Roma, 16 febbraio 2009
PENSIONI: il SAP tiene sempre alta la guardia!
S
iamo riusciti nei mesi scorsi, grazie ad un nostro tempestivo e forte intervento, ad evitare che col nuovo anno entrasse in vigore una riforma delle pensioni – primo firmatario l’on. Giuliano Cazzola, ex sindacalista Cgil, ora deputato Pdl - che avrebbe penalizzato e non poco il personale del Comparto Sicurezza e Difesa, introducendo per tutti il sistema contributivo. Ma la nostra attenzione resta alta perché, direttamente o indirettamente, il tentativo di introdurre correttivi alla previdenza – leggasi tagli alle pensioni – è sempre nella mente di qualche politico ‘ragioniere’ alla ricerca di risorse per le disastrate finanze pubbliche. Del resto, per tagliare stipendi e pensioni non serve essere scienziati. Intervenire invece ‘chirurgicamente’ sugli sprechi veri, a cominciare dai privilegi della classe politica fino alla lotta all’evasione fiscale, è molto, molto più difficile. Ma, per fortuna, il SAP vigila e, per quel che riguarda il Comparto Sicurezza e Difesa (in primis ovviamente la Polizia di Stato) venderemo sempre cara la pelle.Il problema che ci potremmo trovare di fronte, da qui a pochi mesi, è quello dei cosiddetti coefficienti di trasformazione che, se ritoccati, potrebbero – ripetiamo: potrebbero! – produrre un abbattimento delle pensioni di qualche punto percentuale, costringendo il personale ad andare in quiescenza soltanto per vecchiaia, al fine di raggiungere il massimo.
E qui un po’ di spiegazioni sono necessarie. La legge 335/1995, la famigerata Riforma Dini, ha previsto – tra le varie cose – la revisione dei coefficienti di trasformazione dopo dieci anni, cioè nel 2005. Ma che cosa sono questi coefficienti? Nei fatti, sono parametri che determinano la percentuale di stipendio che verrà trasformata in pensione. Nello specifico, è una cifra per la quale va moltiplicato il "montante retributivo" e che determina, appunto, la pensione. Ogni anno il dipendente accantona una percentuale del suo reddito, pari a circa il 33 per cento. Questa somma viene ‘indicizzata’ sulla base della crescita del Pil, il prodotto interno lordo. Il totale accumulato in tutti gli anni di lavoro (che si chiama ‘montante contributivo individuale’) viene moltiplicato per il coefficiente di trasformazione, che si alza con l'innalzamento dell'età di pensionamento.
Nel 2005 (Governo Berlusconi) questi coefficienti non furono modificati e, anzi, il tema delle pensioni fu uno degli argomenti che determinarono, l’anno successivo, la caduta di quell’Esecutivo. Ma il problema dei coefficienti di trasformazione non poteva essere trascurato a causa delle previsioni di legge per cui, nel 2006, il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (Nvsp) – organismo previsto dalla Riforma Dini – ha rielaborato questi parametri, ovviamente in negativo, determinando ipotesi di tagli alle future pensioni, oscillabili tra il 6 e l’8 per cento circa. Tagli che si sarebbero manifestati, ovviamente, una volta entrati in vigore i nuovi coefficienti. E qui ci ha pensato un altro Governo, quello targato Prodi e centrosinistra, che con la legge 247/2007, meglio conosciuta come "Riforma Damiano", ha introdotto i nuovi parametri stabiliti dal Nvsp, che dovrebbero essere ‘operativi’ dal prossimo primo gennaio 2010, come ha recentemente e pubblicamente ribadito il ministro del lavoro Maurizio Sacconi. Sia Damiano che Sacconi – e i loro rispettivi Governi – non hanno mai istituito, sebbene vi fosse stato in tal senso un impegno formale a Palazzo Chigi, la Commissione - alla quale dovevano partecipare le parti sociali - che aveva il compito di svolgere una "riflessione preventiva" su questi coefficienti. Il rischio, insomma, è che dal prossimo anno – se non interverranno modifiche di legge – i tagli alle pensioni, per tutti i lavoratori e i dipendenti, possano concretizzarsi.
Il SAP, come detto, non resterà con le mani in mano. Ci siamo già attivati, anche a livello parlamentare, per valutare ogni possibile forma di intervento al fine di evitare la modifica di questi parametri e, soprattutto, per impedire che tali penalizzazioni possano toccare il Comparto Sicurezza e Difesa. Certamente, da questo punto di vista, faremo valere il principio normativo di specificità introdotto lo scorso anno che prevede, anche per quel che concerne i trattamenti previdenziali, il riconoscimento di una "diversità" della nostra professione. Ribadiamo sempre la nostra coerente linea: noi non siamo "lavoratori", ma professionisti della sicurezza e il principio di specificità, voluto dal SAP e ora condiviso da tutti i sindacati di Polizia, è prodromico alla vera conquista che è alla base dell’azione del sindacato autonomo: lo sganciamento dal pubblico impiego.
