Roma, 28 gennaio 2013

Caro candidato, ti scrivo…

L’Editoriale di Nicola Tanzi

Caro candidato,

ho il piacere e soprattutto l'onore di rappresentare il maggiore sindacato autonomo della Polizia di Stato e la prima organizzazione per numero di iscritti - nell'ambito della Consulta Sicurezza costituita da SAP, SAPPe, SAPAF e CONAPO - di tutto il Comparto Sicurezza.

Le elezioni politiche sono ormai prossime e credo sia necessario che chi si candida alla guida del Paese e a rappresentare tutti noi in Parlamento debba tenere conto delle esigenze delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e delle Forze dell'Ordine, senza il cui fondamentale apporto la sicurezza dei cittadini non puo' essere in alcun modo garantita. In questi ultimi anni le manovre di bilancio e i tagli alla spesa pubblica hanno colpito pesantemente il nostro settore, tanto da costringerci più volte a scendere in piazza, contro Governi e maggioranze parlamentari di qualsiasi colore politiche, per esprimere il nostro dissenso e la nostra preoccupazione. Le nostre proposte sono semplici e facilmente attuabili, soprattutto se il nuovo Parlamento e il nuovo Governo, attraverso un dialogo concreto con le parti sociali, sapranno imprimere una svolta reale alle loro scelte politiche. Partiamo, per prima cosa, dalle risorse. La nostra organizzazione non si limita a fare proposte o ad avere pretese, ma offre soluzioni praticabili per reperire quegli appostamenti economici necessari per qualsiasi intervento.

Fondo Unico Giustizia

Come è noto, con la legge 181/2008 è stato istituito il Fondo Unico Giustizia (Fug) alimentato dalle risorse e dai titoli monetizzabili sottratti con sequestri e confische dalla disponibilità delle organizzazioni di tipo mafioso. Il Fug è destinato per il 49 per cento all’incremento delle risorse del Ministero dell’Interno e per il 49 per cento a quello della Giustizia. La Commissione Bilancio della Camera ha dichiarato che alla data del 31 dicembre 2011 le risorse intestate al Fug ammontano a oltre 2 miliardi e 200 milioni, che l’effettiva disponibilità ammonta a poco più di un miliardo e che, visto che una parte delle risorse non risulta ancora definitivamente confiscata, alla data del 31 dicembre 2012 la previsione sugli appostamenti realmente spendibili è pari a circa 661 milioni. La prima richiesta che il Sindacato Autonomo di Polizia pone è quella di poter utilizzare realmente queste risorse perché fino ad oggi è risultata, anche agli atti parlamentari, una indisponibilità delle somme in questione.

Razionalizzazione delle Forze di Polizia

A oltre trent’anni dalla Legge 121/1981 che ha ridisegnato il sistema sicurezza nel nostro Paese, è opportuno e necessario rivedere l’attuale assetto che prevede la presenza di cinque Corpi di Polizia a carattere nazionale, di altri Corpi nazionali e locali che hanno, in molti casi, le stesse competenze e svolgono mansioni simili, se non uguali. La proposta del Sindacato Autonomo di Polizia, che portiamo avanti da molti anni, è quella di una razionalizzazione che rispetti la storia di ciascun Corpo, esaltandone le peculiarità e nel contempo rendendo maggiormente efficiente tutto il sistema, con la conseguenza di produrre maggiore sicurezza per i cittadini e risparmi economici che abbiamo quantificato in non meno di tre, addirittura quattro miliardi di euro. Innanzitutto, a nostro avviso, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri dovrebbero essere entrambi alle dipendenze funzionali del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e quindi del Ministero dell’Interno. Così come per altro avviene in Francia. Questo permetterebbe un maggior coordinamento dei due principali Corpi di Polizia nazionali e risparmi derivanti dalla gestione comune di uffici, mezzi, strutture, organici etc. A questo primo passo, andrebbe fatto seguire un secondo: Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato potrebbero diventare delle Specialità della Polizia di Stato, analogamente a quanto avviene già oggi per la Polizia Stradale e la Polizia Ferroviaria. E’ di tutta evidenza come un’operazione del genere, salvaguardando la storia e le peculiarità di questi Corpi, permetterebbe risparmi e maggiore efficienza. Un discorso analogo potrebbe essere fatto anche per la Guardia di Finanza. Infine, ma non meno importante, è di fondamentale rilevanza una profonda riflessione sulla riforma del titolo V della Costituzione in materia di sicurezza locale e urbana che, lungi dal produrre maggiore sicurezza sui territori, si è palesata in realtà fonte di duplicazioni di competenze e talvolta anche di sprechi.

Definita la questione del COME reperire le risorse, è necessario adesso capire COME spendere queste risorse.

