Roma, 27 agosto 2012

Scorte e "privilegi"

L’Editoriale di Nicola Tanzi

La sacrosanta e necessaria riduzione delle scorte dei politici, soprattutto di coloro che sono "ex" e che utilizzano il prezioso dispositivo di sicurezza assicurato dai colleghi come uno status symbol, non deve diventare un pretesto per attaccare e criticare le Forze di Polizia e soprattutto coloro che sono comandati di servizio nei delicati compiti di tutela e protezione della "personalità" di turno.

Come SAP abbiamo chiesto da tempo il ridimensionamento del numero delle scorte e nel mese di agosto siamo stati protagonisti - su giornali, agenzie, tv e radio (tutto disponibile sul nostro sito internet) - di un intenso dibattito politico e mediatico dove abbiamo espresso con chiarezza le nostre posizioni e le nostre proposte concrete: eliminazione delle scorte dei cosiddetti "ex" e ulteriore riduzione di quelle di quarto livello, rafforzamento del dispositivo per le alte cariche dello Stato, utilizzo dell’Esercito e delle Forze Armate per i servizi di vigilanza e piantonamento nei pressi delle abitazioni degli scortati, imputazione delle spese delle scorte alle Amministrazioni di competenza (al Quirinale per il Presidente della Repubblica, a Palazzo Chigi per il Presidente del Consiglio e via dicendo).

Tutto questo, però, non deve far perdere di vista il pericoloso, delicato e insostituibile lavoro dei Poliziotti e delle Forze dell’Ordine che assicurano i servizi di scorta.

Gente che sacrifica la propria vita personale, che non guadagna certo le cifre che qualche giornale poco informato ha pubblicato e che soprattutto deve spesso anticipare di tasca propria i soldi delle missioni. Professionisti della sicurezza che non fanno le vacanze gratis negli alberghi, come i soliti disinformati hanno insinuato, ma che hanno diritto da contratto – frutto di battaglie sindacali e non certo di "privilegi" – a dormire in albergo quando sono impegnati in servizio. Anche perché le nostre strutture, i nostri reparti e le nostre caserme non sono il più delle volte idonei a ospitare il personale.

A volte abbiamo davvero l’impressione di vivere in una strana nazione. Un Paese che chiede più sicurezza, ma che taglia risorse e personale alle Forze dell’Ordine. Un Paese dove il disagio sociale aumenta, ma che poco e mal considera il disagio quotidiano, le fatiche e i rischi dei professionisti della sicurezza. Un Paese dove alla fine tutto viene ridotto ad un problema di ordine pubblico, dove gli operatori delle Forze di Polizia un giorno sono Eroi e il giorno dopo diventano persecutori violenti o titolari di presunti privilegi.

Un noto politico, alcuni anni fa, ha scritto un libro intitolato: "Un Paese normale". Ci piacerebbe essere confortati dall’idea di vivere davvero in un Paese come tutti gli altri, ma le cose non stanno purtroppo così. Una cosa è sicura: noi del Sindacato Autonomo di Polizia siamo e saremo sempre dalla parte dei colleghi. Senza se e senza ma. Orgogliosi di essere SAP!

L’agenzia stampa ADNKRONOS intervista il SAP

SCORTE: TANZI (SAP), TOGLIERLE A TUTTI GLI 'EX' PERbRECUPERARE RISORSE Roma, 20 ago. (Adnkronos) 'Togliere le scorte a tutti gli 'ex'' in modo da 'recuperare risorse per il settore della sicurezza, un comparto che soffre una situazione ormai non piu' sostenibile'. E' Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, Sindacato Autonomo di Polizia, a sottolineare all'Adnkronos 'la necessita' di andare fino in fondo sulle scorte. Apprezziamo l'annunciata volonta' di rimodularle e chiediamo al ministro dell'Interno di continuare con decisione su questa strada'. 

