Roma, 10 marzo 2012

Proposta indecente

L’Editoriale di Nicola Tanzi

Parte male il tavolo di confronto al Ministero del Lavoro in vista della predisposizione del Regolamento sulle nostre pensioni che dovrà essere emanato entro giugno, salvo rinvii.

Ovviamente, come abbiamo affermato più volte e come ha ribadito recentemente anche la Direzione Centrale per le Risorse Umane, nelle more dell’emanazione del citato Regolamento le modalità di accesso al trattamento di pensione per il personale della Polizia di Stato rimangono quelle in vigore.

Il punto è che il Ministero del Lavoro, rifiutando un confronto preliminare con i Sindacati di Polizia, ma anche con le Amministrazioni competenti, si è presentato al tavolo con una "offerta" irricevibile che mortifica la Specificità della Professione e che pare smentire l’impegno preso dal Premier Monti a seguito della convocazione a Palazzo Chigi lo scorso dicembre, impegno concretizzatosi con la previsione di un Regolamento ad hoc per il nostro Comparto in materia pensionistica.

La professoressa Fornero stavolta ha fatto piangere noi con le sue proposte che in sintesi sono le seguenti:

aumento da uno a tre anni degli attuali limiti di accesso alla pensione di vecchiaia, per cui entro il 2018 si passerebbe gradualmente dagli attuali 60 (che nei fatti, con la "finestra mobile", già oggi sono 61) fino a 63 anni;

aumento dei limiti di età per l’accesso alla pensione anticipata, mantenendo requisiti più favorevoli solo per il personale impiegato in attività operative assimilabili a quelle di chi svolge lavori usuranti (come si fa ad individuare detto personale?);

riduzione da cinque a due anni delle maggiorazioni degli anni di anzianità contributiva utili ai fini dell’accesso alla pensione anticipata;

revisione, in senso peggiorativo, degli attuali benefici specificatamente previsti per il personale del Comparto, connessi al trattamento pensionistico, compresa la pensione privilegiata.

Dopo essere venuti a conoscenza di queste ipotesi, abbiamo annunciato una dura protesta e un primo risultato è stato subito ottenuto.

Il 13 marzo il Prefetto Paola Basilone, Vice Capo della Polizia, incontrerà il SAP e i Sindacati di Polizia.

Una riunione che precederà quella con le altre Amministrazioni, con l’obiettivo di elaborare una controproposta per il Ministero del Lavoro.

Se rimarrà l’insensibilità del Governo, la nostra protesta si trasformerà in una mobilitazione fortissima con tempi e modalità che decideremo assieme ai principali Sindacati dei Comparti Sicurezza e Soccorso pubblico.

Il ruolo delle Forze dell’Ordine non può essere disconosciuto e siamo convinti che l’Esecutivo dei "tecnici" non potrà non tenere in considerazione una norma, quella della Specificità della Professione, diventata Legge dello Stato nel 2010, che prevede una specifica tutela in materia economica, pensionistica e previdenziale.

I colleghi che si sacrificano e che rischiano la vita in ordine pubblico, nei servizi di volante, nelle indagini di polizia giudiziaria e nelle molteplici e fondamentali attività che caratterizzano la nostra professione non possono essere umiliati ancora una volta.

La battaglia del SAP è, dunque, appena cominciata e anche in vista di una mobilitazione e di un percorso di dissenso che si annunciano molti duri, abbiamo convocato per la fine del mese di marzo a Rimini i massimi organi sindacali, cioè l’Esecutivo e il Consiglio Nazionale. Orgogliosi di essere SAP!

MANOVRA: uomini e donne in uniforme manifestano per dire basta al Governo (comunicato congiunto 8 marzo 2012)

"Il tradimento del Governo Monti verso le donne e gli uomini dei Comparti Sicurezza, Difesa e del Soccorso Pubblico è un atto inaccettabile che i Sindacati respingono senza se e senza ma al mittente.

Al totale stato di abbandono, di mortificazione della dignità personale e professionale a cui gli uomini e le donne in uniforme sono costretti ormai da troppi anni, e che è stato reiterato dal Governo Monti nel primo incontro sull’armonizzazione degli aspetti previdenziali dei suddetti Comparti, oltre ad essere l’ennesimo tradimento verso chi sacrifica la propria vita per la difesa delle Istituzioni, della sicurezza interna ed esterna, e la salvaguardia del Paese, rappresenta anche la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Presentarsi al tavolo, rifiutando ogni confronto con i Sindacati e le Rappresentanze su una materia che è di pertinenza degli stessi organismi e invocare l’omologazione totale del sistema previdenziale anche per questi comparti così come applicato alla totalità dei lavoratori, ancor prima di avere completato la precedente riforma con l’avvio della previdenza complementare, è politicamente miope e praticamente scellerato.

Dimenticare la specificità e i requisiti oltre alle limitazioni delle libertà individuali di questi lavoratori per il bene del Paese agendo con una mera logica di "amministratore di condominio", rappresenta un voltare le spalle a chi, come definito dallo stesso Presidente del Consiglio Monti, rappresenta "il cuore e la garanzia dello Stato".

