Roma, 26 febbraio 2007

 

La crisi di Governo non cambia l’agenda delle nostre priorità

La crisi di Governo che da qualche giorno interessa i palazzi della politica, rischia di proiettarci in un periodo di instabilità che certamente, soprattutto per quel che concerne gli interessi del Comparto Sicurezza e delle Forze dell’Ordine, non è destinato a produrre buone cose. La Finanziaria 2007, come è noto, sta già determinando i suoi primi effetti negativi con l’aumento dei prelievi fiscali nelle buste paga. Il Contratto 2006-2007 deve ancora essere rinnovato, anche se l’aumento di 5 euro, oltre alla quota inflazione, appare oltremodo offensivo. Purtroppo il SAP e la Consulta Sicurezza si sono ritrovati da "soli" (con 70.000 poliziotti) il 5 dicembre contro la manovra del Governo. Ma naturalmente questo è un altro problema. Tuttavia, anche in questo quadro a tinte fosche, non possiamo non rilevare che, se a dicembre del 2005 avessimo conquistato la Legge sul Riordino delle Carriere, adesso il nostro problema sarebbe stato quello di ridistribuire 1 Miliardo di euro tra i poliziotti e non 5 euro al mese! Ma, come sappiamo, avevano parlato di Legge Truffa (Siulp) e di una buona Finanziaria 2007! Per il SAP, dunque, le priorità del Riordino e dello "sganciamento" dal pubblico impiego rimangono nel DNA della nostra piattaforma. Con questo Governo o con quello a cui il Parlamento darà la fiducia.

Non possiamo evidentemente prevedere quale direzione prenderà la politica in questi giorni e nelle prossime settimane. Certamente, noi sappiamo qual è la nostra direzione. Quella di essere sempre dalla parte del personale senza mistificazioni o bugie. Come sul Riordino delle carriere. Ma l’Agenda della politica dovrà essere modificata inserendo anche questi progetti, poiché tra i "poveri" del nostro Paese è bene che siano iscritti di diritto anche i Poliziotti che, con 1.200-1.400 euro al mese, hanno una retribuzione persino più bassa degli operai della Fiat. Noi siamo pronti, se necessario, a scendere ancora una volta in piazza o a scendere sul terreno della politica, perché non abbiamo mai delegato nessuno, specie le Federazioni CGIL-CISL-UIL a relegarci ai margini della società con incrementi da 5 euro. Il resto dei "danni" li hanno fatti gli altri a cominciare dal Siulp che si è assunto la responsabilità incancellabile di fornire la giustificazione all’ex Governo di centrodestra di risparmiare 1 Miliardo di euro necessario per il Riordino. Oramai siamo rimasti l’unica categoria del pubblico impiego a veder riconosciuti trattamenti inferiori persino ai cucinieri o agli operai dello Stato riqualificati. L’importante è che il cartello guidato dal Siulp riconosca che questa condizione sia giusta poiché quello che dice il SAP non è vero! Per fortuna di molti, siamo riusciti a costruire nella Polizia, senza padrini nelle Federazioni, un Sindacato libero e fortemente rappresentativo. Per questo, la crisi del gabinetto Prodi non ci spaventa più di tanto!

Calcio e violenza, Sap in audizione al Senato

Adozione del modello inglese; previsione dell'arresto in flagranza e aggravamento delle pene per chi partecipa alle manifestazioni col volto coperto; utilizzo di idranti e di strumenti di coazione più efficaci; dotazione di microtelecamere per i caschi di protezione delle Forze dell'Ordine; attribuzione della competenza sulla misura di prevenzione al Questore del luogo degli incidenti. Sono queste alcune delle principali richieste avanzate dal Sindacato Autonomo di Polizia davanti alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato nel corso della audizione sulla violenza negli stadi svoltasi il 20 febbraio. Il Sap ha chiesto inoltre di tipizzare la competenza del giudice ordinario per quel che riguarda il Daspo; di rendere i controlli più selettivi attraverso l'autorizzazione al "palpeggio" degli spettatori; di introdurre il divieto assoluto di entrare negli stadi con qualsiasi tipo di arma, anche per coloro che possiedono il porto d'armi; di procedere alla 'privatizzazione' con l'utilizzo di stewart per la sicurezza degli stessi sul modello delle discoteche.

