Roma, 14 agosto 2006

 

Lo sventato attentato di Londra impone scelte e soluzioni concrete

Sicurezza, priorità assoluta

All’indomani dello sventato attentato londinese, una delle considerazioni più intelligenti e sagaci è stata pronunciata dall’ex Procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna: "Londra insegna. Sono pochi cinque anni per concedere la cittadinanza e lasciare un milione di stranieri senza controlli".

E ancora: "Un milione di nuovi cittadini – afferma Vigna – che verranno parificati e dunque non saranno più sotto i riflettori. Ci saranno meno controlli e zero espulsioni: aumenterà inevitabilmente il rischio di qualche brutta sorpresa". Senza contare, prosegue l’ex magistrato, che con l’indulto sono stati scarcerati alcuni presunti terroristi islamici e che "c’è una precisa responsabilità del Governo e anche del Parlamento. Deputati e Senatori avrebbero potuto lavorare per escludere questi terroristi dall’indulto". Sono parole che il Sindacato Autonomo di Polizia condivide e con le quali avevamo già allertato i competenti organismi istituzionali. Convinti e consapevoli di avere dalla nostra parte il personale di Polizia e la maggior parte dei cittadini, ci siamo opposti con fermezza a qualsiasi provvedimento di clemenza nei confronti dei detenuti. Per altro, al di là della questione terrorismo, molti ex carcerati, delinquenti abituali, sono tornati subito a commettere reati. Anche il Sole 24 Ore, quotidiano autorevole, ha scritto che quello che è accaduto a Londra "per l’Italia è un campanello d’allarme dopo le polemiche sui servizi segreti, sulle intercettazioni, sul coordinamento con gli altri Paesi e anche sulle troppo facili regolarizzazioni di stranieri. La lotta al terrorismo deve tornare ad essere un momento di unità della politica e di capacità di intervento di tutti gli apparati dello Stato. Affrontando con coraggio e senza buonismo di maniera i rischi della vecchia e nuova immigrazione. E vigilando con fermezza sulle comunità islamiche".

Per far tutto questo, accanto ad un affinamento degli strumenti normativi (da una più certa definizione del reato di associazione finalizzata al terrorismo anche internazionale sancita dall’art. 270 bis del Codice penale alla creazione di una Banca dati Dna che vede già presentato in Parlamento un disegno di legge elaborato dal Sap e dal sen. Valditara), occorre che la classe politica si metta in testa che la sicurezza costa. E molto. Non parliamo soltanto delle retribuzioni dei poliziotti, che pure sono tra le più basse d’Europa, ma dei mezzi, delle strutture, degli organici.

All’aeroporto internazio-nale di Fiumicino, come ha fatto notare nei giorni scorsi la Segreteria Provinciale Sap di Roma con un comunicato ripreso da tutta la stampa nazionale e regionale (si veda www.sap-nazionale.org), in un anno il personale è sceso da 900 a 700 uomini, senza contare il fatto che ormai i controlli di sicurezza sono gestiti da società private.

E gli esempi potrebbero proseguire. Il Sap è da sempre impegnato su questi fronti.

Oggi, a pericolo scampato (ma fino a quando?), politici, intellettuali e soloni di destra e sinistra pontificano e strillano per chiedere più sicurezza.

Ma le risorse disponibili sono sempre meno.

Il sistema di sicurezza non può essere attuato con tale cultura istituzionale.

Permessi di soggiorno

Nei giorni scorsi il Ministro Amato ha firmato una direttiva (disponibile sul nostro sito internet www.sap-nazionale.org) relativa al rinnovo dei permessi di soggiorno. Lo straniero che ha in corso la pratica di rinnovo del permesso di soggiorno potrà continuare sulla piena legittimità del soggiorno stesso e continuerà a godere dei diritti ad esso connessi. Tre sono le condizioni previste: che la domanda sia stata presentata prima della scadenza del permesso di soggiorno o entro sessanta giorni; che sia stata verificata la completezza della documentazione e che sia stata rilasciata dall'ufficio la relativa ricevuta. Le disposizioni prevedono che lo straniero in possesso del permesso di soggiorno anche se scaduto, e della ricevuta di presentazione, possa lasciare il territorio dello Stato e farvi regolare rientro, alle condizioni previste dalle circolari del Dipartimento di P.S.

Permangono, invece, le limitazioni Schengen, regolate dalla disciplina internazionale.

