Roma, 4 aprile 2011
Trent’anni della NOSTRA storia
L’Editoriale di Nicola Tanzi
Trent’anni fa, quando entrò in vigore la Legge 121/1981 relativa al nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza in Italia, noi c’eravamo
.E quella legge, che pure chiedemmo subito di migliorare con la nostra prima e storica piattaforma rivendicativa del 1982, è figlia anche e soprattutto di un percorso sindacale AUTONOMO presente nella Polizia di Stato già alla fine degli anni settanta. La nostra organizzazione, nei fatti, vide la propria nascita dopo il 1976, nell’ambito del grande movimento di smilitarizzazione della Polizia di Stato e già allora divenimmo espressione di quella gran parte di poliziotti che riteneva – e ritiene!!! – la politica delle confederazioni sindacali inadeguata a tutelare la specificità della nostra professione, che da sempre abbiamo chiesto a gran voce e che abbiamo ottenuto soltanto lo scorso novembre nell’ambito del ‘collegato lavoro’.
Noi trent’anni fa c’eravamo, altri sono nati dopo a seguito di scissioni e protagonismi. Una storia distinta e distante dalla nostra, della quale siamo orgogliosi!
Ai colleghi più giovani voglio brevemente ricordare quegli anni. La nascita del Comitato Alta Italia per il Sindacato Autonomo di Polizia ad Alessandria, del Movimento Autonomo per la Sindacalizzazione della Polizia a Cagliari e del Movimento Autonomo di Base a Roma, il primo congresso alla Domus Pacis di Roma del novembre 1977, l'appoggio del "Giornale" allora diretto dal grande Indro Montanelli e de "il Settimanale", il sostegno economico di un comitato di cittadini appositamente formatosi, furono i momenti fondamentali di un'evoluzione che portò alla nascita formale del SAP in concomitanza con la Legge di riforma della Polizia del 1 aprile 1981. Ne abbiamo fatta di strada da allora e molta strada resta da fare.
Da alcuni anni, il movimento sindacale del nostro Comparto si rafforza nella sua componente autonoma e non a caso la Consulta Sicurezza risulta essere complessivamente, in tre Corpi di Polizia, la prima organizzazione per numero di aderenti, senza contare l’ascesa degli amici del Conapo, il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco. Dopo decenni di conquiste e risultati che hanno radicalmente cambiato la qualità dei servizi e della vita del personale, siamo oggi fortemente arroccati nella tutela dei diritti acquisiti, consapevoli della difficoltà di un panorama politico ed economico che non consente nuovi slanci, ma che non può e non potrà mai – almeno finché esisterà il SAP – tornare indietro, come forse qualche testa pensante nostalgica delle stellette sogna in cuor suo.
Non a caso, i nostri obiettivi fondamentali restano il Riordino delle carriere, che il Governo si è impegnato a portare avanti ufficialmente dopo la nostra battaglia (vinta) contro il tetto retributivo, e la previdenza complementare, provvedimento fondamentale per tutelare i colleghi più giovani che nei prossimi anni rischiano di andare in quiescenza con pensioni da fame.
