Roma, 23 giugno 2014

 

 

Grazie Presidente!

Editoriale del Segretario Generale

Carissimi colleghi,ricordate the nell'editoriale del 12 maggio scorso raccontai come, a mio modo, vissi e affrontai i primi giorni del ciclone applausi?

A tal proposito vi proporrei un "déjà vu" su alcuni, non casuali, passaggi del mio racconto:

Mercoledi 7 maggio

L'amico Luca Caprini, Segretario Provinciale di Ferrara, mi contatta e mi manifesta nuovamente la sua intenzione di restituire al Capo dello Stato l’onorificenza della medaglia di bronzo di cui e stato insignito per aver, a rischio della vita, salvato una persona dall’annegamento e il titolo di Cavaliere della Repubblica. L'amico Caprini era rimasto sconcertato dall’accaduto e in qualità di congressista SAP a Rimini desiderava attirare l’attenzione del Capo dello Stato sulle reali intenzioni dell’applauso, la strumentalizzazione e la falsità di particolari, foto e video. Tento nuovamente di dissuaderlo e, di fronte alla sua ferma determinazione, mi metto in moto per capitalizzare al massimo il gesto. Riesco ad ottenere le prime pagine di due quotidiani per il giorno a venire.

Giovedi 8 maggio

La lettera di Luca Caprini finisce sulla prima pagina de Il Tempo e di Libero. Gianmarco Chiocci e Maurizio Belpietro, i Direttori, hanno compreso la falsità e la strumentalizzazione della vicenda e hanno inteso farla comprendere ai loro lettori.

La comunità interna dei colleghi reagisce positivamente. I pochi scettici sciolgono le loro riserve e la stragrande maggioranza ha finalmente le idee chiare. Alcuni, persino, si adoperano per preparare "sformati alle ghiande" da offrire agli ignoti orditori, complici e profittatori.

Di tale vicenda oggi possiamo narrare una ulteriore puntata:

Sabato 21 giugno

II Questore di Ferrara, su mandato del Quirinale, ha restituito all'amico Luca Caprini la Sua medaglia di bronzo al valore civile e l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

La riconsegna dei titoli e onorificenze a stata accompagnata da una lettera della Presidenza della Repubblica nella quale il Segretario Generale della Presidenza ha confermato i sentimenti di riconoscenza e vivo apprezzamento per il lavoro svolto dall'Ispettore Capo Luca Caprini durante la sua più che onorevole carriera.

II Segretario Generale della Presidenza si sofferma, inoltre, sulle intenzioni del Presidente Napolitano finalizzate a stigmatizzare l’azione di chi tende ad alimentare un clima di diffidenza, se non di avversione, nei confronti delle forze di Polizia e specificamente della Polizia di Stato.

Anche la Presidenza della Repubblica, crediamo, oramai abbia compreso ciò che è realmente accaduto a Rimini al nostro Congresso Nazionale.

E' stato verificato che i filmati proiettati dalla televisione di Stato e poi slittati in tutto il circuito mediatico erano dei "tarocchi colossali" e lo era ancor di più il messaggio che si intendeva, con questi ultimi, veicolare.

Con questo gesto - senza intendimento di "tirare per la giacchetta" il Presidente Giorgio Napolitano – è stato certificato che nessuno ha mai inteso applaudire un crimine o una disgrazia e tanto meno mancare di rispetto al dolore della famiglia che ha patito un enorme dolore.

Caprini ha accettato con "riserva", nel senso che la finalità con cui ha agito era quella di fare piena luce sulla vicenda "applausi", ma il percorso non è ultimato. II Presidente Napolitano ha fatto un passo importantissimo, che interpretiamo come un gesto di apertura, ma questa opportunità dev'essere colta, a partire dai vertici del Viminale.

Certamente, riprendendo le parole del Quirinale, possiamo certificare che ci sono soggetti impegnati ad alimentare sentimenti di livore, animosità, sfiducia e disprezzo nei confronti della Polizia di Stato ed è facilmente riscontrabile che il SAP sta conducendo una battaglia solitaria in campo aperto contro il partito "dell'anti polizia".

Rimaniamo, però sconfortati quando rileviamo che - mentre chi ci odia è impegnato a tramare contro di noi - al nostro interno, non sappiamo se per stupidità o altro, prepariamo il terreno a chi ci vuole male.

La vicenda "applausi tarocchi" a una eloquente dimostrazione di quanto appena affermato: alcuni dei nostri "fratelli" sindacali (toccatevi) per primi si sono strumentalmente accaniti su di noi, forse perche invitati a ciò e forse perchè come ho già scritto, speravano "cainescamente" di spolpare qualche boccone dalla nostra carogna. Nel fare ciò, però, alimentavano una menzogna che diffamava non solo il SAP, ma l'intera Polizia e tutti i colleghi.

