Roma,  29 luglio 2013

Emergenza clandestini

L’Editoriale di Nicola Tanzi

Con l’incremento dei flussi migratori tipici dell’estate, si aggravano le condizioni delle donne e degli uomini della Polizia di Stato impiegati nei Cie e nei Cara italiani. Nei giorni scorsi si è svolto al Dipartimento un incontro, sollecitato dal SAP, relativo alle gravi problematiche delle strutture di Mineo (Catania) e Crotone. Problemi analoghi si verificano nei centri in tutta Italia, da Gradisca a Ponte Galeria, passando per Modena e per gli altri complessi che, a distanza di cinque anni dalle ultime modifiche alla normativa vigente, sono divenuti la testimonianza più evidente del fallimento delle politiche di controllo e gestione degli sbarchi e degli ingressi dei clandestini. Il quotidiano LIBERO, in un bell’articolo pubblicato il 25 luglio, che abbiamo reso integralmente disponibile sul nostro sito internet e alla fine del Flash, ha ripreso con evidenza la posizione del Sindacato Autonomo di Polizia che, sin dal 2008, ha contestato – con la mia audizione davanti alle Commissioni riunite Giustizia e Affari Costituzionali del Senato – l’introduzione del reato di clandestinità, che ha aggravato inutilmente il lavoro delle Forze di Polizia, e l’aumento dei tempi di permanenza nei Cie, considerando l’inefficacia delle norme che attualmente regolano l’identificazione e l’espulsione degli "ospiti", spesso dediti a devastazioni delle stesse strutture che li accolgono e a violenze nei confronti del personale in divisa.

I Poliziotti che operano nei Cie e nei Cara – Reparti Mobili in primis, ma non solo – devono fare i conti con turni estenuanti, con servizi gravosi e delicati, con carenze di organico che riguardano tutta l’Amministrazione e con ritardi anche nel pagamento di indennità e straordinari. Senza contare che il bollettino dei feriti tra le Forze dell’Ordine, specie in questo periodo, è in costante aumento. Non siamo disposti ad accettare un prezzo del genere. Orgogliosi di essere SAP!

Il SAP incontra il Capo della Polizia (ANSA)

Polizia: Sap incontra Pansa, personale in divisa a disagio

(ANSA) - ROMA, 23 LUG - Il "personale a disagio", la "mancanza di risorse che si concretizza in una sensibile riduzione della sicurezza per i cittadini", la "necessita' che il Parlamento approvi le norme necessarie per consentire ai poliziotti di svolgere al meglio le proprie funzioni". Sono i temi al centro dell'incontro svoltosi oggi tra il Sindacato autonomo di polizia (Sap) e il capo della polizia Alessandro Pansa.

"Da parte del prefetto Pansa - afferma il segretario del Sap Nicola Tanzi - ho riscontrato sensibilita' verso i problemi che affliggono la Polizia e la convinzione che tutti insieme si possa lavorare per migliorare la sicurezza dei cittadini e la qualita' del lavoro dalle forze dell'ordine, oltre alla necessita' di reperire risorse necessarie, anche attraverso il Fug (fondo unico giustizia), per mitigare almeno in parte gli effetti dei tagli al comparto sicurezza operati in questi anni".