'Se non saranno posti dei correttivi, il blocco del turn over -denuncia Tanzi- portera' ad una riduzione di circa 23mila poliziotti in tre anni, con un danno enorme e irreversibile per la sicurezza dei cittadini. Oltre che dalla razionalizzazione delle scorte, si potrebbero recuperare risorse dal Fondo unico per la giustizia'. 'E poi -aggiunge- bisogna ripensare il sistema generale della sicurezza nel nostro Paese. Non ci possiamo piu' permettere cinque forze dell'ordine, serve un dispositivo coordinato che metta ogni componente alle dipendenze del ministero dell'Interno'. (Sin/Opr/Adnkronos) 20-AGO-12 11:54 NNNN 

SCORTE: PIU' DI 500 PERSONE PROTETTE, OGNI GIORNO IMPEGNATI DUEMILA AGENTI/SCHEDA (RIF.: 'SCORTE: TANZI (SAP), TOGLIERLE A TUTTI GLI 'EX' PER RECUPERARE RISORSE') Roma, 20 ago. (Adnkronos) Secondo i dati piu' aggiornati, sono attualmente piu' di 500, in massima parte magistrati e parlamentari, le personalita' sottoposte a servizi di protezione. Erano 585 lo scorso aprile, ma con l'ultima spending review sono state riviste le posizioni di circa 70 beneficiari, che si sono visti tagliare la scorta. In particolare, si contano attualmente 17 scorte di primo livello (rischio imminente ed elevato) con tre auto blindate e tre agenti per auto, 82 scorte di secondo livello (rischio alto) con due auto blindate e tre agenti per auto, 312 scorte di terzo livello (rischio intermedio) con un'auto blindata e due agenti e un centinaio di scorte di quarto livello (rischio basso) con un'auto blindata e uno o due agenti. 

Ogni giorno sono impegnati nei servizi di scorta circa duemila operatori delle forze dell'ordine tra agenti di polizia, carabinieri, finanza, polizia penitenziaria e corpo forestale. A Roma ci sono due reparti per tutte le scorte. Il piu' numeroso e' l'Ispettorato Viminale, che conta circa 700 uomini, meta' dei quali dedicati alle scorte. L'altro reparto e' quello speciale della Questura, 'Villa Tevere', che ha un organico di 256 agenti. A questi bisogna aggiungere circa 300 carabinieri e un centinaio di finanzieri. (Sin/Col/Adnkronos) 20-AGO-12 12:24 NNNN

Tagli agli organici, articolo/inchiesta del SOLE 24 ORE

Per le Forze dell’Ordine 35 mila uomini in meno 20 agosto 2012) Nei prossimi tre anni le forze dell'ordine rischiano di "perdere" oltre 35mila unità. È il risultato delle scoperture di organico già presenti sul territorio, per carabinieri, polizia e guardia di finanza, sommate ai tagli previsti dalla spending review. Passa infatti per il tetto al turn over del personale il nuovo sacrificio chiesto al comparto sicurezza dal decreto sulla revisione della spesa pubblica (Dl 95/2012, convertito dalla legge 135/2012): dal 2012 al 2014, ogni 100 agenti di polizia, carabinieri, o finanzieri che andranno in pensione, potranno esserne assunti soltanto 20. Mentre i limiti al ricambio stabiliti dalle manovre finanziarie nel 2010-2011 per gli altri dipendenti della pubblica amministrazione avevano escluso le forze dell'ordine, l'ultimo intervento del Governo Monti ha messo sullo stesso piano tutte le amministrazioni centrali nella riduzione delle uscite per i dipendenti. Dunque, gli stessi vincoli valgono per i vigili del fuoco, i corpi di polizia, le università, gli enti di ricerca, e così via. A meno che non intervengano modifiche normative, per le forze dell'ordine il tetto alle assunzioni si alzerà al 50% del personale cessato dal servizio solo nel 2015, mentre il pieno reintegro dei pensionati potrà avvenire solo dal 2016.

