Roma, 24 febbraio 2014

SAP 2.0

La drammatica crisi economica degli ultimi anni ha costretto il movimento sindacale della Polizia di Stato ad una posizione di trincea. Tutti gli sforzi sono stati indirizzati ad evitare la lenta erosione dei risultati di un trentennio di impegno e duro lavoro. Dal 2010 i contratti di lavoro e gli effetti economici della progressione di carriera sono stati bloccati. Un continuo susseguirsi di tagli lineari ha portato sull’apparato infiniti effetti negativi a partire dagli automezzi, passando per le divise sino a giungere alle pulizie dei luoghi di lavoro. Mancano soldi per le manutenzioni ordinarie, le ristrutturazioni e in un simile contesto si pretende finanche di aumentare il costo della mensa.

La lista degli effetti negativi sulla nostra categoria è ancora lunga ma non per questo dobbiamo scoraggiarci e subire passivamente tutto ciò.

E’ ora di uscire dalla trincea e di spostare il luogo del confronto sindacale con l’Amministrazione e la classe dirigente del nostro paese in capo aperto.

Le nuove dinamiche economico-politiche ci impongono un cambio di strategia!

E’ ora di passare da una posizione difensiva ad un’altra caratterizzata dal protagonismo e finalizzata ad un’azione positiva e propositiva.

Questo è il momento del cambiamento!

Il nostro essere e la necessità di adempiere al dovere di rappresentanza degli interessi collettivi della categoria ci impone il ruolo di protagonisti del processo di riforme che inevitabilmente coinvolgerà l’apparato della sicurezza.

Gli effetti negativi intrinsecamente connessi alle debolezze causate da una irragionevole e antieconomica presenza di sette forze di polizia (cinque dello stato, due degli enti locali) con sovrapposizioni di competenza per materia e territorio polverizzano e disperdono le risorse umane ed economiche che il nostro paese investe nel settore.

L’Italia destina più denari e uomini in questo comparto degli altri paesi europei omogenei al nostro. Nonostante ciò, nell’attuale apparato dove prevalgono obsoleti valori di "giubba" e interessi collegati alle "consorterie burocratiche", prosperano effetti rovinosi: gli stipendi sono tra i più bassi e i mezzi, le divise e le strutture scarse e inadeguate.

Tutto ciò dimostra che i goffi tentativi di ammodernamento indirizzati unicamente a raschiare risorse tramite la chiusura di uffici all’interno delle varie forze dell’ordine risultano illogici, non funzionali ed inidonei a garantire una efficace razionalizzazione di spesa.

Serve una riforma radicale dell’apparato della sicurezza, altrimenti tutti noi saremo nuovamente chiamati, nella nostra veste di contribuenti, a foraggiare il vero male della gestione dei fondi pubblici ossia lo spreco e la mala gestione.

Se non procederemo su questa strada non saremo in grado di affrontare le importanti sfide che ci attendono per rilanciare il comparto e non saremo neppure in grado di affrontare in modo serio numerose questioni tra le quali il riordino delle carriere. Un riordino complessivo, in grado di soddisfare esigenze funzionali, aspirazioni economiche, di carriera e di dignità dei professionisti della sicurezza, necessità di consistenti risorse senza le quali le soluzioni saranno sempre e solo parziali.

Sulla stessa direzione ci si dovrà, inoltre, assumere la responsabilità di aprire un contenzioso sulla totale inapplicazione di tutte le norme finalizzate alla tutela della sicurezza sul posto di lavoro. La legge 626 è del 1994 e la 81 è del 2008. Dopo 20 anni di colpevole inerzia è indispensabile rendere operativi gli RLS ponendoli nelle condizioni di esercitare tutte le loro funzioni e prerogative. Analogamente risulta non più procrastinabile la presa di coscienza relativamente agli effetti negativi cagionati dallo stress da lavoro correlato.

Dobbiamo forse continuare a tollerare la vergogna rappresentata dai ritardi decennali nei riconoscimenti delle cause di servizio? Cosa dire, poi, del mancato riconoscimento delle patologie palesemente riconducibile a cause di servizio che oggi non vengono più ammesse?

Gli avversari in campo aperto saranno tanti e gli ostacoli ancora di più, ma di certo uno dei più insidiosi e pericolosi è rappresentato dal c.d. "fuoco amico".

