Roma, 1° ottobre 2007
Si rompe il Patto Sicurezza
Dopo aver riposto la nostra stima e l’affidamento contrattuale sulle promesse del Governo sottoscrivendo l’Accordo del 31 luglio, pur con soli 5 euro di incremento vero, a distanza di qualche giorno dal varo della Legge Finanziaria 2008 dobbiamo sottolineare la nostra cocente delusione per ciò che probabilmente accadrà. Gli aderenti al SAP che hanno seguito la nostra attività sindacale sanno perfettamente che a margine dell’Accordo noi rivendicavamo 400 milioni di euro per il pagamento delle nostre prestazioni specifiche – c.d. Specificità - e 300 milioni di euro per l’avvio della legge delega sul Riordino delle carriere. Una base rivendicativa che abbiamo sostenuto con due manifestazioni di ferragosto contro il Governo Berlusconi e il 5 dicembre scorso con 70.000 colleghi contro la legge Finanziaria. Nel primo caso abbiamo ottenuto che la legge delega sul Riordino delle carriere fosse approvata dalla Camera dei Deputati a gennaio 2006. Abbiamo insomma smosso l’inerzia del Governo. Invece, la manifestazione del 5 dicembre non ha sortito effetti. L’appostamento per la Specificità è stato ristretto da 400 milioni del Contratto precedente a 80. Questa è la ragione per cui, se la legge Finanziaria 2008 dovesse contenere le stesse lacune di stanziamento, la protesta probabilmente potrebbe allargarsi ancora di più. Tuttavia in questa ultima settimana, dopo i conflitti e i battibecco con le altre organizzazioni del Comparto, sembra che si stia delineando un atteggiamento diverso rispetto alle nostre posizioni. Vedremo. La posizione del SAP è stata particolarmente enfatizzata nell’incontro con il Governo a Palazzo Chigi, giovedì scorso. Il Segretario Generale del SAP, dopo aver chiesto agli esponenti di Governo se fossero a conoscenza delle retribuzioni dei poliziotti a cominciare dagli Agenti che non superano i 1.200 euro mensili, ha domandato al Sottosegretario al Tesoro se avesse cognizione che la legge Finanziaria precedente ha aumentato il prelievo Irpef di ben 4 punti. I 5 euro di aumento non hanno compensato neppure questo inasprimento fiscale. E la soglia della povertà è un’anticamera più reale che un giudizio sindacale. In realtà nel triennio 2006-2007-2008 le nostre retribuzioni hanno fatto un passo paurosamente indietro. L’aumento del tasso di inflazione e dei 5 euro di specificità dell’Accordo del 31 luglio, sono stati erosi in parte significativa da questo aumento delle tasse. Per questo il SAP ha parlato di una giustizia sociale lesa e del fatto che il SAP porterà la protesta nelle strade del nostro Paese. Abbiamo tuttavia informato il Governo che il malcontento è così radicato che la manifestazione del 5 dicembre scorso con i 70.000 colleghi potrebbe essere replicata per esprimere un dissenso ancor più numeroso. E abbiamo informato lo stesso Esecutivo che senza i fondi richiesti l’appuntamento sarebbe stato lo stesso: 5 dicembre. Abbiamo anche aggiunto che a questo punto, senza i 700 milioni richiesti, non ci saremmo più accontentati di incrementi marginali ma avremmo rivendicato un bonus di 1.000 euro al mese. Alla pari dei trattamenti dei colleghi dell’U.E. In risposta a queste argomentazioni del SAP il Governo ha subito mostrato un atteggiamento rigido e a conclusione dell’incontro, anche per merito delle posizioni parimenti rigide assunte dal Cocer dei Carabinieri, il Governo ha chiesto solamente di sospendere il nostro giudizio negativo e attendere la stesura finale della Legge Finanziaria 2008. Anche se durante l’iter di approvazione parlamentare, nei mesi di ottobre e novembre, potremo ancora giocarci qualche buona carta. Non resta che attendere i contenuti della manovra del 2008 anche se il pessimismo viaggia a quota 990!