E’ chiaro che l’attuale Esecutivo intende penalizzare il pubblico impiego nel suo complesso. Ma noi non siamo "pubblici impiegati" come gli altri e la nostra specificità, riconosciuta per legge, deve ora essere sostanziata con provvedimenti ad hoc sia per quel che riguarda nuove risorse per il Comparto – una battaglia che portiamo avanti quotidianamente - sia per quel che concerne la salvaguardia del nostro sistema previdenziale. Piuttosto, all’attuale Governo chiederemo di tener fede ai propri impegni nei confronti delle Forze dell’Ordine, anche per quel che riguarda l’avvio della previdenza complementare, vero problema sul quale urge confrontarsi e trovare rapidamente soluzioni. E non possiamo sottacere neppure la problematica relativa al riconoscimento delle cause di servizio, delle pensioni privilegiate e degli equi indennizzi, sulla quale abbiamo avviato nelle settimane scorse un’azione di tutela (per i nostri iscritti) e che ci vedrà, in questo 2009, fortemente impegnati. Senza dimenticare, infine, il nostro ricorso pensioni, sempre e solo a vantaggio degli aderenti SAP, che sta andando avanti.
Pertanto, tornando al tema dei coefficienti di trasformazione che ci sta molto a cuore perché questi parametri rischiano di toccare davvero tutti, a prescindere dal discorso retributivo – contributivo, dobbiamo restare vigili e agire. Pur evitando allarmismi da osteria che non fanno parte del nostro Dna. La battaglia si conduce nelle sedi opportune. Senza mai dimenticare che il SAP, quando si è reso necessario, ha portato da solo in piazza decine di migliaia di poliziotti. La nostra forza siete voi. E, come detto, venderemo cara la pelle. Anche su questo tema!
Orgogliosi di essere SAP!Il Segretario Generale
- Nicola Tanzi -
Contratto, novità su terapie salvavita e diritto allo studio
P
roseguono gli incontri al Dipartimento della Funzione Pubblica per la definizione dell'ipotesi di accordo sindacale relativo al quadriennio normativo 2006-2009 e al biennio economico 2006-2007 (accordo integrativo).La delegazione del SAP che ha partecipato all’ultima riunione svoltasi il 10 febbraio era composta dal Segretario Generale Nicola Tanzi e dal Segretario Nazionale Francesco Quattrocchi.
Durante l'ultimo incontro, come si ricorderà, era stata consegnata una bozza di accordo, trasmessa alle nostre Segreterie Regionali e Provinciali assieme alla piattaforma rivendicativa del SAP e della Consulta Sicurezza.
Si sta adesso procedendo adesso all'analisi e alla discussione del testo e due rivendicazioni del Sindacato Autonomo di Polizia sono state riconosciute: quella relativa alle terapie salvavita (l'esclusione del computo dei giorni avrà valore sia per i giorni di congedo straordinario che per l'aspettativa per infermità, prima non prevista) e quella al diritto allo studio (in caso di sovrapposizione di esami, al dipendente potranno essere attribuite e conteggiate 4 giornate lavorative per ciascun esame).
Di seguito, pubblichiamo gli articoli relativi alla nostra piattaforma presentata alla Funzione Pubblica che sono stati recepiti, ricordando che le riunioni riprendono il 17 febbraio.
L'articolo 13 del D.P.R. 170 del 2007 consente ai soggetti interessati da patologie gravi, necessitanti di terapie cosiddette "salvavita", di fruire di giorni di congedo straordinario oltre il limite massimo consentito dalla normativa vigente. Va evidenziato che, tale beneficio, così come disciplinato, spetta soltanto per coloro che possono fruire di giorni di congedo ordinario, escludendo il personale che ha in corso l'aspettativa per motivi di infermità ai sensi dell'art. 68 del DPR 3 del 1957. In diversi casi, i colleghi hanno scoperto di avere patologie così gravi che richiedono terapie salvavita a seguito di vari e lunghi accertamenti diagnostici e quando erano già da tempo in aspettativa. Purtroppo, la previsione dell'art. 68 terzo comma del D.P.R. 3 del 1957 non consente la ripresa in servizio e, quindi, l'interruzione dell'aspettativa, salvo che sopraggiunga una completa guarigione. Tale disciplina ha creato una sorta di disparità di trattamento tra il personale in congedo straordinario e il personale in aspettativa per infermità e, pertanto, si rappresenta la necessità di integrare l'articolo in esame con una aggiunta normativa che consenta una uniformità di trattamento. Pertanto, la Consulta Sicurezza chiede la modifica dell'art. 13 del dPR 170/2007 nel modo che segue:
"1. In caso di patologie gravi che richiedano terapie salvavita ed altre ad esse assimilabili secondo le indicazioni dell'Ufficio medico legale dell'Azienda sanitaria competente per territorio, ai fini del presente articolo, sono esclusi dal computo dei giorni di congedo straordinario e di aspettativa per motivi di infermità i relativi giorni di ricovero ospedaliero o di day-hospital ed i giorni di assenza dovuti alle citate terapie, debitamente certificati dalla competente Azienda sanitaria locale o struttura convenzionata o da equivalente struttura sanitaria militare. I giorni di assenza di cui al presente articolo sono a tutti gli effetti equiparati al servizio prestato nell'Amministrazione e sono retribuiti, con esclusione delle indennità e dei compensi per il lavoro straordinario e di quelli collegati all'effettivo svolgimento delle prestazioni."