In base alle regole dettate dalla spending review, la stretta sulle assunzioni dovrà portare allo Stato risparmi crescenti di anno in anno rispetto alla spesa del 2011. Spesa che si ridurrà di 94,8 milioni quest'anno, fino a scendere di 1,46 miliardi nel 2015, quando si stima che i dipendenti saranno 18.755 in meno (ma il dato esatto dipenderà dal numero di coloro che andranno in pensione). A questi 18mila posti in meno, però, vanno aggiunte le scoperture già esistenti: lo scarto tra gli organici previsti sulla carta e le forze effettive impiegate sul territorio – tra questure, commissariati, stazioni dei carabinieri e caserme della guardia di finanza – è di 16.644 unità (gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2010). Se si escludono le forze impiegate in servizi tecnico-logistici, ammini-strativi, di addestramento, e si considerano solo quelle impiegate a presidio del territorio, l'organico complessivo di polizia, carabinieri e guardia di finanza dovrebbe essere di 237.320 uomini, mentre quello effettivo si ferma a 220.676. Per polizia e carabinieri, a fronte di un organico teorico di 185.801 persone, ne risultano effettivamente impiegate – a copertura di 7.312 postazioni sul territorio – solo 173.190. A registrare i vuoti maggiori sono il Lazio (2.027 uomini in meno rispetto a quelli previsti), il Piemonte (-1.571 unità), la Sicilia (- 1.206), la Campania (-1.191), la Lombardia (-1.179), la Toscana (-950).

«Sarà inevitabile chiudere i presìdi sul territorio», denuncia Nicola Tanzi, segretario generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia. «Già oggi – aggiunge – ci sono centinaia di stazioni dei carabinieri e di polizia stradale in cui per alcune ore al giorno entra in funzione un videocitofono o il cittadino è invitato a mettersi in contatto con il presidio più vicino. Invece di ridurre ulteriormente gli organici, in un momento di forte disagio sociale come questo, si potrebbero ottenere risparmi dalla riorganizzazione delle forze dell'ordine, ad esempio portandole tutte sotto il controllo del Viminale e creando una sola centrale operativa: questo consentirebbe di recuperare centinaia di uomini per il presidio del territorio».

Una situazione analoga riguarda anche la guardia di finanza, in cui l'organico previsto è di 51.519 addetti, ma quello effettivo arriva a 47.486. Le Regioni più scoperte, in questo caso, sono la Lombardia (con 916 finanzieri in meno), il Piemonte (-483) e il Veneto (-466). Dopo i tagli messi nero su bianco con la spending review, il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ha annunciato di voler «ridurre il danno, in modo da poter comunque garantire i livelli di sicurezza». Secondo il ministro, i tagli dovranno essere «mirati, per salvaguardare l'operatività delle forze dell'ordine».

Una soluzione già annunciata è ad esempio, è la razionalizzazione delle scorte, comprese quelle di primo e di secondo di livello, vale a dire il più alto livello di protezione garantito ai vertici dello Stato. Tutto questo, ha aggiunto la titolare del Viminale, «senza furori ideologici, con l'obiettivo di tagliare dove si annidano gli sprechi». Gli eventuali "correttivi" o altri interventi sul comparto sicurezza saranno affidati alla prossima legge di stabilità, su cui il ministro Cancellieri ha annunciato che «si farà tutto il possibile per indirizzare al meglio le scelte».

Aumento dei reati in Italia, nessuna sorpresa (purtroppo)

L’aumento dei reati nel nostro Paese è la dimostrazione più evidente che le scelte politiche in materia di sicurezza dei Governi che si sono susseguiti negli ultimi anni non hanno portato risultati concreti per i cittadini. Tutt’altro. I dati dimostrano un aumento delle denunce anche in realtà del centro nord che in passato erano definite "tranquille". Non servono e non servivano i militari a "passeggio" per le nostre stade, non servono e non servivano gli annunci e gli slogan, non servono oggi nuovi tagli e riduzioni del personale, come annunciato dal Governo Monti. Le chiacchiere stanno a zero e senza una reale inversione di tendenza, la situazione non potrà che peggiorare. Per il personale, ma soprattutto per i cittadini. Sul nostro sito internet sono disponibili le dichiarazioni rilasciate ai Giornali Radio RAI 1 e 2 dal Segretario Generale SAP Nicola Tanzi insieme agli articoli del Sole 24 Ore contenenti l’inchiesta sull’aumento dei reati.