Roma, 2 marzo 2009

 

E’ partita la stagione congressuale del SAP

E’ partita in questi giorni, in tutta Italia, la stagione congressuale del SAP, proiettata verso la grande assise che si terrà, nei giorni 4, 5 e 6 maggio, a Rimini. Un congresso importante per il nostro sindacato, che anche quest’anno è cresciuto dal punto di vista degli iscritti, confermando – con la forza dei propri 20.000 aderenti – di essere la principale organizzazione autonoma del Comparto Sicurezza. In tutte le città italiane si tengono in queste settimane i congressi provinciali e regionali, con i nostri iscritti chiamati a decidere chi dovrà guidare il SAP nei prossimi anni e quali strategie dovranno essere intraprese. Dopo le elezioni politiche dello scorso anno che hanno segnato un successo senza precedenti nella storia del sindacalismo di Polizia (e non solo), con due nostri rappresentanti eletti al Senato e alla Camera, la Segreteria Generale guidata da Nicola Tanzi ha intrapreso un percorso di battaglie e di rivendicazioni che sta dando i suoi frutti, pur nelle difficoltà politiche ed economiche che stiamo vivendo. I nostri iscritti e i nostri dirigenti, da Bari a Milano, da Palermo a Bologna, Da Napoli a Torino, da Roma a Genova, da Firenze a Venezia, sono determinati, coesi e compatti come non mai. Consapevoli di aver sempre tutelato al meglio delle loro forze il personale. Convinti che nel prossimo futuro, un futuro dove certo le difficoltà per il Comparto Sicurezza e Difesa non mancheranno, occorrerà fare di più e meglio. Orgogliosi di essere SAP! Il Segretario Generale - Nicola Tanzi –

Contratto, entro metà marzo la possibile firma

L’ultima settimana di incontri alla Funzione Pubblica si è chiusa con la prospettiva di una ipotesi di accordo che dovrebbe essere consegnata alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze militari a partire da mercoledì 4 marzo, quando riprenderanno le riunioni a Palazzo Vidoni. Il SAP e la Consulta Sicurezza continuano a sostenere con determinazione la necessità di chiudere presto e bene la trattativa. E’ ragionevole ipotizzare la possibile firma ufficiale entro la metà di marzo. Il 26 febbraio, nel corso dell’ultimo incontro, si è discusso, tra l'altro, delle forme di partecipazione alle Commissioni previste dall'art. 26 del dPR 395/95. La delegazione del SAP a Palazzo Vidoni era guidata dal Segretario Generale Nicola Tanzi.

Ronde, risorse e assunzioni: il decreto in Gazzetta

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 45 del 25 febbraio il decreto legge 23 febbraio 2009 n. 11 contenente "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori".

Per quel che riguarda le ronde, grazie anche alle pressioni del SAP, registriamo alcuni importanti passi indietro. Il dato più significativo è che le ronde – definite nel testo associazioni tra cittadini non armati – non saranno operative prima di 4 o 5 mesi. Forse anche di più. Il comma 6 dell’articolo 6 del decreto – che riportiamo di seguito integralmente – precisa infatti che il ministro dell’interno, con proprio decreto, adotta entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto una serie di determinazioni relativi agli ambiti operativi di queste associazioni e alla loro disciplina.

Bisognerà capire, ad esempio, chi può partecipare alle ronde, se sarà disciplinato anche il caso di un cittadino in possesso di porto d’armi, stabilire eventuali nuove ipotesi di reato per i componenti di queste associazioni, se saranno definiti incaricati di pubblico servizio, pubblici ufficiali o altro, se questi eventuali reati commessi dai "volontari" saranno considerati nelle vesti pubblico ufficiale o di cittadino comune…

Ora, valutando che il decreto legge sarà convertito in legge tra due mesi e che occorreranno altri 60 giorni di tempo per approvare il decreto ministeriale, è di tutta evidenza che si arriverà come minimo a questa estate per la piena operatività delle ronde.

Il SAP, che resta fortemente contrario alle ronde, ritiene che, probabilmente, il provvedimento servirà solo per regolarizzare alcune situazioni nel nord Italia, perché difficilmente al sud i sindaci delle grandi e delle medie città, con problemi immensi di criminalità organizzata, si assumeranno la responsabilità di autorizzare queste associazioni, mettendo a repentaglio la vita dei propri cittadini.

