Roma, 15 luglio 2013
Strategia della tensione
L’Editoriale di Nicola Tanzi
Da tempo in Valdisusa la strategia dell’ala violenta del movimento No Tav è cambiata. Ormai da due anni, specialmente d’estate, viene posta in essere una guerriglia organizzata ed evidentemente ben finanziata che ha il palese scopo di fare male, di ferire o causare danni più gravi ai poliziotti e ai carabinieri in servizio, agli operai che lavorano nel cantiere, ai cittadini che pacificamente e legittimamente manifestano contro l’alta velocità.
Nei giorni scorsi l’ultimo attacco subito ha avuto i netti connotati dell’agguato: cinquanta incappucciati si sono avvicinati al cancello del cantiere di Chiomonte per forzarlo, scoppi a raffica con petardi trasformati in ordigni, spari di bengala ad altezza uomo con un mortaio, bombe molotov sequestrate dalla Digos nei boschi circostanti.
E non voglio dilungarmi su altri dettagli.
Io provengo da quella generazione di poliziotti e di investigatori che ha vissuto e operato negli anni settanta ed ottanta. Riconosco e vedo nelle tensioni e nelle violenze della Valdisusa, alimentate anche dal disagio sociale, alcune inquietanti analogie con gli anni più bui della nostra Repubblica. Anni in cui poliziotti, magistrati, sindacalisti, politici e giornalisti morivano per le strade solo perché considerati "simboli", "bersagli" da parte di chi contestava il sistema e voleva sovvertirlo. Sono centinaia gli operatori delle Forze dell’Ordine feriti in Valdisusa solo negli ultimi due anni, da quella terribile estate 2011 che ha fatto da spartiacque nella strategia della tensione portata avanti dal mondo antagonista e anarco-insurrezionalista, da tempo saldato con l’ala "dura e pura" del movimento No Tav. Noi siamo in prima fila nella difesa dei colleghi, siamo stati i primi a costituirci parte civile al processo che in questi mesi si sta svolgendo a Torino, non perdiamo occasione per ricordare al Governo e a chi ha responsabilità
istituzionali e politiche che la situazione ha raggiunto un punto di non ritorno. Ormai non si tratta più soltanto di una questione di ordine pubblico, ma – come dicevo – di guerriglia. Per questo, non possono bastare poliziotti e carabinieri, ma serve l’esercito. Occorre militarizzare l’area del cantiere, prevedere l’utilizzo delle forze armate, mettere in sicurezza tutta la zona bonificando la Valdisusa da presidi e campeggi non autorizzati. Se non si avrà la forza – e diciamocelo pure, il coraggio – di prendere decisioni di questo tipo, la mattanza è destinata a proseguire. Si aspetta, forse, che accada qualcosa di irreparabile? Le Forze di Polizia continueranno a fare il proprio dovere sino in fondo, questo è chiaro. Ma la corda non può essere tirata ancora a lungo. E’ bene che la politica tutta, le Istituzioni a qualsiasi livello, il Governo Letta e anche il Ministro dell’Interno se ne rendano conto. E agiscano di conseguenza. Orgogliosi di essere SAP!
VIOLENZE IN VALDISUSA: SUL NOSTRO SITO WEB SONO DISPONIBILI I LANCI DI AGENZIA E I NUMEROSI QUOTIDIANI NAZIONALI CHE HANNO RIPRESO LA POSIZIONE DEL SAP
Sedi disagiate, la posizione del SAP
Si e' svolta al Dipartimento la riunita relativa al progetto di rivisitazione dei criteri che individuano le sedi disagiate. Il SAP ha ribadito la propria posizione nell'ambito del comunicato congiunto che rendiamo disponibile di seguito. La nostra delegazione, costituita dal Segretario Generale Aggiunto Francesco Quattrocchi e dal Segretario Nazionale Michele Dressadore, ha consegnato inoltre all'Amministrazione un appunto nel quale ha ribadito la necessita' assoluta di inserire nuove sedi tra quelle da considerare disagiate, come ad esempio il Settore Polizia di Frontiera di Bardonecchia (Torino) e il Centro Operativo Autostradale di Lamezia Terme (Catanzaro).
COMUNICATO CONGIUNTO SEDI DISAGIATE, ESITO 1° INCONTRO RIPARTE IL TAVOLO TECNICO PER LA DEFINIZIONE DEI CRITERI
"Nella mattinata dell’11 luglio si è svolto il preannunciato incontro tra una delegazione del Dipartimento della P.S. guidata dal direttore per le Relazioni Sindacali Castrese De Rosa e dal Direttore del Servizio Affari Generali Nicola De Cristofaro e le Organizzazioni Sindacali per la individuazione dei criteri per la definizione delle sedi di servizio considerate disagiate. Nel corso della riunione i rappresentanti di parte pubblica hanno illustrato una bozza di progetto di rivisitazione dei criteri per l’individuazione delle c.d. sedi disagiate predisposta direttamente dall'Amministrazione come base per l'avvio della discussione sulla delicata e complessa problematica. Tale progetto prevedrebbe, secondo la proposta dell'Amministrazione, la realizzazione di un doppio binario circa il riconoscimento delle sedi:
nella prima fascia si propone l’inserimento delle sedi che risulteranno maggiormente disagiate,
nella seconda verranno inserite quelle che risulteranno tali ma in una misura minore rispetto alle prime.