Serve però, a mio avviso, uno slancio ancora più alto. Il Governo, anziché costringere i rappresentanti dei professionisti della sicurezza a difendere giorno dopo giorno quel che è stato faticosamente conquistato, dovrebbe mettere in campo una seria riforma della Legge 121, che vada nella direzione di rafforzarla e non certo di snaturarla, che preveda una razionalizzazione dei cinque Corpi di Polizia esistenti, pur nel rispetto della storia di ognuno di essi. Queste cose le sosteniamo da tempo e hanno costituito il centro delle argomentazioni della mia relazione congressuale nel 2009 a Rimini. Anche il ministro Maroni si è impegnato pubblicamente in tal senso. Noi crediamo che i tempi siano maturi. E pensiamo che in un Paese occidentale e democratico le Forze
di Polizia debbano essere ad ordinamento civile, crediamo che la sicurezza dei cittadini debba essere al primo posto negli obiettivi di un Governo anche rispetto alle esigenze di interventi militari oltre confine e riteniamo che il Parlamento, con l’istituzione di una autonoma Commissione Interni, debba riconoscere appieno la specificità di un settore, il Comparto Sicurezza, che merita di avere una corsia riservata e preferenziale per quel che riguarda i provvedimenti di legge da adottare. Sono battaglie, queste, alle quali non rinunceremo mai. Alla fine degli anni settanta, quando portavamo ancora le stellette e quando molti di noi venivano puniti solo perché osavano riunirsi in luogo pubblico per esprimere semplicemente le proprie idee, avevamo un sogno che allora si presentava quasi come un’utopia. Dopo aver realizzato quello che la Polizia di Stato è oggi, niente appare impossibile. Neppure immaginare la Polizia del domani. Una grande Polizia. Questo, almeno, il nostro auspicio e il nostro impegno. Orgogliosi di essere SAP!
Lampedusa, gravi disagi per i colleghi: intervento del SAP
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opo la nostra denuncia al Corriere della Sera – disponibile sul sito www.sap-nazionale.org - il Dipartimento ha convocato una riunione sull’emergenza Lampedusa e sul problema immigrati provenienti dal nord Africa che si svolgerà nella giornata del 6 aprile. Il SAP, in ogni caso, non è rimasto con le mani in mano e da subito ha attivato un monitoraggio della situazione attraverso le proprie strutture regionali e provinciali, soprattutto tramite i nostri dirigenti sindacali che operano nei Reparti Mobili e che, oltre ad essere impegnati nel servizio, garantiscono assistenza a tutto il personale. Grave la situazione che si è verificata per i colleghi dei Reparti di Roma, Napoli e Catania i quali sono rimasti per alcuni giorni a bordo di una nave ormeggiata al largo di Lampedusa, impossibilitati ad attraccare a causa delle avverse condizioni meteo.Il SAP ha immediatamente sensibilizzato il Dipartimento e la situazione – grazie al nostro intervento - è in via di risoluzione, con lo sbarco dei colleghi a Porto Empedocle, una notte finalmente trascorsa in hotel dopo molti giorni in mare e la partenza verso casa in aereo. Anche questo vuol dire essere SAP!
Mobilità e sedi disagiate
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a avuto corso nei giorni scorsi al Dipartimento la prevista riunione con le OO.SS. per l’individuazione di nuovi criteri per la mobilità del personale a domanda e, contestualmente, per una rivisitazione delle norme concernenti l’individuazione delle sedi considerate disagiate. Per l’Amministrazione erano presenti il Prefetto MONE quale Direttore Centrale degli Affari Generali della P.S., il Dr. Ciullo e il Dr. D’Ambrosio rispettivamente Direttori Centrali dei Servizi Agenti – Sovrintendenti ed Ispettori-Dirigenti, il Vice Prefetto De Rosa Direttore delle Relazioni Sindacali, mentre la delegazione del Sap era guidata dal Segretario Generale Aggiunto Francesco Quattrocchi e dal Segretario Nazionale Michele Dressadore.Il Prefetto Mone ha ribadito la volontà del Dipartimento di proseguire per tali materie una linea dialogante già instaurata in pregressi incontri, dichiarando per questo di essere disponibile ad ogni tipo di modificazioni se scaturite da confronti leali. Veniva quindi presentato un abbozzo di proposta riguardante principi generali per i trasferimenti, disciplinandoli secondo una