Diritto allo studio ex art. 16 dPR 170/2007
Si chiede che In caso di sovrapposizioni di esami (es. due nello stesso giorno) al dipendente vengano concessi i quattro giorni antecedenti per ciascun esame (nel caso di specie otto). Solo in tal modo, difatti, verrebbe rispettata la ratio della disposizione, individuabile nell'esigenza di garantire allo studente/lavoratore la possibilità di dedicarsi appieno allo studio finalizzato al buon esito dell'esame.
Carceri e giustizia, il SAP su Radio RAI Uno
I
l Sap, con il Segretario Generale Nicola Tanzi, è intervenuto nei giorni scorsi su Radio Rai Uno, nell’ambito del programma di approfondimento giornalistico Radiocity.Temi del dibattito, la carcerazione preventiva e l’emergenza affollamento carceri.
Il nostro Segretario Generale, intervenendo come Presidente della Consulta Sicurezza, organismo che comprende anche gli amici del Sappe e del Sapaf, ha commentato alcuni recenti fatti di cronaca, con particolare riferimento alle cosiddette "scarcerazioni facili", ricordando come sia la struttura del nostro sistema processuale a permettere simili situazioni.
Un’analisi condivisa in toto, come è possibile ascoltare dal file audio del programma disponibile sul nostro sito internet www.sap-nazionale.org, anche da Carlo Nordio, Sostituto Procuratore del Tribunale di Venezia.
Al programma radiofonico è intervenuto anche Ettore Ferrara, ex direttore del Dap.
Come Presidente della Consulta Sicurezza, Tanzi ha ricordato anche il problema del sovraffollamento delle carceri – siamo a circa 59.000 detenuti e rischiamo di superare, ancora una volta, il limite massimo dei 63.000 – e i disagi del personale della Polizia Penitenziaria, auspicando che dagli ultimi provvedimenti di legge in corso di approvazione – a cominciare dal decreto ‘milleproroghe’ approvato al Senato che contiene un ‘piano’ per l’edilizia carceraria – possano venire soluzioni concrete e importanti.
Tesserini di riconoscimento, OdG Paladini
L
a Camera ha approvato il 12 febbraio il disegno di legge voluto dal ministro Brunetta (C2031-A) relativo alla delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.Il provvedimento torna adesso all'esame del Senato. L’on. Giovanni Paladini, ex Segretario Generale Aggiunto del SAP, ha presentato un Ordine del Giorno per tutelare il personale delle Forze dell'Ordine, diversamente dal pubblico impiego, per quel che riguarda l'utilizzo dei tesserini di riconoscimento.
L'Ordine del Giorno dell'on. Paladini e' stato approvato e prevede, appunto, un impegno del Governo per tutelare e distinguere gli appartenenti alle Forze dell’Ordine rispetto a "civili" e pubblici impiegati in genere, i quali durante il loro "lavoro" saranno obbligati ad esporre il tesserino di riconoscimento.
Ispettori Capo, occorre bandire i concorsi per Sups
C
ome noto, gli Ispettori Capo promossi a far data dal 1° settembre 2000 (sono circa 4000) devono avanzare, secondo legge, alla qualifica di Ispettore Superiore - Sups con decorrenza giuridica 1° gennaio 2009.Tuttavia, l’art. 31 bis dPR 335/82, come modificato dal d. lgs. 197/95, prevede che i posti di Ispettore Superiore - Sups siano coperti nel limite del 50% dei posti disponibili, al 31 dicembre di ogni anno, mediante scrutinio per merito comparativo e per il restante 50% mediante concorso annuale per titoli di servizio ed esami.
Inoltre, la stessa norma prevede che i posti non coperti mediante concorso siano portati in aumento dell'aliquota dei posti destinati alla promozione con scrutinio per merito comparativo.
Ciò significa che non si potrà procedere allo scrutinio finché non verranno banditi e conclusi i concorsi per ispettore superiore per i posti relativi agli anni 2005, 2006, 2007, fino a giungere all’anno 2008, posto che attualmente sono in corso le procedure di correzione delle prove relative al concorso riferito ai posti disponibili al 31 dicembre 2004.
Il SAP è intervenuto con forza nei confronti del Dipartimento, attraverso una nota disponibile sul nostro sito internet www.sap-nazionale.org, affinché il diritto alla progressione in carriera del personale – problema che riguarda un po’ tutti i Ruoli della Polizia di Stato – non sia ulteriormente compresso a causa dei ritardi e delle lentezze ministeriali nel bandire i concorsi.