Il decreto legge n. 11 del 23 febbraio 2009 contiene anche, come è noto, una serie di misure che ci tocca molto da vicino, con riferimento alle risorse stanziate per il Ministero dell’Interno e alle assunzioni. Per queste ultime, in particolare, occorrerà in tempi brevi emanare il previsto decreto interministeriale di ripartizione tra i vari Corpi, cercando in primo luogo – come auspicato dal SAP – di non scontentare le aspettative dei Vfb idonei e dei Vfp vincitori.

RONDE, IL SAP SU RADIO RAI UNO : LANCIO DI AGENZIA STAMPA (Agenzia ASCA) - Roma, 26 feb - Le ronde volute dal ministro Maroni ''sono un drammatico errore'' per Marco Minniti (PD) che dai microfoni di Radio Anch'io sottolinea come al Sud ''si teme che la malavita organizzata, attraverso di esse, possa arrivare al controllo del territorio''. Più di una denuncia in tal senso e' giunta in trasmissione da parte di ascoltatori meridionali preoccupati: ''Qui abbiamo già le ronde - e' stato detto -. Di criminali, che tutti i giorni stanno in strada e presidiano''.

E preoccupazione, pur se da un diverso punto di vista, e' stata manifestata anche dal segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (SAP), Nicola Tanzi il quale ha specificato che ''la criminalità del nord e' diversa da quella del sud. I politici - ha detto - si sono mai chiesti come mai in molte città del nord le ronde ci sono da tempo mentre al sud no? Cittadini volontari in servizio di controllo del territorio, strettamente in contatto con le forze dell'ordine al sud avrebbero certamente grosse difficoltà gravi problemi''.

Per Tanzi, inoltre, un aumento delle chiamate e delle segnalazioni sarebbe un extra lavoro difficile da fronteggiare per forze di polizia già fiaccate dalla mancanza di uomini e di fondi: ''gia' ora - ha detto - riusciamo con difficoltà a far fronte alle chiamate''.

Decreto Legge 23 febbraio 2009, n11 (Gazzetta Ufficiale)

Art. 6

Piano straordinario di controllo del territorio

1. Al fine di predisporre un piano straordinario di controllo del territorio, al comma 22 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che ha autorizzato le Forze di polizia ed il Corpo dei vigili del fuoco ad effettuare, in deroga alla normativa vigente, assunzioni entro il limite di spesa pari a 100 milioni di euro annui, le parole: "con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare entro il 30 aprile 2009", contenute nel terzo periodo dello stesso comma 22, sono sostituite dalle seguenti: "con decreto del Presidente della Repubblica, da adottarsi su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione, dell'interno e dell'economia e delle finanze, entro il 31 marzo 2009".

2. In attesa dell'adozione del decreto di cui al quarto periodo del comma 23 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni, le risorse oggetto di confisca versate all'entrata del bilancio dello Stato successivamente alla data di entrata in vigore del predetto decreto-legge sono immediatamente riassegnate nel limite di 100 milioni di euro per l'anno 2009, a valere sulla quota di cui all'articolo 2, comma 7, lettera a), del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, per le urgenti necessità di tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, al Ministero dell'interno e nel limite di 3 milioni di euro per l'anno 2009, per sostenere e diffondere sul territorio i progetti di assistenza alle vittime di violenza sessuale e di genere, al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere di cui all'articolo 1, comma 1261, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

3. I sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.
4. Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto, previa verifica da parte dello stesso, sentito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, dei requisiti necessari previsti dal decreto di cui al comma 6. Il prefetto provvede, altresì, al loro periodico monitoraggio, informando dei risultati il Comitato.

5. Tra le associazioni iscritte nell'elenco di cui al comma 4 i sindaci si avvalgono, in via prioritaria, di quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell'ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato. Le associazioni diverse da quelle di cui al presente comma sono iscritte negli elenchi solo se non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica.

6. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono determinati gli ambiti operativi delle disposizioni di cui ai commi 3 e 4, i requisiti per l'iscrizione nell'elenco e sono disciplinate le modalità di tenuta dei relativi elenchi.
7. Per la tutela della sicurezza urbana, i comuni possono utilizzare sistemi di video sorveglianza in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

8. La conservazione dei dati, delle informazioni e delle immagini raccolte mediante l'uso di sistemi di video sorveglianza e' limitata ai sette giorni successivi alla rilevazione, fatte salve speciali esigenze di ulteriore conservazione.

"I Poliziotti in ufficio non sono passacarte" IL SAP su LIBERO

Il quotidiano LIBERO ha pubblicato, nei giorni scorsi, un articolo del Segretario Generale del SAP che replicava alle solite strampalate teorie sui Poliziotti in ufficio e sull’efficienza delle Forze dell’Ordine…

"I Poliziotti in ufficio non sono passacarte, ma svolgono indagini"

di Nicola Tanzi (*) 

Parliamo di sicurezza. E partiamo dai numeri, quelli veri, ricordando che il sistema sicurezza italiano è diverso da quello delle altre nazioni europee. Sono 328.000, come è noto, gli operatori delle 5 forze dell’ordine presenti in Italia: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale. Qui occorre un distinguo importante. Finanza, Penitenziaria e Forestale sono forze di polizia con compiti specifici e non vengono impiegati per il controllo del territorio urbano ed extraurbano; fanno eccezione, in qualche caso, solo le fiamme gialle. Esistono quindi solo 2 Forze di Polizia a carattere nazionale: la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, che contano complessivamente 200.000 uomini. Numeri che ci pongono in linea con gli altri paesi europei. In qualche caso siamo addirittura al di sotto della media del vecchio continente: i nostri organici sono rimasti quelli di venti anni fa e all’appello mancano, tra tutte le forze dell’ordine, circa 22.000 uomini. Con l’abolizione della leva, che garantiva assunzioni annue, e con la progressiva diminuzione dei concorsi, l’età media del personale si è alzata, arrivando a 40 – 45 anni. Ho ricordato, poc’anzi, che il sistema sicurezza italiano è unico. E lo è in tutti i sensi, perché siamo il solo paese europeo ad avere cinque forze di polizia. Dappertutto ci sono uno o due corpi a carattere nazionale. Il Sap ha da sempre, tra i propri obiettivi, quello di istituire un unico corpo di polizia: si realizzerebbe così un notevole risparmio di risorse, oltre a produrre maggiore efficienza per i cittadini. Si potrebbe cominciare ad accorpare almeno le sale operative. Nei nostri capoluoghi di provincia esistono 5 sale operative per 5 forze di polizia, con l’impiego giornaliero di non meno di 25 unità di personale. Se le sale operative fossero 2, il personale impiegato sarebbe di circa 10 unità e si libererebbero uomini per il controllo del territorio. Il modello da adottare potrebbe essere quello francese, con i gendarmi (i nostri carabinieri) che svolgono funzioni di controllo del territorio a prevalenza extracittadina e con la polizia nazionale presente nelle grandi città. Entrambi i corpi alle dipendenze del Ministero dell’Interno ed è ora allo studio una legge per unificarli. Quanto ai poliziotti in ufficio, è bene dire che la maggior parte delle attività ‘burocratiche’ è legata ai compiti di polizia: pensiamo all’amministrativa, ai controlli per il rilascio di passaporti e porti d’armi. Non sono compiti da far svolgere a un impiegato civile, visto che ci sono verifiche ed indagini da compiere. Infine, ci terrei a dire che i sindacati di Polizia sono diversi dalle altre organizzazioni, a partire dal fatto che il 99 per cento dei nostri rappresentanti svolge regolare attività di servizio e fa sindacato, il più delle volte, solo nel tempo libero. 

* Segretario Generale Sap e Presidente Consulta Sicurezza

(pubblicato su LIBERO del 25 /02/09)

Squadre Mobili, esito della riunione al Dipartimento

Al Viminale si è svolta il 24 febbraio la prevista riunione tra le OO.SS. della Polizia di Stato ed il Direttore della Direzione Centrale della Divisione Anticrimine, Dr. Gratteri, per un confronto sullo stato di attuazione della circolare del luglio 2007 inerente la rimodulazione delle Squadre Mobili alla luce delle rinnovate esigenze di carattere sociale in materia di sicurezza pubblica.