La mancanza di garanzie funzionali, la presenza di sacche di avversità e pregiudizio nei confronti delle divise ci porta spesso a rivestire, ingiustamente e a volte vigliaccamente, un innaturale ruolo di imputati. Situazioni sconcertanti che tolgono serenità a tutta la categoria, efficacia operativa e motivazione. Il rilancio di una grande azione sull’opinione pubblica, sui vertici della nostra Amministrazione, sul Parlamento e sul Governo dovrà tendere alla eliminazione di queste assurde distorsioni di sistema. I Poliziotti sono baluardo e salvaguardia di sicurezza e legalità. In forza di ciò non possono essere trasformati in mascalzoni che alla bisogna diventano cinicamente il capro espiatorio per il perseguimento dei più disparati interessi.

Abbiamo bisogno di un SAP 2.0

Di una azione libera, garantita dalla nostra autonomia e dai nostri valori.

Serve una vera proposta riformatrice che solamente noi, liberi da vincoli di dipendenza, possiamo garantire.

Nella nostra Autonomia la vostra Libertà

#VIALAMENZOGNA

Al via campagna per difendere donne e uomini in divisa

(ANSA) - ROMA, 16 FEB - "C'e' un accanimento contro gli operatori delle forze di polizia, una pelosa macchina del fango che mistifica la realta' dei fatti trasformando, spesso, i violenti in eroi e i poliziotti in delinquenti. Anche per questo stiamo per lanciare la nostra campagna '#vialamenzogna' assieme ad altre iniziative che renderemo pubbliche nei prossimi giorni". Lo afferma Gianni Tonelli, presidente nazionale del sindacato di polizia Sap, uno dei maggiori.
''A fronte delle migliaia di gesti eroici compiuti ogni giorno dai poliziotti sui quali spesso si tace - spiega Tonelli - vi sono pochi casi isolati dove la strumentalizzazione ideologica e mediatica prevale sui fatti. Non mi riferisco soltanto alla vicenda Aldrovandi, che pure rappresenta un caso emblematico e nella quale le vere vittime sono i nostri colleghi. Noi siamo e resteremo sempre dalle parte dei poliziotti accusati ingiustamente, anche occupandoci della loro tutela legale. Oggi siamo pronti a lanciare una campagna nazionale che ha come primo obiettivo quello di difendere le donne e gli uomini in divisa".

NO ALLA CHIUSURA DEGLI UFFICI DI POLIZIA!

Sicurezza: allarme sindacati, Dipartimento taglia presidi
Soppresse squadre nautiche, accorpamento scuole e commissariati

20 Febbraio , 18 : 52 (ANSA) - ROMA, 20 FEB - Chiusura di una dozzina di commissariati; cancellazione delle squadre nautiche, di una ventina di presidi della Stradale e di una trentina di quelli della Polfer; polizia postale solo dove sono presenti le Corti d'Appello, solo tre maxi poli per la formazione degli agenti di polizia: e' il piano di "razionalizzazione", secondo quanto riferiscono diverse fonti sindacali, che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dovrebbe chiudere entro l'estate. Critici i sindacati, che hanno gia' annunciato proteste. Il piano e' stato illustrato alle organizzazioni sindacali dal vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni il quale ha parlato di uno "studio per la revisione dei presidi e degli uffici della polizia di Stato su tutto il territorio nazionale" in funzione, dicono i sindacati, del fatto che la carenza di organico ha reso necessaria una "articolata razionalizzazione delle risorse e dei presidi". In una nota, firmata da Siulp, Sap, Siap, Anfp, Silp-Cgil, Ugl Pds, Coisp, Consap e Uil Polizia, i sindacati non indicano i numeri dei tagli previsti ma sottolineano che si procedera' seguendo due direttrici: una riguarda la sola Polizia e prevede una "razionalizzazione dei presidi delle quattro specialita' , Stradale, Ferroviaria, Postale e di Frontiera"; l'altra invece, "concertata con il comando generale dei Carabinieri, finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di Ps, delle compagnie dei carabinieri e dei reparti speciali". Secondo i sindacati si arriverebbe da una "chiusura irrazionale" di alcuni Compartimenti e dei presidi esistenti, nonche' alla cancellazione delle squadre nautiche. Ci sarebbero poi soltanto 3 maxi poli per la formazione di base e la chiusura di una serie di commissariati distaccati "che generera' una mobilita' del personale interessando migliaia di unita' ". "C'e' una volonta' di fatto gia' preordinata e definitiva dell'Amministrazione - dicono i sindacati - di voler stravolgere alcuni settori delle specialita' " e dunque il piano non puo' che ricevere una "condanna unanime e ferma", sia per il metodo sia per il merito. "Il sindacato - affermano - e' stato informato solo dopo che era gia' stata predisposta una blindata volonta' di procedere" ad una "chiusura selvaggia dei presidi". Ed inoltre il progetto "non fa alcun riferimento a come poter garantire il territorio e la sicurezza dei cittadini in quei luoghi (e sono tanti) nei quali verranno soppressi i presidi; non tiene conto delle aspettative del personale; non esiste una volonta' di chiarire come e a favore di chi verranno utilizzate le centinaia di milioni di euro di risparmio". (ANSA). GUI-NE

