Roma, 21 aprile 2014

 

 

Editoriale della Segreteria Generale

Vieni avanti cretino è un film commedia italiano del 1982 diretto da Luciano Salce e interpretato da Lino Banfi.

La trama della vicenda raccontata è molto convulsa e il film si chiude con l'intervento dello stesso Luciano Salce che, in qualità di irreprensibile giudice, condanna il povero Banfi al plotone di esecuzione, rivelatosi poi armato unicamente di torte alla panna.

Non tutte le storie dei cretini sono comiche e non tutte fanno sorridere. La nostra è tragica e la fine drammatica.

Tutti abbiamo avuto modo di osservare le immagini di quanto accaduto pochi giorni or sono a Roma. Un'orda di barbari travisati, armeggiando bombe carta, molotov e spranghe, sotto la falsa insegna della rivendicazione abitativa, nella totale consapevolezza di immunità e impunità, ha dato l'assalto ad alcuni quartieri della capitale.

Ai nostri eroici colleghi è stato affidato il compito di affrontarli, contenere i danni, difendere il legittimo diritto a manifestare pacificamente, tutelare l'incolumità dei cittadini e la proprietà pubblica e privata.

Purtroppo la guerra è impari non per difetto di coraggio, determinazione, spirito di sacrificio e dedizione di tutti noi, ma perché il sistema che desideriamo difendere ci avversa e il fuoco amico ci lancia bordate letali.

Dopo ore di deliberata guerriglia urbana nella quale una teppaglia di delinquenti si è "orgasmaticamente" divertita incendiando, distruggendo e spedendo all'ospedale una ventina di colleghi, l'attenzione dei media si è concentrata su uno di noi che con un piede ha calpestato una persona di sesso femminile. Un gesto apparso inopportuno ed errato, ma certamente figlio di una perdita di controllo dovuta all'urto fortissimo dello stress patito nell'affrontare una situazione di reale guerriglia urbana in cui il rischio della vita è apparso qualcosa di più di una astratta ipotesi. Il collega, auto segnalatosi, si difende sostenendo di aver calpestato la persona in quanto concentrato visivamente su ben altro, considerando il drammatico contesto in cui si stava operando.

I media si scatenano, c'è chi invoca la gogna e chi la ghigliottina.

I radical chic, sorseggiando Franciacorta Bellavista, "ruttano" bollicine di veleno e gli allergici alle divise ingeriscono antistaminici all'odio.

Ci chiediamo quale sia la colpa mortale del collega:

la propria azione o vestire una divisa?

Purtroppo, per quanto cretina risulti, la risposta esatta è la seconda.

La grande colpa non sta tanto nell'avere perduto il controllo o nel camminare in maniera disattenta, ma nell'essere poliziotto.

A tutti coloro che hanno goduto di questo linciaggio mediatico diciamo:

invece di odiarci ipocritamente, aiutateci a far sì che noi si possa continuare a garantire ai cittadini la sicurezza a cui tutti ambiscono. Giorno per giorno noi rischiamo anche per voi, facciamo patire le nostre famiglie per una miseria di stipendio.

Ma vi rendete conto, cari amici "odiatori", che non ci consentite neppure di lavorare con efficacia e in tranquillità?

Sappiate che voi, minoranza di pensiero burattinaia, espressione di una falsa cultura della nostra Nazione, fiancheggiata costantemente da alcuni "media", danneggiate tutti, non solo noi!

Le auto incendiate non appartengono solo ai vostri "simili", ma anche alla povera gente che non la pensa come voi ed i danni agli arredi urbani altro non sono se non tasse in più per tutti.

Rendetevi conto che i veri vandali non sono coloro che per strada distruggono, ma voi che li tutelate, nascondete e legittimate.

La nostra missione è servire la comunità, quindi anche voi, nonostante non siate degni dei nostri rischi e sacrifici.

Sappiate che non abbiamo nulla da nascondere, soprattutto quando lavoriamo e siamo chiamati all'ingrato compito di garantire la pacifica convivenza e l'ordine pubblico nelle piazze.

Siamo contrari all'identificativo, non solo perché i "numeretti" sono stati superati dalla tecnologia, ma soprattutto perché esporrebbero inutilmente a rischio le nostre famiglie.

Se anche voi, come noi, perseguite uno scopo di verità e giustizia, dimostratecelo. Aiutateci a sostenere le seguenti proposte:

la presenza di un magistrato requirente che confermi i presupposti degli arresti da noi operati e individui, in tempo reale gli elementi di prova, per richiedere la convalida, il giudizio direttissimo e per condividere una "sana" responsabilità della piazza;

telecamere in dotazione personale, per promuovere una azione di verità e giustizia, in grado di video-fono registrare e certificare da quale parte stia il male e chi siano i veri mascalzoni, prevedendo anche la possibilità di procedere con arresti differiti;

la presentazione di un disegno di legge in grado di individuare tipologie di reato specifiche per sanzionare le devastazioni delle piazze del Paese. Il reato di danneggiamento, perseguibile a querela, è uno strumento inutile che espone altrettanto inutilmente i cittadini. Serve la possibilità di arresto in flagranza per poter colpire i delinquenti irresponsabili con un giudizio direttissimo. Risulta assurdo denunciare le stesse persone anche 70/80 volte quando, a priori, già si sa che tutti i procedimenti finiranno in prescrizione;

la garanzia di un vaglio preventivo, da parte del Procuratore Generale presso la Corte d'Appello, per promuovere l'azione penale in procedimenti a carico di operatori di polizia.

