Roma, 12 maggio 2014
A TESTA ALTA
Editoriale del Segretario Generale
Giovedì 8 maggio ho presenziato alla Festa della Polizia.
Sono andato a testa alta!
Sì, a testa alta perché la responsabilità del danno che in questi giorni è stato fatto alla Polizia non può essere certamente attribuita al SAP. Una vicenda inverosimile che abbiamo subito e patito, ma che certamente non è riuscita a raggiungere gli obiettivi di colui il quale ha ordito questa farsa. Io l'ho vissuta e vista così.
Martedì 29 aprile
Alle ore diciannove circa parte la notizia dell’applauso. A nostra insaputa scoppia il putiferio!
Immediatamente il fatto, non verificato, è stato oggetto delle peggiori valutazioni e la macchina del fango si mette in moto lanciando, a trecentosessanta gradi, schizzi di melma acida.
Ignari di tutto ciò, proseguiamo nei lavori dell'VIII Congresso Nazionale SAP, celebrato in terra di Romagna a Rimini. Si vota per individuare la nuova squadra dirigente e si prosegue fino alle ventitré.
Ultimati i lavori, prendo atto che prima il Ministro dell'Interno Angelino Alfano, poi il il Premier Matteo Renzi e per finire il Capo della Polizia Alessandro Pansa indirizzano, verso l'episodio, giudizi che è puro eufemismo definire di severa e perentoria censura. Sono vere e proprie "fatwe" di condanna.
Io e i trecento delegati presenti ci interroghiamo sbalorditi in merito al fatto. Siamo pienamente consapevoli che la descrizione oggettiva dell'evento, i tempi e il suo significato sono lontanissimi dalla verità storica dell'episodio di cui siamo stati tutti protagonisti. Il circuito mediatico ha coniato una menzogna.
Possibile che il Ministro dell'Interno prima e poi il Presidente del Consiglio si siano espressi così gravemente nei confronti del primo sindacato autonomo della Polizia di Stato, senza aver approfondito e verificato l'accaduto? Sono stati imbeccati? Hanno ricevuto false conferme?
E ancora, possibile che il Dipartimento della P.S., sempre pronto a chiamare alla bisogna i Segretari Generali delle varie sigle, di giorno e di notte, financo per secondarie questioni, su una tragedia come quella che si è messa in moto, in grado di infliggere fendenti letali alla Polizia di Stato, non abbia sentito la necessità di contattarmi prontamente per chiarimenti e per valutare il da farsi?
La menzogna in via di affermazione non danneggiava unicamente il SAP, ma l'intera Polizia di Stato e tutta la comunità di noi poliziotti!!! ......
Mercoledì 30 aprile
Dopo essere andato a coricarmi a notte tarda, sono stato svegliato non dal portiere dell'hotel ma da una bufera di sberle, pugni e calci in arrivo e adagiati su fosche nubi sorrette da colonne di strali e assordanti tuoni.
Cosa fare... Purtroppo la menzogna con il marchio D.O.C.G. del Ministro dell'Interno, del Premier e del Capo della Polizia si stava affermando quale verità!
Mi chiedevo, possibile che le più alte Istituzioni del nostro Paese siano state vittime di questa "bufala" e non abbiano sentito la necessità di verificare la reale dinamica degli eventi prima di esporsi con giudizi così gravi?
Non riuscivo a capire che cosa stava succedendo e perché. Chi aveva soffiato su questo ciclone, in grado di oscurare sui media la guerra di Crimea? Tutto ruotava attorno ad un semplice applauso strappato alla platea dei congressisti al termine della mia presentazione del programma Verità e Giustizia.
Mah!!
Non avevo risposte, ma era chiaro che qualcosa di artificioso aveva mosso la vicenda e che, pertanto, per evitare il calcificarsi della menzogna era indispensabile reagire a tutto campo per veicolare un messaggio di verità in opposizione. Il problema era: quale prospettiva fornire visto che non sapevo cosa dover combattere?
Anche in questa direzione non avevo risposte, ma l'unico modo per capire era salire sul ring e af-frontare con determinazione l'incontro.
Ho preso in mano il telefono e, dalle 8.30 della mattina, ininterrottamente per sedici ore, con il carica batteria collegato alla presa di corrente, ho rilasciato decine di interviste alla carta stampata, quotidiani on line, radio e televisioni, sino alle 00.30 della notte. Quante sberle e pugni ho incassato e quante insidie ho dovuto affrontare solo io lo so. Ho commesso alcuni errori di comunicazione, ma piano piano ho iniziato a dipanare la matassa e comprendere come muovermi, maturando alcuni convincimenti su quanto stava accadendo.