"I provvedimenti adottati dal Governo – per il SAP - vanno nella giusta direzione, ma adesso occorre che il Parlamento licenzi una legge che tenga conto in misura maggiore dei suggerimenti degli operatori di polizia. A nostro avviso - ha continuato il SAP - resta di fondamentale importanza il nodo della responsabilizzazione delle società sportive, che devono essere chiamate a compartecipare, soprattutto economicamente, alla gestione della sicurezza degli eventi, dai quali ricavano ingenti profitti".

Il Sap, inoltre, ha giudicato inaccettabile la decisione del Tribunale della Libertà che ha confermato soltanto un provvedimento di custodia cautelare in carcere, rimettendo in libertà gli ultrà accusati della morte del nostro collega Filippo Raciti. Una decisione che offende le Forze dell’Ordine e la vedova Raciti, indigna i cittadini e non contribuisce certo, soprattutto tra i più giovani, a diffondere quel senso di legalità e giustizia necessario per impedire in futuro che un poliziotto possa morire per una stupida partita di calci alla palla.

Reparti Mobili, no al taglio della Produttività

Il Dipartimento ha trasmesso al Sap una bozza di circolare relativa al compenso previsto per il cambio turno a personale in servizio presso i Reparti Mobili. Come è noto, tale compenso si individua nel Fondo per l’efficienza servizi istituzionali che prevede la corresponsione, per l’anno 2006, di 610 euro lordi pro capite. Nel testo della circolare, il Ministero individua alcune presunte disparità di trattamento relative alla contabilizzazione del cambio turno e individua alcune "soluzioni" per risolvere il problema. In realtà, si tratta di soluzioni che penalizzano fortemente il personale e sulle quali il SAP ha già espresso il proprio parere negativo. Infatti, il Dipartimento vorrebbe effettuare una "forzatura" sull’Accordo relativo al Fondo 2006, affermando che il pagamento del cambio turno per i Reparti mobili – pur forfettario – non può prescindere dall’effettiva presenza. Pertanto, tutte le giornate di assenza (indipendentemente dal motivo dell’assenza!) andrebbero detratte dal calcolo dei 610 euro lordi annui di cui s’è detto. Il Dipartimento ignora o finge di ignorare che la natura forfettaria nasce dall’esigenza di assegnare un riconoscimento certo al personale dei Reparti Mobili che svolge servizi impegnativi, delicati, soggetti a cambi turno infiniti e a condizioni di disagio superiori a molti uffici. Anche perché, la cifra di 610 euro lordi annui corrisponde a circa 70 cambi turni e se si dovesse calcolare puntualmente il numero delle variazioni di servizio, la somma per molti operatori sarebbe ben più alta. A parte i trasferimenti e le assegnazioni nel corso dell’anno solare (in questi casi le assenze incidono sul calcolo dei dodicesimi della quota annua, qualora non si sia prestato servizio per almeno quindici giorni nel mese di riferimento), non è possibile considerare altri tipi di assenze per decurtare la produttività annua. E tutto questo avverrebbe in nome di una omogeneità di trattamento che, in realtà, nasconde forse solo il tentativo del Ministero di risparmiare qualche euro. Evidentemente qualcuno si è già scordato del nostro Filippo Raciti. Il Sap non permetterà questa gravissima lesione dei diritti del personale in forza ai Reparti Mobili.

Catania, primo successo del Sap

Grazie al Sap, è stato ottenuto un primo, importante risultato per i poliziotti di Catania in relazione alla vicenda della restituzione dei contributi sospesi nell’ottobre 2002 a causa degli eventi sismici che hanno interessato la città e la provincia. In una nota inviata al Sap, infatti, il Dipartimento annuncia di aver sospeso per il mese di marzo la trattenuta in busta paga relativa al recupero dei contributo, in attesa che l’Inpdap individui una soluzione che impedisca la disparità di trattamento creatisi tra il nostro personale e quello di altre Amministrazioni. Una battaglia che il Sap di Catania ha condotto in prima persona, pronto anche a scendere in piazza, come avevamo annunciato nel Flash n. 3 del 29 gennaio scorso. Infatti, molti colleghi si sono ritrovati con rate da 300 a 400 euro da restituire in due anni. Si tratta di somme relative alla sospensione e contestuale restituzione di alcune ritenute previdenziali e assistenziali per il periodo novembre 2002 – marzo 2004, provvedimento deciso dal Governo dell’epoca a seguito dei gravissimi danni provocati nel 2002 a Catania dall’eruzione dell’Etna.