Ad affermarlo SIULP, SAP, UGL Polizia di Stato, CONSAP, SAPPE, UIL PA Penitenziaria, FNS CISL Penitenziaria, UGL Polizia Penitenziaria, SAPAF, UGL Forestale, Fe.Si.Fo, FNS CISL Forestale, UIL PA Forestale, FNS CISL Vigili del Fuoco, UGL VVF, UILPA VVF, anche a nome di tutti quegli uomini e quelle donne delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare, ai quali ancora oggi è negato persino il diritto di manifestare contro le angherie come quella di cui trattasi che vengono consumate sulla loro pelle, sottolineano come questo ennesimo tradimento avrà una risposta ferma e massiccia attraverso una manifestazione, ancorché nel pieno rispetto delle regole e delle leggi vigenti, ma che porterà "all’oc-cupazione" di un giorno della città di Roma contro chi, prima in nome di una politica disattenta e oggi in nome di un cinico tecnicismo, pensano di annullare anche il diritto alla democrazia e alla sicurezza dei cittadini italiani.

A questi tecnocrati spietati mandiamo a dire che ci andassero loro in Val di Susa a 65 anni a combattere quella che è una vera e propria guerra causata da una incapacità di chi dovrebbe governare il Paese ma in realtà non lo sa fare, a salire sulle scale per soccorrere le persone nei piani alti degli edifici in preda alle fiamme o a fare le missioni di pace all’estero in scenari di guerra.

Perché è bene che lo sappiano, questo è quello che stanno disegnando per il futuro della sicurezza dei cittadini e del nostro Paese.

Per contrastare queste decisioni inaccettabili e per decidere la data e le modalità con cui attuare le manifestazioni di protesta, martedì è stata già convocata una riunione di tutti i sindacati e di tutte le rappresentanze.

Siamo al capolinea, concludono i sindacati. È ora che qualcuno si renda conto che il fondo è stato già raschiato sulla pelle dei lavoratori e dei servitori dello Stato, a differenza dei privilegi e degli sprechi delle caste che continuano a prosperare ed è per questo che gli uomini e le donne in uniforme dicono: ora basta!

La misura è ormai colma. "

Trattenute "opera previdenza", la posizione del SAP

Alcune organizzazioni sindacali stanno diffondendo proposte di ricorsi che diffidano le diverse Amministrazioni dello Stato a non operare la trattenuta sullo stipendio del 2% con la voce "opera previdenza" e che hanno l’obiettivo di avviare un’azione giudiziaria volta alla restituzione delle somme finora "illegittimamente trattenute".

Allo scopo di fare chiarezza e porre nella condizione tutti i colleghi di operare una scelta consapevole, abbiamo esaminato nei dettagli la questione relativa alla sostenuta illegittimità della trattenuta dopo il passaggio da "buonuscita a Tfr".

Per questo motivo, abbiamo affidato allo Studio del Prof. Miccolis l’incarico di effettuare una valutazione su tutte le possibili strade da intraprendere, senza escludere quella del ricorso. La prossima settimana, intanto, trasmetteremo alle nostre Segreterie Regionali e Provinciali l’atto di diffida che gli iscritti dovranno compilare per interrompere i termini di prescrizione.

Oggetto del contenzioso è il contenuto dell’Art. 12 comma 10 della Legge 30 luglio 2010, n. 122 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), che così recita: "Con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1 gennaio 2011, per i lavoratori alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per i quali il computo dei trattamenti di fine servizio, comunque denominati, in riferimento alle predette anzianità contributive non è già regolato in base a quanto previsto dall'articolo 2120 del codice civile in materia di trattamento di fine rapporto, il computo dei predetti trattamenti di fine servizio si effettua secondo le regole di cui al citato articolo 2120 del codice civile, con applicazione dell'aliquota del 6,91 per cento".

L’abolizione della vecchia disciplina avrebbe dovuto quindi comportare la cancellazione della trattenuta che i dipendenti vedono sul cedolino dello stipendio alla voce "opera previdenza". Invece le cose sono andate diversamente. Le varie Amministrazioni, tra cui anche la nostra, confortate anche da una circolare dell’Inpdap, che con un’interpretazione bizantina definisce il passaggio dal TFS 1 al TFS 2 e non al TFR, hanno continuato a regolarsi come prima, trattenendo mensilmente una somma media di 35/40 euro dallo stipendio.

Contro questo stato di cose, alcuni magistrati amministrativi si sono rivolti al TAR della Calabria mettendo in discussione la costituzionalità del nuovo assetto e, sebbene il Tribunale Amministrativo di Reggio Calabria abbia riconosciuto l’illegittimità dal primo gennaio 2011 della trattenuta e di conseguenza l'obbligo per le amministrazioni di restituire gli importi con gli interessi, è opportuno precisare che di contro però ha emesso una sentenza non definitiva, riservandosi di rimettere alla Corte Costituzionale la questione, appunto, di costituzionalità dell'applicazione della norma contenuta al precitato comma 10 dell'art.12 della legge 122/2010.