logica di appartenenza ai differenti ruoli e prevedendo per essi procedure e linee guida per la formulazione delle graduatorie in sede e fuori sede, nonché una scheda tecnica su proposte da apportare per migliorare i criteri idonei a determinare fattivamente una sede di servizio quale sede disagiata. Per quanto attiene alla mobilità, il Prefetto ribadiva inoltre la necessità di valutare un approfondimento sulle ricadute per il personale e per l’Amministrazione circa l’applicazione dell’art. 7 del D.P.R. 254/99 (aggregazione temporanea), degli art.li 44- 55- 78 del D.P.R. 782/85 (Regolamento di Servizio) e della Legge 104 (assistenza invalidi). Il SAP, preso atto della disponibilità dell’Amministrazione a voler condividere un percorso di reale raffronto con una tematica come la mobilità, divenuta pilastro fondante delle necessità del personale, ha ritenuto opportuno riproporre alla stessa le proprie determinazioni formulate per iscritto al Capo della Polizia, con una missiva dell’Aprile del 2010, riservandosi successivamente di fornire un parere più approfondito dopo aver analizzato il documento proposto. Comunque, non
poteva esimersi dal sottolineare come la delicatezza delle norme aggiunte all’iniziale disamina, avrebbe richiesto un adeguato approfondimento con apposito tavolo tecnico, in modo da non eludere in alcun modo le aspettative di tutti i poliziotti interessati. Inoltre, a seguito di comunicazione finale dello stesso Prefetto Mone, circa la possibilità, attesi i tempi di disamina ed all’approssimarsi dei prossimi avvicendamenti, di prevedere una percentuale del 20-30% di assegnazioni di prime sedi di servizio in province sensibili e di porre un limite anagrafico per l’assegnazione ai Reparti Mobili e Prevenzione Crimine (proposte già contenute nella bozza complessiva), il SAP - nel richiedere come innovazione di essere tempestivamente informato sulle decisioni e sui numeri adottati dalla Conferenza di Servizio per le assegnazioni organiche preventivate – ha ribadito la propria assoluta ed intransigente contrarietà ad entrambe le determinazioni proposte, ribattendo anzi circa la necessità di evitare episodi di nepotismo professionale, adottati in alcune specialità come la Polizia Postale e i Reparti Prevenzione Crimine, dove come prassi consolidata è richiesta l’accettazione dirigenziale per il trasferimento. Il Prefetto, preso atto della posizione del SAP, si è riservato di valutare le osservazioni fatte, convocando il tavolo fra circa 15 giorni.
Pubblicato il Decreto Legge 26 marzo 2011, n. 27
E'
stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 71 del 28/03/2011 il Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella giornata del 23 marzo (si veda il Flash n. 13). Il testo è integralmente disponibile sul nostro sito internet www.sap-nazionale.orgCinque per mille Irpef, un consiglio
"Cari colleghi, quest'anno voglio invitarvi a fare una riflessione sul cinque per mille. Sono tante le associazioni e le fondazioni meritorie che agiscono per il bene comune. Tra queste, c'e' sicuramente la Comunità Frontiera di Padre Giuseppe De Stefano che opera, in particolare, nelle regioni Puglia e Sicilia. Una Comunità "educante" impegnata ogni giorno per recuperare centinaia e centinaia di giovani che rischiano di prendere una strada sbagliata in zone dove l' illegalità é diffusa. In Sicilia la Comunità Frontiera gestisce il Centro Giovanile Lillo Zarba, in provincia di Enna, dove vengono educati 300 minori tolti dalla strada, dalla criminalità, dalla droga e all' alcol. In Puglia si sta sviluppando la Città dei Ragazzi a Mola di Bari, con un centro socio-educativo e case-famiglia. Progetti importanti che sono in parte già realtà e che hanno costi significativi di gestione. Ho personalmente visitato la struttura pugliese e posso garantirvi che il lavoro che viene svolto e' encomiabile e prezioso. Dare un futuro a questo giovani vuol dire dare un futuro a tutti noi e rendere più sicure le nostre città, dando una mano anche all' insostituibile opera delle Forze di Polizia. Per questo, vi invito ad una riflessione sul cinque per mille. Io la mia scelta quest' anno l' ho fatta".
Nicola Tanzi
Per destinare il cinque per mille Irpef alla Comunità Frontiera il codice fiscale da utilizzare è: 91028880861