Roma, 17 marzo 2008

 

Siglato l’accordo per il Fondo 2007

Alla presenza del Vice Ministro Minniti, è stato firmato l’11 marzo al Dipartimento l’Accordo per l’utilizzazione delle risorse previste dal Fondo di incentivazione per l’anno 2007. Le risorse complessive ammontano a 90.375.793 euro.

Al momento sono disponibili 77.458.793 euro. Sono state confermate le fattispecie da remunerare, con gli importi che di seguito si indicano:

a) reperibilità – 17,50 euro

b) cambio turno – 8,70 euro

c) produttività collettiva – 2,490 euro

d) servizi resi in alta montagna – 6,40 euro

Come si può notare, le risorse disponibili sono state utilizzate per aumentare la produttività collettiva, che sarà successivamente incrementata di 0,525 euro.

Questo avverrà quando saranno disponibili le rimanenti risorse derivanti dall’incremento di cui all’art. 5, comma 1, lettera A) del dPR 11/09/2007 n. 170 e dall’attivazione delle disposizioni di cui all’art. 43 comma 5 della Legge 27/12/1997, n. 449.

Le tabelle complete sono disponibili sul nostro portale web e, come già accennato nel precedente numero del Flash, il pagamento è previsto entro i mesi di maggio e giugno prossimi.

Condannati prima della sentenza

E’ partita in questi giorni la campagna mediatica e politica della cosiddetta sinistra radicale ed antagonista contro la Polizia di Stato e le Forze dell’Ordine, a causa delle richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero di Genova per i fatti del G8. Al di là della "miseria" di certe dichiarazioni e di certi personaggi, forse più adatti ad un teatrino di periferia che al Parlamento, gente che in questa campagna elettorale pensa sia sufficiente un lancio di agenzia stampa per pescare qualche voto in più, colpisce come il "garantismo" tanto invocato per assassini conclamati e condannati in ogni grado di giudizio, non sia applicato allo stesso modo per persone, colleghi che non hanno avuto neppure una sentenza di primo grado contro e che, soprattutto, erano a Genova nel 2001 per tutelare i cittadini e non devastare una città. Saranno i processi a valutare le eventuali responsabilità individuali.

Ma questo non cambia la storia di Genova.

G8:BOLZANETO;SAP, RICHIESTE SCONTATE, PROVARE RESPONSABILITA' (ANSA) - ROMA, 11 MAR - La richiesta dei pm genovesi e' 'scontata, perche' vi sono notizie di reato qualificate, con tanto di referti' ma e' fondamentale che nel processo si accerti se 'gli abusi che ci sono stati, come sembra, siano attribuibili alla responsabilita' penale dei colleghi'. E' quanto afferma il segretario del Sap e candidato al Senato per il Pdl in Sardegna Filippo Saltamartini commentando le richieste di condanna avanzate dalla procura di Genova per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto durante il G8. 'Presentarsi di fronte al giudice - aggiunge Saltamartini - e' una garanzia per gli imputati e comunque abbiamo fiducia nei giudici e nei tre gradi di giudizio della giustizia italiana, che assicurano sia alle parti lese sia agli imputati una stessa valutazione dei fatti'. Il segretario del Sap, pero', sottolinea che questo processo, 'come tutte le inchieste sul G8, pone l'accento su una formazione piu' accurata delle forze di polizia'. 'Fino ad oggi - dice - la politica del reclutamento non ha tenuto conto che i poliziotti devono essere assunti sul mercato del lavoro intellettuale, non perche' vi sono dei disoccupati da sistemare. Ma questo discorso puo' esser fatto soltanto se si conferisce agli agenti una retribuzione adeguata, visto che oggi guadagnano meno di un bidello'. E quanto alla formazione, 'oggi dura un anno e poi non succede piu' nulla. E questo discorso deve essere fatto sulla base della retribuzione'. (ANSA). GUI 11-MAR-08 18:13 NNNN