La delegazione del SAP, composta dal Segretario Generale Nicola Tanzi e dal Segretario Nazionale Francesco Quattrocchi, pur ribadendo il proprio assenso al progetto iniziale, ha sottolineato le numerose segnalazioni di carenze organizzative giunte dal territorio, provocate da un'assoluta mancanza di adeguate risorse economiche e di organico, necessari per l'ottimale applicazione della circolare stessa.

Il SAP, confermando lo spirito collaborativo sin qui sempre dimostrato, ha invitato il Direttore Centrale ad un attento monitoraggio degli Uffici Investigativi in argomento, per individuare e colmare le esigenze precitate, ad oggi in gran parte mancanti, e che impediscono un giudizio obiettivo del SAP su quanto predisposto in materia nella circolare a firma del Capo della Polizia, soprattutto nella parte in cui si auspicano specifiche contrattazioni con le OO.SS. maggiormente rappresentative per individuare modalità e turni di servizio il più possibile adeguati alle singole realtà territoriali.

Conguaglio a debito Irpef, intervento SAP

Il SAP ha segnalato al Dipartimento, con una nota scritta, l’assoluta necessità di procedere, senza ritardo, ad un’immediata rivisitazione delle procedure amministrativo/contabili previste nell’ambito del conguaglio Irpef a debito. A febbraio infatti, ma anche a gennaio, numerosi (troppi!) operatori si sono visti accreditare uno stipendio pari ad euro 1 (uno) o peggio ancora ad euro 0 (zero) proprio in virtù di un’inconcepibile e ad oggi anacronistica procedura che prevede come unica agevolazione per i dipendenti di "spalmare" nell’arco di soli due mesi l’eventuale debito Irpef se superiore ad una cifra quantificata in euro 250. E’ evidente che così facendo diversi operatori, quasi tutti monoreddito e con moglie e figli a carico, si sono visti decurtare "parzialmente" o addirittura "in toto" lo stipendio, a tutto discapito di quella capacità economica necessaria per garantire al proprio nucleo familiare il soddisfacimento di quei bisogni più elementari, costituzionalmente garantiti. Attesa la gravità della situazione e considerate le molteplici lamentele pervenute, il SAP ha chiesto al Ministero la tempestiva rivalutazione delle procedure in atto ed ogni possibile intervento necessario a sanare la grave problematica, prevedendo l’eventuale rateizzazione delle somme dovute in più mensilità.

Polizia Stradale di Foggia, come stanno davvero le cose?

Due colleghi in forza alla Sezione della Polizia Stradale di Foggia, due ragazzi che operano in strada e che con sacrificio svolgono il loro delicato servizio in realtà territoriali certo non facili, rischiano di pagare pesanti conseguenze soltanto per aver fatto il proprio dovere. I due operatori – i fatti si riferiscono al maggio del 2007 – stavano svolgendo un servizio specifico con il telelaser e avevano rilevato una infrazione nei confronti di un conducente che viaggiava, sulla statale Ss. 17, a 146 km orari. Il conducente, successivamente, proponeva un ricorso contro il verbale. Fin qui nulla di strano. Il Giudice di Pace ha chiesto ai "nostri" uffici di Foggia, come prassi, di depositare presso la cancelleria, 10 giorni prima dell’udienza prevista, tutti gli atti. E qui nasce il problema. Per responsabilità che sono in fase di accertamento e che la nostra valente Segreteria SAP di Foggia, guidata da Giuseppe Vigilante ha denunciato, gli atti – a quanto pare - non sono mai arrivati a quel Giudice, vanificando l’operato dei colleghi, permettendo l’accoglimento del ricorso e quant’altro. Interesseremo della vicenda il Capo della Polizia, anche perché sappiamo che in tutta Italia – salvo eccezioni – le Sezioni della Polizia Stradale funzionano come un orologio svizzero e vogliamo capire che cosa è successo a Foggia. Una cosa è certa: non possono essere i colleghi a pagare e a subire le conseguenze per errori di altri, chiunque essi siano. E se la locale Amministrazione ha sbagliato, se ne dovrà assumere le conseguenze.