La Corte dei Conti chiede di pagare il conto ai poliziotti
L
a Corte dei Conti del Piemonte ha lavorato alacremente negli ultimi due anni per "mettere sotto inchiesta" il personale di Polizia impegnato nei delicati servizi di ordine pubblica in Val di Susa nel 2005, quando migliaia di manifestanti, molti dei quali in modo violento e talvolta spalleggiati anche da amministratori locali, si sono opposti alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione. Linea che per altro sarà comunque realizzata a breve. Ebbene, come si ricorderà vi furono – in particolare nella località di Venaus – violenti scontri, con centinaia di colleghi messi praticamente "sotto sequestro" all’interno del cantiere per tantissime ore, senza possibilità di rifocillarsi o di procedere al cambio turno. Si registrarono pure tantissimi feriti tra gli appartenenti alle Forze dell’Ordine durante quegli scontri dove, lo rammentiamo, i "pacifici" manifestanti volevano assaltare il cantiere e distruggere tutto. Le televisioni di mezzo mondo hanno trasmesso quelle immagini. Ci furono polemiche, allora, per le cariche della Polizia. Come sempre, del resto. La Procura della Repubblica di Torino, dopo le indagini di rito, ha saggiamente deciso di archiviare la maggior parte delle posizioni. Non fu questa invece la posizione della Corte dei Conti del Piemonte che, decise di avviare due anni fa una indagine contro il personale impiegato a Venaus. Dopo aver visto gli scontri trasmessi dalle tv di mezzo mondo, il giudice contabile ha ipotizzato il danno di immagine del Corpo di Polizia e dello Stato stesso. Nei giorni scorsi, a quasi due anni di distanza dai fatti, centinaia di "riservate" sono partite dagli uffici della Procura regionale della Corte dei Conti torinese, sita al civico 305 di via Roma, con destinazione Roma, Napoli, Palermo, Milano, Genova e ovviamente per lo stesso capoluogo piemontese. I colleghi interessati (un centinaio tra agenti, funzionari e dirigenti), a far data dal 2 ottobre prossimo, sono stati convocati come "persone informate sui fatti" ed è prevedibile che le loro posizioni possano trasformarsi in quelle di "responsabili di danno erariale". Nell’oggetto della "riservata" si legge che è stata avviata una "istruttoria" relativa ad una "azione di responsabilità per danno alla finanza pubblica nei confronti degli appartenenti alle Forze dell’Ordine per comportamento lesivo dell’immagine e del prestigio del Corpo e dello Stato, in occasione di intervento in Val di Susa nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005". Il Sap è da subito, come del resto avvenne nel 2005, intervenuto su tre fronti.In prima analisi ha chiesto che l’assistenza legale sia assunta dall’Avvocatura di Stato (gli interessati possono chiamare la Segreteria Generale al tel. 064620051) e in secondo luogo ha richiesto un immediata intervento al Ministro Amato, con la denuncia pubblica di quanto stava avvenendo (il tam tam mediatico è tutto disponibile sul nostro sito internet). Come spesso, siamo stati i soli a muoverci, anche grazie alla segnalazione della Segreteria Provinciale Sap di Torino. La misura, a nostro avviso, è davvero stravagante. La Corte dei Conti che procede contro i membri delle Forze dell’Ordine per aver eseguito ordini che si radicano nella tutela dell’ordine pubblico a noi appare come uno "straripamento di potere", utilizzando la nozione amministrativa dell’eccesso di potere. Il controllo di legalità dell’uso della forza spetta all’Autorità Giudiziaria ordinaria e non ai giudici della Corte dei Conti. E i giudici naturali precostituiti per legge del distretto piemontese hanno archiviato i procedimenti aperti contro i nostri colleghi.
Di qui l’inesistenza del nesso funzionale tra azione di responsabilità contabile e il fatto contestato. Orbene se la Corte dei Conti del Piemonte ha travalicato i confini tra poteri dello Stato, perché la potestà di polizia è tipica espressione della funzione del Ministro dell’Interno Autorità nazionale di pubblica sicurezza, allora siamo in presenza di un vizio di "straripamento". Per questo abbiamo chiesto al Ministro Amato di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dinanzi alla Corte Costituzionale. Quella sollevata dal SAP è una questione troppo seria per essere posta ai margini del dibattito sindacale. Ed è altresì indispensabile, fermo restando le tutele che il Sap metterà in campo per i colleghi, che gli appartenenti alla Polizia di Stato coinvolti nella vicenda vengano assistiti e difesi dall’Avvocatura dello Stato. Si tratta, ad avviso del Sap, di un atto dovuto. Sempre che riteniamo di vivere ancora in uno Stato di diritto.
Direzioni interregionali, il Dipartimento risponde al SAP
I
l duro intervento del SAP a tutela del personale in servizio presso le Direzioni interregionali della Polizia di Stato, che saranno soppresse a far data dal primo dicembre 2007 come previsto dall’ultima legge Finanziaria, ha sortito un primo positivo effetto, mentre la nostra organizzazione prosegue il proprio impegno per garantire a tutti i colleghi interessati il soddisfacimento delle proprie aspettative di mobilità. La vicenda, trattata sul Flash n. 34, era relativa ad una strana e repentina richiesta pervenuta, tramite il Dipartimento, a tutte le Direzioni interregionali. Richiesta che obbligava il personale a indicare immediatamente alcune sedi gradite come futura destinazione.Una procedura anomala e certamente poco trasparente, della quale il Sap ha chiesto immediatamente conto.