Cie e Cara Crotone e Mineo

COMUNICATO CONGIUNTO - INCONTRO SU CIE E CARA DI CROTONE E MINEO

" Si è svolto il 24 luglio l’annunciato incontro al Dipartimento tra le OO.SS e l’Amministrazione, riguardante le gravi problematiche d’impiego del personale di P.S. utilizzato nei centri di prima accoglienza o di riconoscimento dello status di rifugiato politico degli extracomunitari di Crotone e di Mineo (CT). Tale riunione è stata presieduta dal Direttore Centrale delle Risorse Umane Prefetto Raffaele Aiello, coadiuvato dal Direttore del Servizio Reparti Speciali Claudio Montana, dal Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali Castrese De Rosa e da funzionari delle direzioni centrali dell’Ordine Pubblico e Immigrazione. Preliminarmente, giova precisare che attesa la peculiarità e la valenza delle tematiche portate oggi all’attenzione dell’Amministrazione, il relativo dibattito che ne è scaturito, per similitudine di questioni gestionali e gravame di compiti degli operatori della Polizia di Stato, ha visto coinvolte tutte le strutture a ciò preposte, sparse nell’intero territorio nazionale. Inoltre, sempre ad apertura di dibattito, il cartello delle scriventi OO.SS., ha tenuto a precisare che tale allarmante problematica, con sconvolgenti bollettini giornalieri di decine di appartenenti alle Forze dell’Ordine feriti o contusi, era stata più volte portata all’attenzione delle massime autorità del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della Pubblica Sicurezza le quali erano state sollecitate a intervenire, ciascuno per le loro rispettive responsabilità politiche e organizzative, poiché è apparsa sempre del tutto evidente, la loro essenziale cooperazione al fine di individuare soluzioni parificate alla complessità della situazioni oggi esistenti. Entrando nello specifico, SIULP, SAP, UGL POLIZIA DI STATO e CONSAP hanno categoricamente ribadito l’impossibilità da parte dei poliziotti impiegati in tali centri, di poter sostenere il loro giornaliero e logorante impiego, senza adeguate misure standard di sicurezza che significano prioritariamente un adeguamento organico rispetto le attuali dotazioni e che devono essere sempre direttamente connesse ad una coerente valutazione del numero delle persone da vigilare e della logistica (spesso fatiscente e insufficiente per spazio di sussistenza) che li ospita, anche per periodi che le norme oggi in vigore autorizzano fino a 18 mesi.

Abbiamo rappresentato che l’innovazione introdotta con il D.L. n. 89 del 23 giugno 2011 che ha previsto l’elevazione del limite di trattenimento degli stranieri irregolari all’interno dei C.I.E. fino a 18 mesi, sia inutile, dannosa e dispendiosa in termini economici, poiché l’esperienza professionale sul "campo" ci ha insegnato che se lo straniero irregolare non viene identificato dalle Forze di Polizia nei primi 60 giorni dal suo ingresso nel territorio italiano, quasi sicuramente non sarà più possibile nei mesi successivi. Pertanto, anche alla luce di queste considerazioni, abbiamo richiesto di farsi interpreti dell’esigenza di una modifica legislativa che riduca i tempi di trattenimento degli stranieri all’interno dei C.I.E. È stata altresì rappresentata la necessità di controllare tutti i contratti vigenti stipulati con gli Enti che operano all’interno dei C.I.E. e dei C.A.R.A., per verificare se sono garantiti gli standard minimi di qualità dei servizi offerti agli immigrati trattenuti nei Centri, in quanto, molto spesso la carenza di tali servizi rappresenta motivo di rivolta all’interno degli stessi. Parimenti, il cartello ha posto l’accento l’ulteriore beffa a danno dei poliziotti impiegati in tali strutture in O.P., i quali durante il 2013 si sono visti diminuire drasticamente i loro compensi di straordinario, pur con immutate esigenze di partecipazione, con la giustificazione dell’esaurimento delle risorse erogate con finanziamento europeo denominato "Emergenza Nord Africa", rimandando a future contabilità speciali il pagamento dello straordinario eccedente oltre il limite delle 55 ore mensili. Ciò non è tollerabile ed è stato ribadito con fermezza, che quanto maturato con sacrificio dai colleghi deve essere pagato nel più breve tempo possibile e possibilmente insieme alle spettanze ancora non liquidate del 2012. E’ stato anche evidenziato, l’anacronistico smembramento di nuclei dei Reparti Mobili all’interno dei siti, per utilizzare le singole unità in compiti di accompagnamento o di vigilanza che oltre a non essere previste dal precipuo regolamento d’impiego, sottraggono capacità di efficace contrasto e intervento operativo, nel caso di scontri o sommosse sempre in agguato nei centri di accoglienza e pronti ad esplodere come bombe ad orologeria. Sono state lamentate ancora, alcune lacune circa un’adeguata assistenza sanitaria per il personale e la relativa fornitura di materiale appropriato per il contatto con gli extracomunitari ancora da visitare. È stata, pure, sottolineata la disomogeneità di trattamento per quanto concerne la sistemazione logistica tra il personale impegnato in O.P., usualmente alloggiato in strutture dell’amministrazione che non ricalcano in nessun modo i dettami stabiliti dal recente regolamento incardinato nell’Accordo Nazionale Quadro e quello inviato in regime di missione e ospitato quasi integralmente in strutture alberghiere. Tale diversificazione di trattamento a giudizio delle scriventi OO.SS. non deve più esistere. L’Amministrazione, preso atto di tutte le richieste formulate dal Cartello, nel ringraziare per il proficuo e franco confronto avuto con le stesse e riconoscendo la difficile e pericolosa situazione esistente, oltre ad annunciare un piano di rinforzo organico nei prossimi trasferimenti, nei luoghi ove insistono le strutture di accoglienza, ha manifestato la propria intenzione di ricercare nell’immediato ogni percorso utile a determinare soluzioni politiche, logistiche e economiche capaci di far affrontare a tutti gli operatori della Polizia di Stato, in maniera dignitosa e professionale e per le specifiche e insostituibili competenze, il dramma dell’immigrazione clandestina." Segreterie Generali Nazionali Siulp, SAP, Ugl e Consap