Poliziotti e passaporti…

"Dal disarmo della Polizia" di sessantottina memoria al "Tutti i poliziotti in strada" dell’attuale sinistra "democratica", un sottile filo "rosso" continua a legare una certa cultura progressista – non tutta, per carità – con i pregiudizi e i preconcetti ideologici contro le Forze dell’Ordine. Il leader del Partito Democratico, Walter Veltroni, parlando nei giorni scorsi a Verona aveva dichiarato: "Non voglio più vedere poliziotti che mettono timbri sui passaporti. I poliziotti devono stare per strada". Leggendo affermazioni di tal genere, viene da chiedersi se, a volte, a prevalere siano motivi di opportunità o la mancanza di conoscenza che taluni politici hanno del Comparto Sicurezza e delle Forze dell’Ordine. Al di là dell’annosa questione che riguarda gli impiegati civili, con le note posizioni di Cgil, Cisl e Uil contro la Polizia di Stato, si resta sconcertati quando chi si propone alla guida del Paese afferma cose che non stanno né in cielo né in terra. Tanto per restare sulla questione invocata dal leader PD, è giusto informare che i nostri colleghi addetti al controllo dei passaporti eseguono l’atto finale di un’attività di polizia.

Non mettono un timbro e basta. Si occupano del riscontro documentale, sequestrano gli esemplari falsi, impediscono l’espatrio se chi li esibisce è ricercato, e controllano sul terminale se il numero di serie del documento è tra quelli denunciati come rubati.

I poliziotti occupati sulle linee di frontiera sono professionisti che hanno fornito negli anni un supporto indispensabile per frenare l’immigrazione clandestina e che quando mettono un timbro su un passaporto compiono un atto di responsabilità importante, non trasferibile a un impiegato civile.

E’ tanto difficile da comprendere?

Convenzione Tim, ancora problemi

Con una comunicazione apparsa recentemente portale Doppiavela, il Dipartimento informa che le schede disattivate dalla Tim per mancato pagamento del traffico telefonico, possono essere riattivate esclusivamente su richiesta degli Uffici Amministrativo Contabili, con nota indirizzata alla Telecom indicante i motivi del mancato pagamento, e non dal singolo dipendente. Ad avviso del SAP, cominciano ad essere "troppe" le segnalazioni relative alla convenzione stipulata tra Tim e Dipartimento a "vantaggio" del personale. Soltanto pochi giorni fa, il SAP aveva segnalato al Ministero la questione del traffico "wap" (internet dal telefonino) e le possibili ripercussioni in bolletta. Adesso, si parla di bollette disattivate e di complesse procedure per riattivarle. Come già abbiamo scritto proprio sul Flash, è in corso un monitoraggio delle nostre strutture regionali e provinciali sul funzionamento della convenzione. I colleghi possono segnalarci anche direttamente le problematiche scrivendo via e-mail a:

nazionale@sap-nazionale.org

Graduatoria concorso 10 Commissari

Sul Bollettino Ufficiale del Personale del 6 marzo scorso, Supplemento straordinario n. 1/6 bis, è stata pubblicata la graduatoria di merito del concorso interno, per titoli di servizio ed esami, a 10 posti da Commissario di Polizia, indetto con D.M. del 31 gennaio 2007. Sul nostro sito internet è disponibile la graduatoria.

Istruttori e corsi di formazione

Il Ministero ci informa, con una circolare disponibile sul nostro sito internet www.sap-nazionale.org, che "ai fini di una razionalizzazione e semplificazione dell’azione amministrativa si è ritenuto di adottare una nuova procedura per l’avvio del personale ai corsi di qualificazione per Istruttore". Pertanto, nella predetta circolare, sono state parzialmente riviste alcune modalità di accesso ai corsi, con particolare riferimento a quelli utili per il conseguimento qualifiche operativo – professionali di istruttore di tiro, di tecniche operative, di scuola guida e di difesa personale. Il Ministero precisa che "la ratio per la formazione di ciascun istruttore si fonda sulle reali necessità di impiego degli Uffici di appartenenza e che le legittime aspettative di qualificazione del personale potranno trovare accoglimento solo in concomitanza e in ragione di una effettiva esigenza di servizio". Inoltre, con la soppressione delle Direzioni interregionali, anche l’organizzazione dei corsi riservati al personale di Polizia subirà delle parziali modifiche. La relativa circolare è sempre disponibile sul sito internet del Sap.