Cosa dire poi, sempre in materia di vocazione autolesionista, dei vertici del Viminale? Anche qui e tutto un programma!

Nel mio racconto pubblicato il 12 maggio scorso in più passaggi ho richiamato la incomprensibile e inescusabile inerzia di tutto il Ministero dell'Interno e del Dipartimento della P.S. nel verificare ciò che era realmente accaduto. Prima che noi del SAP, chiusi in congresso fino alle 23,00, ci fossimo resi conto della tempesta che era scoppiata e senza che nessuno, dai nostri piani alti, ci avesse interpellato sull'accaduto, erano giunte le insindacabili e inappellabili condanne dei nostri vertici:

prima quella del Ministro dell'Interno Angelino Alfano e poi quella del Capo della Polizia Alessandro Pansa.

Perche?

Volontario o involontario?

Interessato o per superficialità?

Preferiamo non anticipare risposte in quanto il nostro sarebbe solamente un parere, anche se fortemente supportato dai dati oggettivi della dinamica degli eventi, nella considerazione che saranno proprio i nostri vertici a fornirci la giusta chiave di lettura in proposito con i loro futuri comportamenti. Tutti noi conosciamo il codice etico dei galantuomini e siamo certi che nessuno mancherà di uniformarsi a questi disposti.

Un galantuomo prima di lanciare una accusa idonea a cagionare un danno a chicchessia verifica the il fatto sia reale e fondato.

Un galantuomo dopo aver ritenuto, in buona fede, che un "video tarocco RAI" potesse essere elemento sufficientemente affidabile a provare l'accusa, scopre, per contro, l'assoluta e incontestabile falsità di quest'ultimo si comporta di conseguenza: prende carta e penna e chiarisce di essere stato tratto in inganno da un falso elemento che si riteneva estremamente autorevole quale avrebbe dovuto essere un filmato proiettato dalla televisione di Stato.

Astrattamente parlando, il galantuomo dovrebbe pure scusarsi, ma questo non lo pretendiamo e lo lasciamo alla sensibilità dei singoli, ci basterà un caffè.

Sul primo aspetto pere siamo intransigenti in quanto, lasciando la sfera soggettiva sull'essere o meno galantuomini, vi sono doveri istituzionali in capo a chi riveste cariche di vertice dai quali non ci si può affrancare a cuor leggero.

Un personaggio di vertice ha il compito di tutelare l'Amministrazione che rappresenta e le donne e uomini che la compongono, la lora dignità, onorabilità e immagine.

Nella nostra vicenda il problema non riguarda la mia persona e la mia immagine o quella del SAP ma dell'intera Polizia, donne e uomini compresi. L'infamia del messaggio menzognero ha colpito tutti indistintamente. Per una settimana abbiamo, con la vergogna buttataci addosso, oscurato - oltre alla guerra di Crimea - la crisi economica e i mali del mondo.

Possiamo pensare che i vertici del Viminale, per interesse politico personale od orgoglio di palazzo, si sottraggano ad un tale dovere nella consapevolezza di avere, anche se inconsapevolmente, contribuito a determinare la situazione negativa di cui stiamo parlando?

Ci rifiutiamo di pensare che, da parte del Ministro dell'Interno e del Capo della Polizia si abdichi al dovere di essere "Capi" e galantuomini.

In un contesto in cui sulla vicenda il Presidente Napolitano fa, con una eleganza straordinaria, da apripista nei riguardi di chi per primo ha innescato l'effetto domino, è possibile pensare che ci si sottragga a una simile opportunità?

Ci rifiutiamo anche solo di ipotizzare una simile evenienza perchè in caso contrario, la cosa non sarebbe grave, bensì gravissima.

Nella nostra autonomia la vostra libertà.

Emergenza sanitaria e telecamere sulle divise

Nella giornata del 19 giugno il SAP ha incontrato, con le altre organizzazioni sindacali, il Vice Capo Vicario della Polizia Alessandro Marangoni assieme al Direttore Centrale di Sanità Giovanni Cuomo e al Direttore dell'Ufficio per le Relazioni Sindacali Tommaso Ricciardi. Per il nostro Sindacato era presente il Presidente Nazionale Stefano Paoloni.

All'ordine del giorno c'erano due importanti

argomenti: il rischio contagio malattie infettive legato allo sbarchi dei migranti, emerso con forza dopo le nostre denunce, e l'avvio dal primo luglio della sperimentazione relativa alle telecamere sulle divise, figlia della nostra storica e solitaria battaglia. Il resoconto integrale dell'incontro e tutte le novità emerse sono disponibili nel nostro sito internet, area news.