IL SAP CONTRO LO ‘SVUOTACARCERI’

Sap, svuotacarceri moralmente inutile e costoso 21 Febbraio, 12:42 (ANSA) - ROMA, 21 FEB - "Continuare a rimettere in liberta' migliaia di criminali, a causa dell'ennesima legge svuota carceri, oltre ad essere immorale perche' vanifica il lavoro delle forze di polizia e incrementa l'insicurezza dei cittadini, e' anche economicamente insostenibile, soprattutto in un momento in cui siamo sottoposti alla mannaia della spending review". Lo afferma il presidente del Sap Gianni Tonelli, sottolineando che la politica "politicante continua a rispondere all'emergenza carceraria con norme tampone, che non servono a niente e che nel giro di un paio d'anni ci riporteranno alla stessa situazione di oggi". 
Ma non solo, aggiunge Tonelli. "All'esame della Commissione Giustizia al Senato sono in discussione quattro provvedimenti di legge relativi all'amnistia e all'indulto. Si tratterebbe di una resa definitiva dello Stato a cui non possiamo restare inerti. Non e' neppure pensabile giustificare questi provvedimenti con la 'scusa' della minaccia di sanzioni da parte dell'Europa".
"Se dobbiamo 'risolvere' l'emergenza carceraria creando emergenza sicurezza, non andiamo da nessuna parte - conclude il Sap - E noi come sindacato di polizia ci opporremo con tutte le forze a questa pericolosa deriva". (ANSA). COM-GUI

FONDO UNICO GIUSTIZIA

Il gruppo parlamentare Nuovo Centro Destra ha organizzato il 20 febbraio alla Camera dei Deputati una conferenza stampa dal titolo: "Giustizia. Che fine hanno fatto le risorse del FUG, il Fondo Unico Giustizia?"
L'iniziativa si e' svolta il 20 febbraio. L’On. Alessandro Pagano, Capogruppo in Commissione Giustizia alla Camera di Ncd, ha subito messo in evidenza l’apporto dato dal proprio gruppo parlamentare attraverso una recente interpellanza al Ministro dell’Economia e Finanza per tentare di mettere a disposizione dei relativi comparti le previste risorse accantonate nel FUG. Si stima che il FUG sia costituito da beni mobili e immobili per circa 3,1 miliardi di euro, di cui almeno 1,7 miliardi esigibili sin da subito. Il 48% delle risorse del FUG deve essere destinato alle esigenze strutturali del Ministero dell' Interno, ma ciò pare non avvenire a causa di incomprensibili ostacoli posti dalla tecnocrazia del MEF (Ministero Economia e Finanza). Il SAP, rappresentato dal Segretario Nazionale Stefano Paoloni, ha sollecitato la necessità di individuare un percorso il più rapido possibile al fine di poter contare sulle risorse del FUG in modo da intervenire con urgenza nelle numerose situazioni ove si presentano gravi situazioni di criticità per il buon funzionamento dell’apparato. Si pensi, ad esempio, alla necessità di rivedere tutto il parco auto, la sostituzione delle divise, il rinnovo di strutture, apparati e mezzi, per non dimenticare la carenza nelle pulizie dei locali, le sempre esigue forniture di benzina, e non da ultimo la vergognosa proposta di aumento del costo delle mense di servizio. Le risorse del FUG, nell’attuale contesto, costituirebbero il mezzo per interventi urgenti e straordinari finalizzati al mantenimento della funzionalità l sistema. Resta però incontrovertibile la necessità di rivedere tutto il sistema della sicurezza, non con tagli indiscriminati di decine e decine di uffici, ma attraverso una riorganizzazione di tutte e sette le Forze di Polizia (cinque dello Stato, due degli enti locali) che porti ad una reale razionalizzazione delle risorse ed implementi, per contro, l’impatto positivo sulla sicurezza. L’On. Pagano, nel condividere tale prospettiva di rivisitazione del sistema sicurezza, proponeva di coinvolgere altri parlamentari sensibili alla materia per costruire insieme un disegno di legge con le predette finalità.