Roma, 29 settembre 2014
Convocazione a Palazzo Chigi il 7 ottobre
Tagliamo la nebbia!
Successo ASTENSIONE: i colleghi sono con noi
editoriale della Segreteria Generale
Certo non è facile gestire un momento delicato come quello attuale.
Il terreno è paludoso e ricco di insidie. C'è chi ha interesse a sparigliare le carte e chi deve prendere tempo.
Se non vogliamo "perdere la bussola" dobbiamo attenerci
scrupolosamente ai fatti oggettivi che gli eventi mettono a nostra disposizione.
Nel fare ciò partiamo dalle ultime dichiarazioni del Ministro Alfano in
audizione alla Prima Commissione della Camera:
Roma, 24 SET - «Il merito di questo Governo sarà quello di
sbloccare i tetti salariali per le forze dell'ordine.
I soldi necessari li troveremo e non intendiamo provvedere dall'1 gennaio 2015,
ma anche comprendere i mesi finali del 2014».
(fonte Agenzia Omniroma)
La lettera della parola è inequivocabile: "i soldi necessari li troveremo". Significando, senza ombra di dubbio, che le risorse allo stato non ci sono e dovranno essere reperite.
Possiamo considerare apprezzabile la promessa ma, di queste negli ultimi mesi ne abbiamo ricevute in abbondanza e - tanto per rispolverare la memoria - vorrei ricordare quelle in campagna elettorale dello stesso Ministro Alfano relativamente non solo al tetto salariale, ma anche alla riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro e alla legge delega sul riordino delle carriere.
Cosa dire poi delle promesse "agostane" del Ministro Pinotti in Parlamento e dello stesso Alfano su Twitter, poi smentite ufficialmente dal Ministro Madia? In tale contesto non sono da meno le affermazioni del Capo della Polizia perentoriamente smentite dallo stesso Alfano:
VERONA, 18 SET - «Il problema dei salari è risolto». Così il capo della Polizia, Alessandro Pansa, sull'accordo raggiunto ieri dal governo e dai sindacati delle forze dell'ordine. «È un'intesa che ci fa ben sperare» ha ribadito Pansa oggi a Peschiera del Garda. (fonte Agenzia Ansa)
Secondo voi, cari colleghi protagonisti passivi di questo teatrino, possiamo dormire sonni tranquilli relativamente alle nostre "auree" prospettive economiche? Io neppure un po' e questo non tanto per diffidenza o strumentalità, ma perché sono gli stessi protagonisti attivi a suggerirmelo: i soldi non ci sono ancora e questo è il primo problema.
Tetto stipendiale: le risorse ci sono o ci stanno prendendo
in giro?
Secondo problema: se la copertura finanziaria si riesce a
reperire, da quando lo sblocco entrerà in vigore? Dal primo di gennaio o prima?
Anche perché, facciamo fatica a considerare attendibili le dichiarazioni del
Ministro Alfano se prima fa riferimento al 31 dicembre e poi il giorno 23
settembre parla di includere i mesi finali del 2014 (?!?!?!?).
Terzo problema: il tetto salariale verrà eliminato in una unica soluzione o, come voci meritevoli di considerazione, a step, liquidando prima le spettanze relative alle promozioni e successivamente quelle relative agli assegni di funzione?
Quarto problema: i quattro anni di "stand-by" come saranno considerati? Si tratterà solamente di una perdita economica o come - sostiene la circolare (senza alcun potere normativo) del Mef - anche di una sospensione normativa che ritarderà, agli aventi diritto, la corresponsione dei relativi trattamenti economici?
In altre parole se un collega matura il 10 gennaio 2015 i diciassette, i ventisette e i trentadue anni di servizio oppure i cinque anni per il parametro da Agente Scelto e a seguire tutti gli altri, accederà subito al diritto o dovrà attendere altri quattro anni sino al 10 gennaio 2019?
Quinto problema: ipotizzando che riusciranno a
trovare la copertura finanziaria è legittimo chiedersi da dove sono state
attinte le risorse?
Qualcuno potrebbe dire che ciò è irrilevante, ma non ci troverebbe d'accordo.
Voci autorevoli di addetti ai lavori, compreso l'On. Fiano componente della
Segreteria Nazionale Pd e responsabile sicurezza del partito, sostengono che
circa la metà della somma necessaria dovrà provenire da "pieghe" di bilancio"
delle varie Amministrazioni del Comparto Sicurezza.