Concessioni permessi RLS, la battaglia del SAP

DOCUMENTO CONGIUNTO DI TUTTI I SINDACATI - INCONTRO TAVOLO EX ARTICOLO 25 ANQ

"Giovedì 18 luglio u.s. si è riunito negli uffici del Dipartimento, su sollecitazione del Giudice del lavoro di Bologna, il tavolo ex art.25 ANQ per dirimere una controversia interpretativa relativa all’applicazione delle norme concernenti la disciplina della concessione dei permessi destinati allo sviluppo delle mansioni dei RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza). L’invito della magistratura bolognese trova la propria fonte in una denuncia per comportamento antisindacale presentata dal SAP di quella provincia in quanto, in base ad una interpretazione arbitraria operata dall’Ufficio per la Relazioni Sindacali del Dipartimento della P.S., il limite minimo e inderogabile di detti permessi veniva decurtato enormemente decretando l’abolizione di fatto del RLS che si trova pertanto nelle condizioni di non poter operare per sviluppare le funzioni previste dalla legge. L’interpretazione fornita dal Dipartimento della P.S. (76 ore annuali per ogni provincia in capo ad ogni sigla sindacale) su espresso quesito del Dirigente del Compartimento Polfer Emilia Romagna ha dato inizio al contenzioso giurisdizionale in quanto palesemente lesiva dei disposti dall’art. 23 dell’accordo nazionale quadro e dall’art.47 della 81/2008. La difficoltà dell’Amministrazione a sostenere la legittimità della propria interpretazione e la correttezza della procedura intrapresa per esprimerla ha determinato immediatamente il forte imbarazzo e disappunto di tutte le sigle sindacali che non hanno mancato di stigmatizzare la inaccettabilità di quanto accaduto. In prima istanza si è rilevata la scorrettezza del comportamento dell’Amministrazione che, da accordi presi, avrebbe dovuto discutere l’interpretazione di norme di rango primario nel tavolo mensile di confronto al fine di notiziare tutti i soggetti sindacali e prevenire future conflittualità mentre per contro, a distanza di mesi, hanno preso cognizione della questione unicamente su "input" del Giudice del lavoro di Bologna.