Quei 5 colleghi uccisi in via Fani

Trent'anni non bastano, per dimenticare via Fani. Il sangue, su quella strada, si è asciugato da tempo. Di BR non si sente più parlare se non in tv, in speciali. E il terrore, da Roma, è ormai lontano. Ma trent'anni non bastano, per dimenticare via Fani. Il 16 marzo 1978 rimarrà per sempre il cuore degli anni di piombo, quelli dei sequestri e delle pallottole facili, della stazione di Bologna e di Piazza Fontana. Perché, quella mattina, non solo viene rapito l'onorevole democristiano Aldo Moro, mentre con la sua scorta si sta recando a Montecitorio per votare la fiducia al nuovo Governo Andreotti. Ma, per mano di un commando delle BR, vengono anche uccisi i cinque uomini della sua scorta, poliziotti e carabinieri che erano lì per proteggere il Presidente e che lì hanno perso la vita. In pochi li ricorderanno, "i ragazzi della scorta". Sono stati dimenticati in fretta da tv e giornali, questi eroi del quotidiano, cannibalizzati da quello che invece ricorderemo per sempre: le strazianti lettere dalla prigione dello statista, i comunicati dei brigatisti, l'onorevole col giornale in mano e la stella a cinque punte dietro che guarda noi, nell'obiettivo del suo carnefice. I riflettori, su loro, si sono spenti presto. C'erano i giorni di sequestro che avanzavano, la bagarre politico - istituzionale tra chi era per la fermezza e chi per la trattativa, da seguire, e poi il crollo, da raccontare, quando in ogni casa, attraverso la tv, entrava il corpo dello statista democristiano rannicchiato nel bagagliaio della Renault 4 rossa, in via Caetani, a poca distanza dalle sedi del Partito Comunista e della Dc. Se oggi ci fermassimo a ricordare quelle giornate, ci accorgeremmo di non ricordarli, i cerchi di gesso sull'asfalto di via Fani, quelli che segnano la fine di ragazzi semplici che sono morti lì, quel giorno. Ci sfuggono, i lenzuoli bianchi di via Fani. Eppure, c'era anche Domenico Ricci, 42 anni, appuntato dei carabinieri, autista di Aldo Moro, nella Fiat 130. A lui, racconta la moglie Maria, gli s'illuminavano gli occhi, quando parlava del lavoro col Presidente. "Sembrava avesse vinto un terno al lotto". C'era poi anche Oreste Leopardi, maresciallo dei carabinieri, 53 anni, l'ombra dell'onorevole, la sua guardia del corpo più fedele. "Quella mattina – racconta la moglie Ileana – ha aperto l'armadio, per prendere le pallottole. Gli chiesi perché. Mi rispose "Così, per sicurezza". Francesco Zizzi poi, che muore a trent'anni come vice brigadiere, nell'inutile corsa all'ospedale Gemelli di Roma. E ancora Giulio Rivera e Raffaele Iozzino, agenti di polizia. Loro, nel 1978, di anni ne hanno solo 25. Hanno una vita da vivere. E invece, Giulio muore sul colpo, crivellato da otto pallottole. Raffaele spara i suoi ultimi colpi rotolando a terra, ma il fuoco incrociato dei brigatisti non lo perdona. Il nostro pensiero, in questi giorni di commemorazione, va anche, soprattutto a loro. La medaglia al valore più degna che un collega, un uomo ucciso in servizio può ricevere è quella di non essere scordato, di non esser relegato nel limbo della dimenticanza. In fondo, anche loro sono morti perché credevano in un mondo migliore. E quando si crede in un mondo migliore, spesso, si fa una scelta nobile e rischiosa: quella di metterci il proprio corpo, tra il male e il bene.

(www.pernondimenticare.cc)

 

 

 

 

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