Specificità della professione

Nel 2010, nell’ambito del cosiddetto "Collegato Lavoro", fu approvata una fondamentale norma frutto di una trentennale battaglia del Sindacato Autonomo di Polizia che da sempre ha rivendicato la diversità e la peculiarità delle donne e degli uomini in divisa rispetto al restante pubblico impiego. La norma in questione recita: "Ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica, pensionistica e previdenziale, è riconosciuta la specificità del ruolo delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco". Questa tutela garantita dall’ordinamento è rimasta però, in molti casi, lettera morta. Il primo impegno di chi si appresta a governare il Paese dev’essere quello di rispettare la Specificità della professione, di garantirla tangibilmente e realmente, di dialogare in maniera concreta col sindacato prima di approvare qualsiasi riforma o legge relativa ai comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico.

Assunzioni e concorsi

Come è noto, la legge 226/2004 ha abolito la leva obbligatoria e ha disciplinato la figura dei volontari di truppa in ferma. Da allora, i concorsi che hanno determinato l’accesso nella Polizia di Stato e nelle Forze dell’Ordine si sono svolti principalmente attraverso il canale dei Vfp1 e Vfp4, con una compressione significativa dei bandi pubblici, aperti a tutti i cittadini. Per altro, i concorsi destinati ai volontari in ferma breve, prevedendo il sistema delle due aliquote (una prima aliquota di vincitori destinata ad entrare subito in servizio, l’altra costretta a svolgere ulteriori quattro anni di servizio nelle forze armate), hanno determinato disparità di trattamento, minor ingresso di personale giovane nelle Forze dell’Ordine, carenza di organico. La nostra richiesta è quella di procedere, da subito, all’assunzione del personale delle seconde aliquote che risulti vincitore di concorso e, nel contempo, avviare una nuova stagione di bandi pubblici che consenta a tutti i cittadini – e dia maggiori garanzia alle donne (oggi penalizzate dalle modalità concorsuali) – di poter entrare nella Polizia di Stato, abbattendo il gap oggi determinato dalla riduzione del turn over.

Presidi e mezzi

Si è tentato, negli ultimi mesi, di razionalizzare la presenza dello Stato sul territorio con un provvedimento che ha rischiato di andare a toccare anche il numero delle Questure. Ad oggi, grazie all’impegno del sindacato e alla fine della legislatura, tale intendimento non si è concretizzato. Come organizzazione sindacale autonoma di riferimento del comparto sicurezza, noi crediamo che qualsiasi tipo di ipotesi di razionalizzazione delle strutture e dei presidi delle Forze dell’Ordine debba scaturire da un ampio tavolo di confronto che metta sul tappeto anche la citata questione della razionalizzazione delle Forze di Polizia. L’ottica, però, non deve essere quella di effettuare tagli indiscriminati e ridurre la presenza dei Presidi di sicurezza sui territori, specie su quelli a più alta densità criminale. L’obiettivo deve essere, a nostro avviso, quello di rafforzare il sistema sicurezza e non di ridurne l’efficienza a danno, in primo luogo, dei cittadini. E’ impensabile avere uffici sotto sfratto perché il Ministero dell’Interno non riesce a garantire il regolare pagamento degli affitti, svolgere servizi con mezzi e vetture che hanno 250.000 km e che sono spesso in manutenzione (in molti casi mancano i soldi per le stesse manutenzioni), operare quotidianamente al servizio dei cittadini senza avere adeguati strumenti e dotazioni, come computer di ultima generazione.

Riordino delle carriere

Nella legislatura che sta per concludersi il Viminale, assieme ai sindacati, ha elaborato una proposta di riforma dei ruoli e delle qualifiche della Polizia di Stato che oggi è al vaglio di un tavolo interministeriale per la necessaria condivisione con le altre Amministrazioni dei comparti di riferimento. Si tratta di un importante lavoro che può e deve essere portato a conclusione attraverso la presentazione di un disegno di legge delega che, ad avviso del SAP, deve costituire uno dei primi passi del nuovo Governo e uno degli impegni prioritari da parte di chi aspira a sedere in Parlamento.