Cosa siano queste "pieghe di bilancio" è difficile spiegarlo, ma è certo che sono soldi nostri significando che si dovrà tagliare ancora su vestiario, auto, pulizie, manutenzioni, ecc, come se l'apparato non fosse già al collasso. Pare pure che, comunque, si dovrà tagliare, come il documento di programmazione economica (oggi Def) aveva già indicato, in straordinari, buoni pasto, produttività (produttività collettiva, reperibilità, cambio turno, servizi resi in alta montagna, cambio turno reparti mobili), ecc.
Il gioco delle tre carte
Per sintetizzare possiamo dire che una parte di risorse le reperiranno realizzando una partita di giro sulle nostre tasche, ci toglieranno soldi da una e li metteranno nell'altra; un'ulteriore parte la reperiranno asfissiando ulteriormente l'operatività del nostro sistema frustrando la nostra funzione e il nostro desiderio di servire la collettività; infine un'ultima parte la reperiranno con un "blitz" finalizzato a chiudere un numero imprecisato di uffici di Polizia.
Quest'ultima questione è reale e potrete verificarla in quanto, oralmente, il Dipartimento della P.S. ha provveduto a richiedere ai dirigenti periferici - tra i quali i quelli responsabili dei compartimenti della Polizia Stradale, Ferroviaria e Postale - un parere scritto relativamente alla chiusura degli uffici indicati nella famosa "black list" della spending rewiev.
La manovra porterà un danno enorme ai colleghi che dovranno essere trasferiti e ai cittadini che, siccome non possono essere assoggettati ad un ulteriore aggravio di pressione fiscale, dovranno subire un taglio di servizi. Il nostro sospetto è che numerosi soggetti stiano operando al solo scopo di creare confusione e prendere tempo per arrivare al 31ottobre. Il SAP, per converso, desidera assumersi le proprie responsabilità prima di questa data affinché i colleghi possano essere messi nelle condizioni di giudicare il nostro operato. Noi non temiamo il giudizio perché con tutte le energie e con tutti gli strumenti a disposizione stiamo cercando di tutelare il personale e, a tal proposito, ci piacerebbe veramente un bel incontro in diretta streaming con qualche "altro" sindacalista.
Noi non abbiamo nulla da temere. Altri forse sì.
Astensione, un successo senza precedenti
Con orgoglio e senza tema di smentita posso dire che i colleghi, in maniera inequivocabile e incontrovertibile, ci hanno affidato un fortissimo mandato approvando la nostra linea di intransigenza. Ce ne siamo resi conto il 23 settembre, durante la clamorosa e storica astensione dal servizio che abbiamo attuato in tutti gli uffici e i presidi d’Italia assieme alla Consulta Sicurezza: un dato medio di partecipazione di oltre il 60 per cento rispetto alla forza disponibile, punte del 90 in qualche realtà come il Commissariato di Imola e addirittura del 100 x 100 al Commissariato di San Giovanni in Persiceto, migliaia e migliaia di colleghi che hanno preso parte alle oltre 700 assemblee programmate per tre ore in contemporanea su tutto il territorio nazionale e che hanno donato il sangue per compiere un nobile gesto di protesta.
Questi dati e questi numeri sono certificati. Lo sanno bene i colleghi che hanno vissuto e sono stati protagonisti della giornata ed è possibile, attraverso il nostro sito internet www.sap-nazionale.org, verificare con le immagini, i video, le agenzie e la rassegna stampa.
E in piazza ci resteremo fino al 7 ottobre con il nostro presidio a Montecitorio che è partito il 27 agosto, quando abbiamo manifestato in piazza del Popolo a Roma.
Il 24 settembre abbiamo anche ospitato una delegazione di colleghi che spontaneamente si sono ritrovati a protestare nella capitale e siamo stati ben lieti di averlo fatto.
Noi davanti alla Camera ci siamo e ci resteremo ancora, mentre il nostro Camper (#piazzapermanente) gira l’Italia per raccogliere firme e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della riforma della sicurezza e della riduzione delle Forze di Polizia. Non lasceremo nulla di intentato e non arriveremo seduti in panciolle all’incontro con Renzi, perché sarebbe una follia. Come partire sconfitti in partenza.
La Consorteria e il diritto all’oblio…
Ci sia consentita una postilla finale. Siamo lusingati dell’attenzione che la Consorteria ci dedica e ci fa piacere soddisfare il loro ludibrio, anche se credo che questa polemica interessi pochi ai colleghi. Invochiamo pertanto il diritto all’oblio, cara Consorteria. Dimenticateci e provate a stilare un programma e una piattaforma sindacale su qualche punto specifico e di interesse per i poliziotti, se ne siete capaci, che non sia quello di dileggiare, offendere e criticare la nostra sigla.
Anche perché il tetto salariale non l’abbiamo messo noi. Anzi. Ora siamo noi la vera prima linea in difesa dei diritti dei colleghi.