In seconda istanza tutte le sigle sindacali non hanno mancato di rilevare il palese contrasto del parere espresso con la normativa in vigore. Nel momento in cui si provvedeva ad illustrare i termini del contenzioso, facendo cenno anche della proposta del giudice del lavoro di Bologna, l’Amministrazione rilevava che quest'ultima non poteva essere presa in considerazione in quanto il tavolo ex art.25 ANQ e' una sede unicamente interpretativa delle norme esistenti mentre una analisi della proposta del detto magistrato e' competenza esclusiva di un altro tavolo, ossia quello negoziale. In tal modo l’Amministrazione ha posto un limite estremamente frustrante all’azione propositiva dei sindacati costretti ad operare unicamente sulle norme in vigore. Solamente nella seconda fase della discussione, però, è stato possibile riscontrare che il vero intendimento perseguito dall’Amministrazione nel convocare il tavolo ex art.25 ANQ fosse quello di evitare una condanna nel processo davanti al Giudice del lavoro di Bologna per comportamento anti sindacale ex art.28 legge 20 maggio 1970 n. 300. Infatti, dopo una pausa di alcuni minuti chiesta dai rappresentanti dell’Amministrazione, questi al rientro, contraddicendo il proprio atteggiamento in merito alla delimitazione del campo di discussione, hanno proposto un parziale accoglimento di quanto suggerito dal Giudice del lavoro di Bologna pretendendo però di delimitare l’efficacia di tale interpretazione unicamente alla provincia di Bologna con la conseguenza di escludere il resto del territorio nazionale. Resta chiaro che tutte le sigle sindacali (rilievo posto da SIULP, SIAP, UGL Polizia di Stato, CONSAP e UIL-Polizia) hanno rigettato la proposta in quanto, oltre a essere irricevibile per il limitato ed ingiustificato campo di efficacia (provincia di Bologna) dimostrava che quest’ultima era stata concepita unicamente nel tentativo di rompere il fronte sindacale e di affrancarsi da una responsabilità processuale sia attuale che futura. Quanto appena affermato si evince, inoltre, dal fatto che in maniera molto discutibile (come evidenziato dal COISP) non ha trovato applicazione il contenuto del 5° comma dell’art.25 ANQ ove stabilisce che il parere prevalente del tavolo è vincolante e il Presidente dello stesso deve emanare direttive conformi. Per converso, il fatto che otto sigle sindacali abbiano espresso la medesima interpretazione, è stato ritenuto irrilevante e in alcun modo risolutivo della questione proposta. Le motivazioni sopra illustrate hanno portato le OO.SS. firmatarie del presente documento ad assumere la determinazione di non sottoscrivere la scheda riassuntiva dei lavori del tavolo interpretativo del 18 luglio u.s. in quanto non genuino relativamente alla dinamica del dibattito e dei pareri ivi riportati. Si manifesta, inoltre, la disponibilità (richiesta dal SILP per la CGIL) ad attivare al più presto la sede negoziale per definire le norme disciplinanti la concessione dei permessi destinati agli RLS oltre a richiedere di dar corso (come proposto dal SIULP) alle procedure di raffreddamento di cui all'art. 8 del D.Lgs.vo 195/95 atteso che, diversamente l'Amministrazione avrebbe sempre un ruolo preminente nel definire i pareri anche di fronte ad una posizione unitaria delle OO.SS. " Segreterie Generali Nazionali Siulp, SAP, Siap, Silp, Ugl, Coisp, Uil e Consap

Sedi disagiate, nuova riunione del tavolo tecnico

COMUNICATO CONGIUNTO SEDI DISAGIATE, SECONDA RIUNIONE DEL TAVOLO TECNICO

" Nella mattinata del 22 luglio si è svolto il secondo incontro del tavolo tecnico istituito tra una delegazione del Dipartimento della P.S. guidata dal direttore per le Relazioni Sindacali Castrese De Rosa e da funzionari del Servizio Affari Generali e le Organizzazioni Sindacali per l' individuazione dei criteri per la definizione delle sedi di servizio considerate disagiate. Nel corso della riunione, sono stati definiti una serie di criteri di valutazione che si basano sulle condizioni climatiche critiche ove ha sede l'Ufficio; sull’assenza, entro un determinata distanza dall'Ufficio, di strutture ospedaliere o di pronto soccorsi; sulla mancanza d'istituti scolastici pubblici dell’obbligo, entro una determinata distanza dall'Ufficio; sulla mancanza di servizio di trasporti pubblici urbani e extraurbani, entro una determinata distanza dall'Ufficio; sulla mancanza di alloggi collettivi di servizio utilizzabili; sulla mancanza di mensa di servizio funzionante.