Sistema pensionistico

Il Regolamento di armonizzazione del sistema pensionistico delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, previsto dall’art. 24 del decreto 201/2011, convertito con modificazioni nella legge 214/2011, non ha trovato, per fortuna, applicazione in considerazione del termine anticipato della legislatura e, sia detto con forza, dell’impegno del sindacato di polizia volto a tutelare la Specificità della Professione. Crediamo che il sistema pensionistico dei professionisti della sicurezza, che ha comunque subito una serie di modifiche e penalizzazioni dal 1995 in poi con la Riforma Amato e con le successive revisioni, non debba essere toccato e occorra mantenere intatti quei meccanismi ancor oggi esistenti che non sono un privilegio, ma che servono a tutelare chi rischia la vita ogni giorno, chi opera di notte e nei giorni festivi, chi non può restare in servizio ad inseguire criminali fino ad una età geriatrica. Nel contempo, occorre avviare finalmente un percorso che porti all’attuazione di un sistema di previdenza complementare efficace, necessario per tutelare le pen-

sioni del personale in divisa più giovane, pensioni che oggi – come per il restante

pubblico impiego – vengono calcolate integralmente con il sistema contributivo e che rischiano, nei prossimi anni, di creare dei nuovi poveri, dopo una vita spesa al servizio dello Stato.

Contratti, indennità e una tantum

Il contratto del personale delle Forze di Polizia è fermo dall’anno 2011 è il blocco è destinato a perdurare per tutto il 2014. Le indennità relative alle peculiarità della professione che si è tentato di salvaguardare attraverso l’istituto dell’una tantum non sono, ad oggi, corrisposte nella loro interezza a causa del mancato finanziamento delle voci di bilancio ministeriale relative. Quotidiani e cronici problemi sono determinati, per gli operatori, dal ritardo di mesi se non di anni nei pagamenti delle indennità di Specialità relative alla Polizia Stradale, alla Polizia Postale e alla Polfer, oltre al cronico ritardo della corresponsione delle ore di lavoro straordinario. Crediamo che sia necessaria una netta inversione di tendenza perché la politica della "coperta corta" non può soddisfare le esigenze del personale e mette a rischio la stessa sicurezza dei cittadini. Occorre garantire il regolare pagamento delle prestazioni lavorative effettuate dai poliziotti, anche in ottemperanza a precisi vincoli costituzionali e normativi. Ed è bene ricordare che tali prestazioni sono obbligatorie e legate ad esigenze di sicurezza, quindi non rinviabili e non sopprimibili. Soprattutto, per il personale non è possibile sottrarsi a tali compiti, determinando l’assurda situazione, in molti casi, di dover operare e lavorare senza garanzia alcuna sul pagamento di quanto dovuto e previsto. Occorre valutare l’apertura di un tavolo di confronto per discutere del nostro contratto di lavoro e delle questioni che attengono tutte le indennità e le spettanze per il personale.

Garanzie funzionali

Ultimo, ma non meno importante, è il tema delle cosiddette garanzie funzionali per l’attività professionale degli appartenenti alle Forze di Polizia. Recenti fatti di ordine pubblico (e non solo) pongono la necessità, assieme alle garanzie per il cittadino, di una maggiore tutela dell’operatore di polizia. In sintesi, le nostre proposte si riassumono in queste richieste: non obbligatorietà dell'iscrizione nel registro degli indagati degli operatori di polizia per fatti commessi in servizio, competenza del procuratore generale e non del pubblico ministero per azioni e comportamenti delle forze dell'ordine, responsabilità civile solo nei casi di dolo e non per colpa grave, introduzione di una sorta di 'daspo preventivo' per impedire ai soggetti violenti già noti agli archivi delle forze di polizia di partecipare alle manifestazioni, previsione del cosiddetto 'fermo differito' per assicurare alla giustizia gli autori di violenze e devastazioni. Si tratta di modifiche di legge che possono essere approntate a costo zero, che garantirebbero all’operatore di polizia serenità nello svolgimento delle proprie funzioni e che fornirebbero maggiori garanzie ai cittadini.

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Queste sono le richieste, praticabili e concrete, che un sindacato serio e responsabile come il SAP rivolge a chi si candida. Temi sui quali ci aspettiamo risposte tangibili e sui quali valuteremo la classe politica, senza alcun pregiudizio ideologico. L’unico pregiudizio che abbiamo e al quale non rinunceremo mai è quello della tutela reale e sacrosanta del Poliziotto, dei suoi diritti e delle sue prerogative.

Orgogliosi di essere SAP!

Mille Ispettori e 80 Commissari, verso i concorsi

Sono state pubblicate le bozze di bando di concorso per 80 posti da Commissario (concorso pubblico) e per 1.000 Ispettori, riservato agli interni.

Si tratta, lo ripetiamo, di bozze. I bandi sono disponibili sul nostro sito internet.

Fondo 2012

E’ stata pubblicata una circolare della Direzione Centrale Risorse Umane – Servizio Tep e Spese Varie relativa alla rilevazione e alla segnalazione delle fattispecie remunerabili. La circolare è stata inviata agli Uffici e ai Reparti sul territorio ed è integralmente e pubblicamente disponibile sul nostro sito internet.