Appaiono dunque condivisibili, da un punto di vista logico, le motivazioni dei ricorsi.

C’è però necessità di un approfondimento per quel che riguarda la fattibilità della strada giudiziale.

In effetti, la Corte Costituzionale in materia di ricorsi previdenziali ha già un suo orientamento consolidato. In particolare la Suprema Corte ha riaffermato il seguente principio in materia previdenziale: "Spetta alla discrezionalità del legislatore determinare le modalità di attuazione dell'art.38 della Costituzione (sentenza nr.30 del 2004) conseguendo tale determinazione al bilanciamento degli interessi costituzionali, anche in relazione alle risorse finanziarie disponibili ai mezzi necessari per far fronte agli impegni di spesa..."

E ciò che avviene, d’altra parte, anche in materia fiscale, dove le modifiche annuali al sistema impositivo determinano a volte altrettanti, evidenti disparità di trattamento. Ebbene, anche tali questioni sono sottratte al giudizio di legittimità perché si tratta di materia oggetto di bilancio dello Stato.

Si tratta, come si può vedere, di questioni complesse.

Il SAP, che è un sindacato serio, ha il dovere di far sapere al personale che i ricorsi non devono essere uno strumento di proselitismo, ma una forma reale di tutela degli operatori.

Questa è l’idea che ci guida. Una cosa è certa: non lasceremo nulla di intentato.

Interrogazione parlamentare SAP per la nuova Questura di Pistoia

Il SAP sta dando battaglia per la nuova Questura di Pistoia, i cui lavori sono stati interrotti a causa dei tagli alle voci di bilancio ministeriale previsti dalla Finanziaria 2011. In prima fila la nostra Segreteria Provinciale di Pistoia che ha denunciato con grande evidenza la problematica sui giornali toscani. E’ stata prodotta, inoltre, un’interpellanza parlamentare da parte del nostro ex Segretario Generale Aggiunto Giovanni Paladini, oggi deputato dell’Italia dei Valori, che di seguito riportiamo integralmente. La Segreteria Generale ha scritto anche una lettera al Ministro Cancellieri. Alla nostra battaglia si sono ora aggiunti tutti i principali Sindacati di Polizia. L’obiettivo è quello di evitare un danno ai colleghi e alla città di Pistoia.

Un danno che, alla vigilia della consegna della nuova Questura, avrebbe il sapore della beffa.

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15211
Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 16 Seduta di annuncio: 599 del 07/03/2012
Firmatari Primo firmatario: PALADINI GIOVANNI Gruppo: ITALIA DEI VALORI Data firma: 07/03/2012
Destinatari Ministero destinatario: MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/03/2012
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-15211 presentata da GIOVANNI PALADINI  mercoledì 7 marzo 2012, seduta n.599

PALADINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: 

la direzione centrale dei servizi tecnico logistici del Ministero dell'interno ha comunicato l'impossibilita' della prosecuzione dei lavori della nuova sede dello stabile della questura, della polizia stradale e della prefettura di Pistoia, in relazione alle disposizioni contenute nella manovra finanziaria 2011 e ai tagli occorsi ai capitoli concernenti le spese per la locazione di immobili in uso alla polizia di Stato; 

come denunciato dal SAP (Sindacato autonomo di polizia) con comunicato a firma del segretario provinciale di Pistoia, Andrea Carobbi Corso, le varie ipotesi prospettate circa nuove destinazioni d'uso dell'immobile come "leasing in costruendo" (locazione finanziaria di opere pubbliche), nella sostanza porterebbero a varie speculazioni ed a spese equiparabili alla contrazione di un mutuo da parte dell'amministrazione e determinerebbero l'assunzione di un debito a carico dello Stato, oltre ad altri impatti negativi;

la qualita' degli immobili nei quali si lavora e' davvero precaria; piu' volte sono state riconosciute carenze strutturali; i canoni locativi sono al di sopra degli standard reali;

nel caso di specie sarebbe senz' altro opportuno non rinunciare ad un progetto gia' intrapreso e in fase di conclusione, mentre le condizioni dell'attuale questura non sono certo ottimali per il personale della polizia di Stato che ha diritto a lavorare in un ambiente sano e decoroso -: 

se il Ministro non ritenga necessario adoperarsi, affinche' siano riviste le determinazioni assunte per l'immobile destinato alla questura, alla polizia stradale e all prefettura di Pistoia e si prosegua pertanto nella prosecuzione dei lavori definitivi. (4-15211)

Cesare Carloni nuovo Segretario SAP di Parma

Il collega Cesare Carloni, in forza presso il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, è il nuovo Segretario Provinciale SAP di Parma.

Il Consiglio Provinciale della città emiliana lo ha eletto all’unanimità nei giorni scorsi.

Al precedente Segretario, Maurizio Coppe, prossimo alla quiescenza, vanno i più sinceri ringraziamenti per l’attività svolta fino ad oggi.

A Carloni e alla nuova Segreteria formuliamo gli auguri di un proficuo e sereno lavoro.