E' stata predisposta una scheda di rilevamento sulla quale verranno indicati tali parametri e con una nota della Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato, verrà trasmessa a tutti i Questori di tutte le province che, entro il 30 settembre 2013 dovranno restituirla compilata ed inviata per posta certificata per ognuna degli Uffici e/o Reparti in cui si rileveranno tali parametri presenti, attingendo riscontri anche dal contributo fornito dai responsabili degli Uffici di specialità operanti nell'ambito di ogni provincia, al fine di far confluire al centro tutti i dati e la certificata sussistenza di uno o più dei citati criteri in capo a taluni Uffici presenti nei rispettivi territori, al fine di avere un quadro complessivo, dettagliato, generalizzato ed aggiornato di rilevamento dei dati.

All'esito del rilevamento, sulla scorta dei dati raccolti, il tavolo tecnico riprenderà i lavori per stabilire, quanti e quali dovranno essere tra quelli sopra citati i parametri da considerare ai fini della dichiarazione di sede disagiata, tenendo conto di un quadro di sostenibilità economica e sopratutto quali e quante sedi rientreranno in ognuno dei due elenchi che verranno stilati sulla scorta dell'entità del disagio verificato, come già precisato nelle precedenti comunicazioni sull'argomento.

Le scriventi organizzazioni sindacali hanno nuovamente evidenziato come si tratti di una materia complessa e delicata ed in particolare, Siulp, Sap, Ugl Polizia e Consap, hanno sottolineato come 'obbiettivo debba essere quella di non penalizzare, o discriminare il personale che presta servizio in sedi considerate disagiate, nonostante la difficoltà di definire e circoscrivere in modo oggettivo parametri che contemplino il concetto di disagio. Quello che è necessario riuscire a garantire, individuati i criteri, che il tutto venga definito con equità e trasparenza, correggendo alcune attuali incongruenze, con eventuali possibili integrazioni, mediante criteri certi e verificabili.

I lavori del tavolo tecnico proseguiranno dopo il 30 settembre p.v. per un'analisi dettagliata del materiale raccolto dal territorio, prima di giungere alla redazione dell'elenco definitivo delle due fasce delle nuove sedi disagiate." Segreterie Generali Nazionali Siulp, SAP, Ugl e Consap

Valdisusa, il SAP sempre dalla parte dei colleghi!

L'avvocato del SAP Pierfranco Bertolino, che ci rappresenta splendidamente al processo torinese contro i no tav violenti, ha annunciato - in una intervista pubblicata dall'Huffington Post diretto da Lucia Annunziata (Gruppo Espresso), disponibile sul nostro sito internet - l'intenzione di denunciare la ragazza attivista del movimento che ha parlato di presunte violenze e abusi da parte dei colleghi durante gli scontri della scorsa settimana. Dopo la nostra storica costituzione di parte civile, la battaglia del SAP per la tutela dei colleghi prosegue con forza!

Aggiornamento paghe Allievi, ecco come stanno le cose

Come e' noto, con la mensilita' di giugno 2013, sono stati aggiornati gli importi stipendiali spettanti agli Allievi Agenti, Allievi Vice Ispettori e Allievi Vice Revisori. Siccome circolano notizie non veritiere, e' opportuno precisare e ribadire che questo aumento delle paghe degli Allievi Agenti (e degli altri Ruoli) e' dovuto unicamente all’incremento previsto dall’ultimo accordo sindacale biennio economico 2008-2009, recepito nel dPR 184/2010. 

Si tratta, pertanto, di un aumento fisiologico che nulla ha a che vedere con il ricorso al TAR che il SAP sta predisponendo a tutela dei colleghi ex Vfb ed ex Vfp, attualmente o gia' frequentatori del corso per Allievi Agenti, che mira a sanare i danni economici da questi subiti per la mancata copertura previdenziale e il trattamento economico estremamente penalizzante durante i primi sei mesi di corso, eliminando cosi' la disparità di trattamento rispetto ai colleghi Allievi finanzieri e Allievi carabinieri.