Nel mentre, come se non bastasse, arrivava anche la censura del Presidente della Repubblica.
La diffusa menzogna aveva indotto Giorgio Napolitano ad assumere una posizione forte e difficilmente ritrattabile, anche a verità acclarata. Mi chiedevo ancora: ma perché il Dipartimento della P.S. non ha chiamato subito per chiarire, allo scopo di evitare un vuoto di informazioni, visto che a seguito di ciò si è innescato un perverso effetto domino di pronunce durissime, ma infondate, le quali, partendo dal Viminale, transitavano per Palazzo Chigi e approdavano al Colle?
Mi chiedevo: possibile che una baggianata di applauso possa condizionare la vita di un Paese, Isti-tuzioni, media e opinionisti? Tutto era finito in secondo piano. Ci sfugge qualcosa o c'è dell'altro?
Giovedì 1° maggio
La situazione non era certamente recuperata, ma non tutti gridavano "all'untore" e qualche corto spiraglio di luce, ogni tanto, attenuava l'oscurità del temporale.
La situazione, comunque, più che grave era gravissima.
Per sdrammatizzare e con autoironia potrei dire che mancava unicamente la scomunica di Papa Francesco per chiudere il cerchio delle maledizioni.
Purtroppo la festività del primo maggio bloccava la stampa per un giorno e anche quello seguente non avremmo potuto fare passi in avanti.
Decisi di prendere il toro per le corna e scrivere, nel giorno del mio compleanno, al Presidente della Repubblica per fare chiarezza, denunciare la menzogna confezionata ai nostri danni e reiteratamente veicolata, con coscienza e volontà, mediante foto e video "tarocchi" mandati in onda anche dalla televisione di Stato a danno di servitori della Stato. Era importante dimostrare l'intenzione di colpirci, anche con falsi strumenti, e per fare ciò, assieme alla lettera, decisi che avrei allegato il DVD certificante che le immagini e i video dell'applauso erano relativi non ai lavori congressuali del pomeriggio, ma al convegno pubblico della mattina alla presenza del Capo della Polizia, dei Prefetti e Questori dell'Emilia Romagna e di numerose autorità politiche.
Mi rendevo conto che quest'ultimo aspetto era di primaria importanza in quanto le foto e i video falsi erano serviti ad avvalorare e veicolare il menzognero significato attribuito al nostro gesto.
Quale credibilità può avere un messaggio anch'esso "tarocco" veicolato da "taroccatori" certificati?
Dopo un intero giorno di lavoro, di limature e aggiustature, virgole, punti e accenti, terminai la mia lettera maledicendo ignoti per il regalo di compleanno ricevuto.
Un "pacco" in piena regola con carta urticante e nastro all'antrace.
Venerdì 2 maggio
Lavorai tutto il giorno per interviste a tutto campo, radio e televisioni, ma soprattutto riuscii ad ottenere la promessa della prima pagina del quotidiano Il Tempo per pubblicare la mia lettera al Presidente Napolitano.
Il Direttore, un fedele amico delle divise, comprese bene la situazione e ci aiutò per dare maggiore risonanza possibile a ciò che avevo trasmesso al Capo dello Stato.
Incrocio le dita sperando che eventi di cronaca imprevisti non facciano slittare la notizia.
Sabato 3 maggio
Sulla prima pagina de Il Tempo viene pubblicata la mia lettera al presidente Giorgio Napolitano.
Finalmente un tassello importante per fare emergere la verità non solo nei riguardi della comunità nazionale, ma soprattutto per quella interna. I colleghi erano disorientati e increduli.
Stavano metabolizzando la menzogna e iniziavano a sollevare il braccio per puntare il dito allo scopo di indirizzarci la peggiore censura che potevamo ricevere.
Quella della nostra famiglia. Quella dei colleghi che vogliamo rappresentare e difendere.
Tutta la squadra del SAP si mobilità, in tutti gli uffici d'Italia, con straordinaria vigoria per veicolare la mia lettera al Colle: fotocopie, volantini, bacheche, facebook, twitter e chi più ne ha ne metta.