Il Ministero ha subito risposto – si veda il nostro sito internet www.sap-nazioanale.org – assicurando massima trasparenza e soprattutto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Era quello che ci aspettavamo e grazie al nostro intervento, nel silenzio imbarazzato delle altre organizzazioni, abbiamo costretto il Viminale a fare retromarcia e a rispettare i diritti del personale e dei sindacati.
La nostra azione di monitoraggio ovviamente prosegue perché ci fidiamo delle parole, ma guardiamo soltanto ai fatti.
Il Codice SAP per i colleghi iscritti
E’
finalmente disponibile per tutti gli iscritti al SAP (gratuitamente) il Codice professionale degli appartenenti alle Forze di polizia.L’opera curata dal nostro Segretario Generale con il contributo della Segreteria Generale e dell’Ufficio Studi, riporta la Costituzione della Repubblica e le Convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo; il codice penale, di procedura penale, le leggi di pubblica sicurezza con il relativo regolamento e tutte le leggi complementari sull’ordine pubblico, armi e polizia amministrativa.
Un indice sistematico particolarmente ricco e l’annotazione delle misure processuali precautelari previste per ogni tipo di reato rendono il codice di semplice ed esaustiva consultazione.
Il tutto ben rilegato in un unico e pratico volume del valore commerciale di oltre 60 euro.
In questi giorni le Segreterie Provinciali e Regionali stanno predisponendo il piano di distribuzione dei Codici.
Un grande impegno per la nostra organizzazione di cui beneficeranno migliaia di colleghi.
Un’opera che per completezza e accuratezza viene realizzata per la prima volta, con l’impegno di realizzare aggiornamenti annuali.
Per chi non l’avesse ricevuto può scrivere a nazionale@sap-nazionale.org segnalando anche suggerimenti e osservazioni
Le "scarpe strette" delle poliziotte…
U
na vicenda incredibile, che fa quasi sorridere anche se verrebbe da piangere, quella delle cosiddette "scarpe strette delle poliziotte", sollevata da un’inchiesta del quotidiano "La Stampa" e denunciata dal SAP anche con un bel servizio andato in onda nei giorni scorsi al Tg5 delle 20 (si veda il nostro sito internet www.sap-nazionale.org).Si parla di 10.000 / 15.000 paia di scarpe acquistate, dopo il consueto esperimento di una gara tra aziende fatto dal nostro Ministero, addirittura in Romania.
Scarpe décolleté, basse, con un tacco leggermente più alto per dare un tocco maggiore di femminilità alle colleghe.
Tutto bene, se non fosse per il numero di scarpe che non risultava essere quello indicato sotto le suole.
In sostanza, ad esempio, i "38" sono "36", i "37" sono "36" etc.
Pertanto, le colleghe non hanno potuto mai utilizzare quelle scarpe.
Chi ha sbagliato?
Come ci si regolerà adesso per il pagamento delle relative fatture?
E’ evidente che tutti i contratti sono regolati da penali, ma al solito qui a rimetterci è il personale, che deve fare quotidianamente i conti vestiario scadente o carente, con mezzi fatiscenti e scarsi, con uffici indecorosi.
La vicenda delle "scarpe strette delle poliziotte", per usare il titolo del noto quotidiano torinese, è da questo punto di vista emblematica.
Banca dati DNA, servono fatti
S
i torna a parlare della Banca dati Dna come efficace strumento di lotta per contrastare il crimine.Fioccano proposte di legge e richieste di arrivare al più presto all’istituzione di questo archivio delle impronte genetiche che permetterebbe certamente una più efficace lotta alla devianza criminale.
Peccato che, come avviene spesso in Italia, alle parole non seguano i fatti.
Il SAP da tempo, assieme al senatore Valditara, si è fatto promotore di un disegno di legge sull’istituzione della Banca Dati DNA e nei primi mesi di quest’anno i Ministri Amato e Mastella, anche a seguito di alcuni efferati fatti di cronaca che hanno scosso l’opinione pubblica, si erano impegnati a spingere questo provvedimento.
A tutt’oggi, siamo a livello di pie intenzioni.
Intanto l’Italia resta uno dei pochi paesi europei a non essere dotato di questo strumento.
Un collega artista per Nicola Calipari
A
Messina, alla presenza del Capo della Polizia Antonio Manganelli, si svolge in questi giorni la cerimonia di intitolazione della Caserma di via Villari al Funzionario Nicola Calipari, morto eroicamente in Iraq per salvare una giornalista. Verranno anche inaugurati i nuovi locali del Commissariato "Messina Nord" e dell’Ufficio Immigrazione, situati in via Annunziata.Il Sap, nell’occasione, attraverso il valente collega Ispettore capo Salvatore Mandolfo, maestro forgiatore e campione italiano di "arte sul ferro", ha realizzato una bellissima statua che rappresenta Calipari.
E Mandolfo donerà un’altra sua creazione addirittura a Papa Benedetto XVI: una croce in ferro battuto e bronzo.
Complimenti davvero al collega Salvatore!