Indennità di comando, riunione al Dipartimento

II SAP, rappresentato dal Segretario Nazionale Michele Dressadore, ha incontrato i rappresentanti del Dipartimento per la discussione finale sul Decreto Interministeriale che istituisce l'indennità di comando anche per il personale della nostra Amministrazione. Il tavolo, svoltosi nella giornata del 19 giugno alla presenza di tutti i Sindacati di Polizia, per la parte pubblica era composto dal Prefetto Truzzi degli Affari Generali, dal Dr. Sarnataro del TEP e dal Dr. Ricciardi delle Relazioni Sindacali.

II testo proposto ha ottenuto una sostanziale approvazione da parte di tutti laddove recepisce finalmente il principio di individuare il percettore del beneficio nella figura del responsabile di ogni ufficio con funzioni finali, senza nessun vincolo sulla dimensione dell'organico, ma con la sola esclusione di coloro che già fruiscono del trattamento dirigenziale. II resoconto integrale dell'incontro e tutte le novità emerse sono disponibili nel nostro sito internet, area news.

Parola di Edward

A proposito di Spending Review

Inviate le vostre segnalazioni a nazionale@sap-nazionale.org

Taglia di qua, taglia di la, adesso ci tagliano anche i soldi che ci spettano come risarcimento danni. Fantasie? No, è la triste realtà dei nostri giorni e soprattutto delle nostre Questure dove - zac zac!!! - viene fuori sempre qualcosa di assurdo. Siamo in Calabria e nel 2013 un'autovettura con colori di istituto subisce un incidente: collega assente per diverso tempo dal servizio causa malattia e macchina danneggiata. Per fortuna, i "nostri" erano in ragione e dunque, pur con la lentezza della macchina burocratica statale, la Questura di xxxxx (omettiamo il nome per carità di patria) avvia le normali procedure di risarcimento danni per l'assenza dal servizio del collega e per il danneggiamento della macchina.

Taglia che ti ritaglia, passa un anno e si arriva all'assurdo: l'Avvocatura dello Stato scrive alla Questura per comunicare di "essere attualmente impossibilitata a promuovere un giudizio al fine di ottenere il recupero del residuo danno erariale, a causa dell'ingente mole di lavoro e della carenza di organico". Cioè praticamente lo Stato rinuncia a esercitare un diritto risarcitorio per la troppa mole di lavoro??? Hanno tagliato anche l'Avvocatura dello Stato o è una beffa solo a danno dei poliziotti?

Non ci pare che Equitalia rinunci a incassare le proprie gabelle, però quando sono i nostri uffici a richiedere un sacrosanto risarcimento, mancano uomini, mezzi e tempo? Qui qualcosa non torna... Buon taglio a tutti!

Il consiglio delle massaie

Inviate le vostre segnalazioni a nazionale@sap-nazionale.org

Sara che una massaia deve pensare a far quadrare i conti, a fare la spesa e a portare avanti una famiglia, ma ci sono davvero cose che il comitato non riesce a capire. Prendiamo ad esempio Luigi Manconi, già capo del servizio d'ordine di Lotta Continua (sui siti internet si legge che fece anche uso di violenza durante gli scontri politici di quegli anni), compagno - in tutti i sensi - dell'attuale direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer e oggi senatore "democratico", anche se nel suo stesso partito i maldipancia per le sue posizioni non mancano...

Forse "posizioni" a una parola grossa, perche questo sardo dall'aria serafica ha un solo chiodo fisso in mente: parlar male della Polizia e delle Forze dell'Ordine, in qualsiasi modo e purtroppo senza verificare quasi mai fonti e notizie.

Come comitato massaie abbiamo registrato un lungo elenco di "fregnacce" del senatore, tanto che un Flash non basterebbe.

Citiamo una delle ultime, guarda il caso ripresa da l'Unita.

Ebbene, il 'nostro' torna a parlare del Cie di Gradisca, degli scontri dell'agosto 2013 e di un clandestino che allora, purtroppo, cadde dal tetto del centro dov'era salito per protestare, finendo in coma e morendo poi in ospedale.

Manconi chiede inchieste, parla di fatti poco chiari, critica i Cie e quant'altro. Allude, insinua, punta il dito.

II comitato delle massaie, grazie all'inossidabile e precisissimo Segretario Provinciale SAP di Gorizia Angelo Obit, ha verificato le cose ed è emerso senza ombra di dubbio che le telecamere del Cie hanno ripreso tutto, dimostrando che le Forze di Polizia non c'entrano nulla con la morte del clandestino.

Ma questo non conta.

L'importante a gettare fango sulle donne sugli uomini in divisa.

Occhio al mattarello!