I colleghi, basiti, iniziano ad abbassare il braccio e parte il disgusto. Siamo sempre carne da macello, sulle piazze, negli stadi o sui media. Nulla cambia nella sostanza, solo la sede.
Gli orditori della trama iniziano ad avere la bocca sempre meno dolce. Speravano in una spaccatura del nostro sindacato, in una caduta verticale di consensi o in un disarcionamento della nuova squadra di vertice a distanza di soli pochi giorni dalla investitura congressuale, ma tutto ciò è risultato essere, per loro, sempre più un miraggio.
Il SAP e' risultato compattissimo in quanto tutti i quadri periferici convenuti a Rimini per il congresso, straordinaria gente, sono stati vittime e testimoni della menzogna.
Tutti hanno patito assieme a me l'ingiustizia e hanno reagito con determinazione al vile tentativo, incoraggiandomi a reagire con forza e determinazione.
La comunità degli iscritti non ha fatto mancare la propria fiducia garantendo un saldo positivo in termini di consenso.
Un fiume di messaggi di vicinanza e incoraggiamento mi è giunta da iscritti e non, financo da rap-presentanti di altre sigle sindacali. Anche i vertici di alcune di queste che, "cainescamente" speravano di sciacallare sulla nostra carogna, cominciano a masticare amaro.
Dimenticavo: se ci sei, carissimo Dipartimento della P.S., batti un colpo. Non ti sei accorto che anche questa sera il TG1 ha mandato in onda per l'ennesima volta un video tarocco che danneggia enormemente la Polizia di Stato? Succede da quattro giorni! Perché non sei ancora intervenuto?
Bastavano poche telefonate informali. E' pur vero che noi del SAP prendiamo mazzate, ma la Polizia non se la passa meglio.
Domenica 4 maggio
Accendo la televisione e inaspettatamente mi trovo uno "sgradito" aiuto da parte di uno spregevole individuo.
"Genny a carogna" mette in crisi l'autorità delle Istituzioni e mette a nudo, soprattutto, la nostra triste condizione. Il partito "dell'anti polizia" non ha più fiato per attaccarci con la stessa vigoria!
Marisa Grasso, la vedova del povero Filippo Raciti, all'Arena di Giletti rilascia una intervista al ful-micotone con parole che tagliano l'aria e le gambe a tutti coloro che si inebriano nel trafiggere e bastonare gli uomini in divisa.
Mi indigno per gli indignati con alcune dichiarazioni all'ANSA:
"Vogliamo capire se per le autorità dello Stato i morti sono tutti uguali o se qualcuno e' più uguale di un altro, vogliamo comprendere se in questo nostro strano Paese chi si e' affrettato a crocifiggere i poliziotti per un applauso 'tarocco' oggi riesce a condannare senza se e senza ma le sceneggiate dell'Olimpico dove a 'godersi' lo spettacolo c'erano anche .....".
Lunedì 5 maggio
I quotidiani rivalutano la nostra posizione e riusciamo a veicolare sempre più la verità descritta nella mia lettera al Colle. Sempre più persone si interrogano.
Partecipo alla trasmissione su RAI 3 condotta da Gerardo Greco, AGORÀ. Riesco a far filtrare, di fronte a milioni di persone e non senza difficoltà, che la vicenda degli applausi e' una menzognera strumentalizzazione veicolata con video e foto falsi, soprattutto dalla televisione di Stato, a danno di servitori dello Stato.
Sono ospite al Tgcom 24 riuscendo a porre, anche in quella sede, alcuni tasselli di rivalutazione della nostra immagine.
Un colpo di fortuna.
Vengo contattato da Radio 105 per un collegamento con Gianluigi Paragone e Mara Maionchi.
Ore 19.30, "Benvenuti nella giungla": una trasmissione seguita da milioni e milioni di persone.
Dopo un inizio di diffidenza nei miei riguardi e sulla vicenda 'applausi', riesco a convincere Paragone e la Maionchi della taroccatura, dell'inganno e della strumentalizzazione ai nostri danni.
I conduttori rimangono sconcertati e trasferiscono il loro disappunto sugli ascoltatori.
Milioni di persone prendono atto della menzogna.
Martedì 6 maggio
Si prosegue con interventi su radio, quotidiani e giornali on line.