Come vedete non serve molto e soprattutto a noi non interessa compiacere nessuno.

Siamo liberi e per questo motivo non abbiamo visto né calci e né cretini e ci auguriamo di non vederne con la mannaia in mano pronti a colpire in sede punitiva. Il plotone di esecuzione sarebbe un errore, fosse anche con torte alla panna.

NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA'

Specificità, una legge per renderla concreta

Il senatore Maurizio Gasparri ha presentato una proposta di legge delega relativa alla specificità della professione che mira a dare concretezza al disposto normativo che dal 2010 fa parte del nostro ordinamento, grazie alla legge 4 novembre 2010, n. 183, che aveva come relatore il senatore Filippo Saltamartini, già Segretario Generale del SAP. L'iniziativa del capogruppo in Senato di Forza Italia, illustrata nel corso di una conferenza a Palazzo Madama al quale ha partecipato una delegazione del nostro Sindacato, è certamente positiva perchè mira ad assicurare tutele concrete per il personale in divisa,

prevedendo - ad esempio l'esclusione dai blocchi contrattuali e da altre limitazioni, legate alla spending review o ai cosiddetti "tagli", che dovessero attuarsi per il pubblico impiego, ora come in futuro. Ovviamente, si tratta adesso di capire quale condivisione a questa proposta possa arrivare dalle altre forze politiche.

Una condivisione necessaria per avviare in Parlamento l'iter del provvedimento presentato da Gasparri.

Su questo, come SAP e per quello che è il nostro ruolo, metteremo in campo il massimo impegno!

Parola di Edward

A proposito di Spending Review

Inviate le vostre segnalazioni a nazionale@sap-nazionale.org

Si taglia si taglia... E si taglia anche sulle imposte e sui benefici ottenuti con tanta fatica e lotte sindacali, in nome di quella specificità della professione ottenuta quattro anni fa. Ma quando si tratta di tagliare, sono rapidi come un fulmine! E taglia qui, taglia là, hanno trovato ancora una volta il modo di penalizzare i poliziotti eliminando la cosiddetta "defiscalizzazione", cioè la riduzione dell'imposta lorda, determinata in 145,75 euro, sul trattamento economico accessorio corrisposto al personale che abbia avuto un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro.

Dopo che il beneficio è stato rinnovato negli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 adesso... Zac Zac!!! Il beneficio se lo sono ripreso, lo hanno fatto "sparire" magicamente come hanno fatto con i 700 milioni di euro del Riordino e con i soldi dei nostri contratti, degli assegni di funzione e chi più ne ha, più ne metta.... Ma chi ha deciso questa ennesima sforbiciata?

Al responsabile vorremmo tagliar noi qualcosina...

Buon taglio a tutti!

Il consiglio delle massaie

Inviate le vostre segnalazioni a nazionale@sap-nazionale.org

Anche questa settimana il comitato delle massaie, riunito in sessione ple naria, ha deliberato con serietà e perspicacia i propri intendimenti, entrando addirittura nel pieno della cronaca e dell'attualità. Proprio così, stavolta le massaie si interessano di ordine pubblico.

Non tanto per scendere in piazza loro stesse con l'amato mattarello – che non farebbe certo male sulla testa di qualcuno – quanto per capire perché i poliziotti non vengono dotati di telecamere sui propri caschi per video – audio registrare tutto quel che avviene durante le manifestazioni, a partire dalle violenze commesse dai soliti facinorosi. Alcuni "scienziati", che spesso amano pontificare su Facebook e Twitter, rispediscono al mittente l'ipotesi delle telecamere sui caschi, giudicata troppo costosa e quindi inattuabile. Meglio sani numeretti sulle divise dei poliziotti, dice qualcuno.

Meglio sì per i delinquenti, diciamo noi, che possono così identificare i poveri agenti e magari, vizio italico, inventarsi denunce dando i numeri...

Sì, dando proprio i numeri! Allora che si fa? Si resta fermi?

Tutto cambia affinché nulla cambi, gattopardescamente parlando? Il comitato, dopo un'attenta e facile analisi dei siti Internet specializzati e di alcuni negozi di settore, ha scoperto che installare un apparecchietto che riprende e registra sui caschi dei "celerini" costerebbe meno di un caffè al giorno.

E se il Viminale trattasse da far suo con le ditte, qualche migliaio di telecamerine potrebbero costare davvero un'inezia.

Magari come le Spy Pen che il SAP ha distribuito in terra emiliano romagnola. Ma cosa ci vuole a capirlo, una laurea???? Anche Cottarelli lo capirebbe. Forse.

Occhio al mattarello!