Per tutte le sedi che entreranno nell' ipotesi delle due fasce, però, resterà il beneficio della fruizione del buono pasto giornaliero mentre divergerà tra le sedi delle due fasce solo l'attribuzione di un diverso punteggio ai fini della graduatoria sulla mobilità.. Per quanto riguarda i parametri indicati, l’Amministrazione ha fatto riferimento ad una serie di criteri di valutazione che si basano sulle condizioni climatiche, sull’inquinamento acustico, sull’assenza o comunque sulla distanza di ospedali o pronto soccorsi, sulla mancanza di scuole dell’obbligo, sulla mancanza di trasporti pubblici, sul rischio sismico, e soprattutto, in via prioritaria, sul numero delle domande di trasferimento in entrata ed in uscita per quel determinato posto di polizia.
Nel progetto dell’Amministrazione l’inserimento in una determinata fascia darà diritto al personale che vi fa servizio, di avere un determinato punteggio da definire e quantificare ai fini del trasferimento. Le scriventi organizzazioni sindacali hanno messo in evidenza l’importanza e la delicatezza di tale tematica e in particolare, Siulp, Sap, Ugl Polizia e Consap hanno evidenziato che l’obiettivo che deve essere seguito nella stesura dei nuovi criteri per l’individuazione delle sedi disagiate deve essere accompagnato dai principi di equità e trasparenza, criteri certi obbietti e verificabili da accertare per ogni sede presa in esame, nell’interesse dei colleghi che, loro malgrado, sono costretti a svolgere la loro attività lavorativa in sedi "penalizzate" e "penalizzanti".
Proprio per questo motivo e per l’incidenza che il punteggio suppletivo legato all’appartenenza ad una sede disagiata rispetto ad un’altra avrà sui movimenti, appare utile ed opportuno rimarcare che la tematica delle sedi disagiate dovrà essere inquadrata in un più ampio contesto legato alle nuove norme che regoleranno la mobilità degli appartenenti alla Polizia di Stato. La riunione si è conclusa con l’impegno a riprendere al più presto, fin dalla prossima settimana, i lavori del "tavolo per le sedi disagiate" che erano state interrotte da tempo" .
Segreterie Generali Nazionali Siulp, SAP, Ugl e Consap
Visita medica presso la CMO e spese di viaggio
Il SAP è intervenuto con forza nei confronti del Dipartimento in merito alla questione del mancato pagamento delle spese di viaggio sostenute dai colleghi per sottoporsi a visita medica presso la CMO, finalizzata al riconoscimento o all’aggravamento della causa di servizio. La Direzione Centrale per le Risorse Umane ci ha risposto attraverso l’Ufficio per le Relazioni Sindacali – la nota è integralmente disponibile sul nostro sito, area news –, precisando che occorre distinguere se la procedura di
invio alla CMO è stata attivata per accertamenti disposti d’ufficio o nell’interesse dell’Amministrazione o a seguito di istanza del dipendente. Nel primo caso, conferma il Dipartimento, sarà possibile procedere al rimborso delle spese relative alla missione effettuata per sostenere le visite mediche in questione; nel secondo caso, sarà necessario attendere per il rimborso il formale riconoscimento o aggravamento della causa di servizio. Pertanto, il trattamento economico di missione e il relativo anticipo potranno essere corrisposti esclusivamente nel caso in cui gli accertamenti sanitari siano legati al giudizio di riconoscimento di dipendenza da causa di servizio delle lesioni traumatiche a causa violenta, attestato con il cosiddetto modello C.
La scomparsa di Massimo Impieri
Il collega Massimo Impieri, Assistente, iscritto SAP, 34enne originario di Sapri, in forza alla Sezione Polizia Stradale di Crotone, e’ morto nei giorni scorsi dopo essere stato travolto da un'auto pirata mentre stava effettuando dei rilievi stradali su un incidente.
Si tratta dell’ennesima vittima tra i colleghi ed in particolare tra gli operatori della Polizia Stradale che pagano spesso un prezzo altissimo per i loro servizi e i loro sacrifici.
Il SAP ha partecipato con dolore ai funerali che si sono svolti a Sapri alla presenza del Capo della Polizia Alessandro Pansa.
La nostra delegazione, guidata dal Segretario Generale Aggiunto Ernesto Morandini, era composta dal Segretario Provinciale di Salerno Massimo Napoletano, dal Segretario Provinciale di Napoli Vincenzo della Vecchia, da Pasquale Martorelli dei Probiviri nazionali e da molti altri colleghi.
Tutta la Segreteria Generale del SAP ha espresso profondo cordoglio per la perdita di un bravo collega e di un caro amico
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