Mercoledì 7 maggio
L'amico Luca Caprini, Segretario Provinciale di Ferrara, mi contatta e manifesta nuovamente la sua intenzione di restituire al Capo dello Stato l'onorificenza della medaglia di bronzo di cui è stato insignito per aver, a rischio della vita, salvato una persona dall'annegamento e il titolo di Cavaliere della Repubblica. L'amico Caprini era rimasto sconcertato dall'accaduto e in qualità di congressista SAP a Rimini desiderava attirare l'attenzione del Capo dello Stato sulle reali intenzioni dell'applauso, la strumentalizzazione e la falsità di particolari, foto e video. Tento nuovamente di dissuaderlo e, di fronte alla sua ferma determinazione, mi metto in moto per capitalizzare al massimo il gesto. Riesco ad ottenere le prime pagine di due quotidiani per il giorno a venire.
Giovedì 8 maggio
La lettera di Luca Caprini finisce sulla prima pagina de Il Tempo e di Libero. Gianmarco Chiocci e Maurizio Belpietro, i Direttori, hanno compreso la falsità e la strumentalizzazione della vicenda e hanno inteso farla comprendere ai loro lettori. La comunità interna dei colleghi reagisce positivamente. I pochi scettici sciolgono le loro riserve e la stragrande maggioranza ha finalmente le idee chiare. Alcuni, persino, si adoperano per preparare "sformati alle ghiande" da offrire agli ignoti orditori, complici e profittatori.
A tutti questi ultimi dico: volevate metterci al tappeto, ma resterete a bocca asciutta. Siamo riparati in angolo e poi abbiamo riconquistato il centro del ring per riprenderci, anche se lividi, il ruolo di unici difensori dei colleghi e della Polizia. E adesso Occhio al montante!
La vicenda non è conclusa, ma definitivamente indirizzata al chiarimento e non escludiamo, nei prossimi giorni, alcune piacevoli sorprese. Non so se riusciremo a comprendere appieno chi ha tirato le fila di questa vergognosa storia che ha danneggiato noi e l'intera Polizia di Stato, ma siamo consapevoli che per difendere i colleghi e la categoria abbiamo pestato, negli ultimi mesi, i piedi a troppa gente, poteri forti, a radical chic e al partito dell'anti polizia. Tanti sono gli interessi o i soggetti che abbiamo contrastato partendo dall'operazione taglio selvaggio della spending review, passando alla unificazione delle Forze di Polizia per concludere con le questioni dell'ordine pubblico e con le richieste di magistrati in piazza e telecamere.
Comunque sia non ci avete né intimiditi né indeboliti, ma resi ancor più determinati e forti.
Buone ghiande a tutti!
Venerdì 9 maggio
Un altro colpaccio!
Io e i colleghi Gianni Spagnulo e Luca Caprini siamo stati invitati alla trasmissione VIRUS con Nicola Porro, in prima serata su Rai 2, per illustrare il nostro punto di vista sulla piazza e su come affrontare il problema dell'ordine pubblico e i nostri problemi. Parliamo con Nicola Porro e gli autori e, mostrando loro il "videotaroccoRAI", finiamo per convincerli della strumentalizzazione.
Il conduttore parte da qui e sottolinea la taroccatura dei filmati relativi all'applauso. Noi rilanciamo e, addirittura, ci viene in soccorso Antonio Polito del Corriere della Sera che conferma.
La ciliegina sulla torta. Ci facciamo valere e, ironia della sorte, diventa funzionale ai nostri scopi pure quello "sbalestrato" di Casarini.
Senza inibizioni e a testa alta abbiamo fatto valere le nostre ragioni.
Abbiamo affrontato il mondo dei media e il confronto con l'opinione pubblica con un riscontro straordinario. Le nostre ragioni ci hanno dato l'energia e la forza.
Il futuro
L'VIII Congresso SAP ci ha affidato un ambizioso programma da realizzare. Dobbiamo riaprire la la partita del tetto salariale e dei contratti oltre a quella del Riordino delle carriere.
Proporre un progetto per tutelare la nostra sicurezza e serenità sulle piazze, negli stadi e in ogni occasione operativa. Prendere finalmente a mano la questione relativa alla sicurezza, l'igiene e la salubrità sul posto di lavoro e stress da lavoro correlato.
.....Molto molto altro....
Tutti assieme faremo grandi cose!
Questa dura prova ci ha ridato un nuovo slancio e vigore.
Occhio taroccatori, anche se con vostro sommo dispiacere, il SAP 2.0 e' già al lavoro.
Sono fiero di guidare una squadra di siffatto valore!
NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTÀ