteria Generale SAP relativa alla legge di stabilità, così scrivevamo, commentando alcuni commi del famigerato articolo 21: ART. 21, COMMI 13 e 14: 13. "Al fine di corrispondere alle contingenti esigenze di razionalizzazione delle risorse disponibili e di quelle connesse all'espletamento dei compiti istituzionali delle Forze di polizia, in relazione alla specificità ad esse riconosciuta, nelle more della definizione delle procedure contrattuali e negoziali di cui all'articolo 9, comma 17, del decreto legge 31 maggio 2010, n.78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n.122, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, in deroga a quanto previsto dall'articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002, n. 164, sono avviate le procedure per la revisione dell'Accordo nazionale quadro stipulato in attuazione dell'articolo 24 dello stesso decreto, con le modalità ivi previste.

14.Ai fini dell'attuazione di quanto previsto dal comma 13, la revisione degli Accordi nazionali qua-dro, da stipulare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, deve tenere conto del mutato assetto funzionale, organizzativo e di servizio, derivante in particolare:

a) dal mancato adeguamento degli accordi sindacali in relazione al blocco dei rinnovi contrattuali a partire dal 2009, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 9, comma 17, del decreto-legge 31 maggio 2010, n.78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n.122 b) dalle misure di contenimento della spesa pubblica previste dai provvedimenti in materia finanziaria dall'anno 2010, con particolare riferimento a quale del parziale blocco del turn over nelle Forze di polizia ed alla conseguente elevazione dell'età media del personale in servizio."

COMMENTO: Si profila una revisione degli accordi nazionali quadro da avviarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore della Legge di Stabilità (e da stipulare entro 3 mesi), che dovrà tenere conto:

A) del mancato adeguamento degli accordi sindacali in relazione al blocco dei rinnovi contrattuali (quindi presupposti più stringenti per il pagamento delle indennità accessorie ivi previste, quale cambio turno, reperibilità, ecc.);

B) delle misure di contenimento della spesa pubblica previste dalla manovra finanziaria del 2010, con particolare riferimento al parziale blocco del turn over e al conseguente innalzamento dell’età media del personale in servizio (rimodulazione, ad esempio, dell’art. 12 del vigente ANQ che oggi limita l’impiego del personale ultracinquantenne).

ART. 21, COMMA 15: "Dalla data di entrata in vigore della presente legge l'impiego del personale con orari e turni di servizio in deroga a quelli previsti dagli accordi in vigore, per esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e di prevenzione e contrasto della criminalità, è disposto solo con informazione alle organizzazioni sindacali firmatarie dell'Accordo nazionale quadro, indipen-dentemente dalla durata del medesimo impiego".

COMMENTO: Cosi formulata si tratterebbe di una lesione gravissima dei diritti del personale.

In pratica, mentre oggi l'Amministrazione per attuare un orario in deroga (ex art. 7, comma 6, del vigente ANQ) deve avere l'assenso PREVENTIVO dei sindacati che rappresentano la maggioranza assoluta (50%+1) del totale degli iscritti nella provincia, con questa disposizione l'orario potrà essere adottato autonomamente dall'Amministrazione con la sola previsione di un’informazione alle OO.SS.

Inoltre, oggi i cd. orari in deroga sono vincolati a comprovate e specifiche esigenze, anche locali, mentre sarà possibile per l’Amministrazione disporli per generiche esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e di prevenzione e contrasto della criminalità, casistica in cui è possibile far rientrare, senza fare sforzi, tutti i servizi espletati dal personale della Polizia di Stato. Infine, mentre l’art. 7, co. 6, del vigente ANQ circoscrive l’adozione di tali orari in deroga a periodi determinati, qui non si fa cenno alcuno ad eventuali limiti temporali dell’impiego "in deroga".

Dopo una settimana e scopiazzando ben bene la nostra analisi - tranquilli, non chiederemo diritti d'autore - la Consorteria è uscita dal letargo con un pomposo comunicato a firma del cartello: "No alla controriforma della pubblica sicurezza". Lutero stesso si rivolterebbe nella tomba. Parlavamo poc'anzi di indizi.

Non è che qualcuno, nelle segrete stanze, magari s'è accordato per uno sblocco del tetto salariale (pagato comunque con le tasche dei colleghi) in cambio di una compressione forte e inaccettabile dei diritti del personale, soprattutto per quel che riguarda gli orari di servizio, che come SAP abbiamo denunciato già sette giorni fa? Non è che ora si cominciano ad accorgere che l'hanno fatto grossa e tentano di uscire dal cul de sac in cui sono finiti?