A tutti i soggetti residenti con sede legale ed operativa nella zona lesa da quegli infausti eventi naturali fu riconosciuto questo sconto. L’ammontare dei benefici economici doveva essere restituito in 128 rate. In un primo momento, il personale di Polizia era stato escluso da queste previsioni legali e, solo successivamente, questo trattamento fu esteso anche alla Polizia. Ma "l’incredibile" doveva ancora accadere. Nel giugno 2005, infatti, furono unilateralmente ribaltate le condizioni di restituzione delle somme, passando da 128 rate a 24.

E la riscossione di questi proventi è stata avviata nonostante alcune sentenze favorevoli del Tar di Catania e del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliana (equivalente al Consiglio di Stato) che hanno sospeso i provvedimenti di ripetizione.

Il nostro Dipartimento, scrivendo al Sap (disponibile sul nostro sito internet, area circolari) e condividendo le ragioni della nostra sacrosanta protesta, afferma di aver interessato Inpdap e, "sottolineata l’urgenza di voler acquisire un riscontro risolutivo, soprattutto alla luce del malessere che si è diffuso tra il personale della Polizia di Stato, è stato precisato che in attesa si procederà ad interrompere il recupero dei contributi sospesi per l’evento di che trattasi a partire dalla mensilità di marzo".

Il Ministero dell’Interno, su sollecitazione del Sap, ha anche interessato la Presidenza del Consiglio in merito alla possibilità di applicazione di alcuni disposizioni previste nell’ultima Finanziaria che prevedono, per il caso in specie, varie facilitazioni. Ora la battaglia del Sap prosegue per arrivare ad una giusta ed equa rateizzazione.

Polizia Stradale, rimborsi inadeguati per le testimonianze

Come è noto, nell’attività istituzionale devoluta al personale della Polizia Stradale rientra l’elevazione di verbali per violazione delle norme al C.d.S. a carico dei trasgressori. Ciò comporta che, spesso, gli operatori della Specialità vengano citati presso il Giudice di Pace competente, nei procedimenti di opposizione ai verbali di accertamento di violazione. Si tratta di procedimenti che ormai hanno assunto il carattere della ritualità e che coinvolgono spesso il personale. Per altro, gli operatori possono essere convocati, oltre che dinanzi al Giudice di Pace competente per la propria sede di servizio, anche nei giudizi presso altre sedi, più o meno distanti. E proprio qui sta il problema che il SAP intende risolvere con una forte azione nei confronti del Dipartimento. Infatti, il personale chiamato a svolgere testimonianza, su convocazione dell’Autorità giudiziaria, ha diritto ad un rimborso minimo pari alla diaria oraria ed al costo della tariffa ferroviaria. Si tratta di somme assolutamente inadeguate e incongrue, senza contare che quando il personale viene convocato dagli avvocati di parte non viene garantito alcun rimborso. Per questo, il SAP ritiene che il Ministero debba intervenire sulla materia imponendo in primo luogo un indennizzo serio e dignitoso a favore degli operatori chiamati a testimoniare.

41 bis, i mafiosi la fanno franca

Lo scorso 19 febbraio sono scaduti i termini per la detenzione in regime di 41 bis per cinque boss mafiosi condannati all'ergastolo: tre per la strage di via D'Amelio, quella in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta - Salvatore Biondo, Giuseppe Montalto, Lorenzo Tinnirello - e due per le bombe di via dei Georgofili del 1993 a Firenze: Salvatore Benigno e Cosimo Lo Nigro. La notizia è arrivata direttamente dal Ministero della Giustizia che ha scritto alle Direzioni distrettuali antimafia interessate. Ad avviso del SAP, che si è associato alle dure critiche espresse dai parenti delle vittime, è inaudito che si siano lasciati scadere i termini per la detenzione in regime di 'carcere duro' per i cinque boss di Cosa Nostra. E’ da episodi come questi che si misura la determinazione per contrastare la mafia. La giurisdizionalizzazione dell'esecuzione della pena per i mafiosi non significa indulgenza, così come spesso avviene a causa della munificenza dei giudici di sorveglianza. Bisogna avere rispetto di coloro, Magistrati e Poliziotti, che nell'adempimento del loro dovere hanno perso tragicamente la vita. Occorre che le norme che regolano il carcere duro siano la sanzione permanente per chi ha ucciso Falcone, Borsellino e i nostri colleghi e per chi non ha mai dato segni di pentimento. A volte, veramente, è difficile capire questo nostro strano, assurdo Paese.

 

 

 

 

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