Produttività 2005 verso il pagamento

Si terrà presumibilmente nei primi giorni di settembre al Dipartimento la prevista disanima in sede congiunta con le Organizzazioni sindacali rappresentative per definire, finalmente, i criteri di distribuzione per il pagamento della Produttività 2005. E’ stato il Sap a chiedere con forza l’incontro per addivenire finalmente al pagamento delle spettanze. Il nostro obiettivo è che ciò possa avvenire già in settembre.

Straordinario e Reparti Mobili

Da svariati mesi, ormai, lo straordinario eccedente non viene corrisposto al personale in forza ai Reparti Mobili. Si tratta di una situazione gravissima che il nostro Sindacato ha denunciato da tempo con forza, chiedendo al Dipartimento – al di là delle consuete spiegazioni e dei tradizionali problemi di risorse che sembrano non bastare mai – di adoperarsi concretamente per trovare una soluzione. E la soluzione, grazie al Sap, sembra ormai essere alle porte. Infatti, il Dipartimento ha chiarito che sono in via di soluzione i problemi legati alle carenze di fondi causate dal gravoso impegno sostenuto, anche in termini economici, per le Olimpiadi di Torino. Infatti, dovrebbe essere imminente – a quel che annuncia il Ministero – lo sblocco delle risorse per corrispondere l’arretrato agli operatori dei Reparti Mobili da parte del Tesoro. Staremo a vedere. Aspettiamo e sollecitiamo la prova dei fatti.

Vittime dovere, nuovo Regolamento

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 183 dell’8 agosto scorso è stato pubblicato il Regolamento concernente termini e modalità di corresponsione delle provvidenze alle vittime del dovere ed ai soggetti equiparati, ai fini della progressiva estensione dei benefici già previsti in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo, a norma dell'articolo 11, comma 565, della legge 23 dicembre 2005, n. 266. Il testo integrale è disponibile sul nostro sito internet www.sap-nazionale.org

Alt e Cassazione

Una recente Sentenza della Cassazione che ha fatto molto discutere, quella relativa all’Alt, ha registrato la ferma presa di posizione del Sap espressa su giornali e tv con un bel servizio andato in onda al Tg5 ancora disponibile nell’area stampa del nostro sito internet www.sap-nazionale.org. La Suprema Corte, infatti, aveva annullato la condanna inflitta ad un motociclista dal Tribunale di Palermo che non si era fermato ad un Alt dei Carabinieri. La Sentenza della Cassazione afferma che l’articolo 650 del Codice penale si applica ai casi in cui non si adempiono le prescrizioni dell’autorità (l’Alt). In precedenza l’uomo era stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale.

Ora la conseguenza a cui è arrivata la Suprema Corte è che l’art. 650 del Codice penale si applica "solo se l’inosservanza a un ordine dell’autorità non è sanzionata da una specifica norma". Come avviene, a parere della Corte, per l’invito a fermarsi impartito dalle Forze dell’Ordine, condotta sanzionata in via amministrativa dall’art. 192 del Codice della strada. Pertanto, secondo la Cassazione, chi non si ferma all’Alt non commette né reato di resistenza a pubblico ufficiale, come precedentemente era stato indicato, e neppure la contravvenzione penale ex articolo 650 del Codice Penale, bensì un semplice illecito amministrativo dal codice della strada.

"Mi piacerebbe ricordare alla Cassazione che neanche un anno fa dei banditi alla guida di un'auto non rispettarono un ordine di alt e uccisero, travolgendolo, un collega di pattuglia", ha dichiarato all’agenzia stampa Adnkronos il Segretario Generale del Sap, Filippo Saltamartini. "Non fermarsi all'alt delle forze dell'ordine - ha proseguito - può rappresentare un'arma pericolosa che può causare danni, anche gravi, agli agenti che svolgono il proprio lavoro. Vorrei proprio capire cosa ha spinto la Cassazione ad emettere questa sentenza e, per questo, aspetto di leggerne le motivazioni. Trovarsi alla guida di un veicolo, accelerare in modo sconsiderato e non fermarsi all'alt rappresenta senz'altro uno strumento anche più potente di un'arma da fuoco".

Cpt, a Restinco si rischia grosso

Mentre dai giornali e dalle televisioni i politici si dilettano in disquisizioni e commenti sull’opportunità o meno di chiudere i Centri di permanenza temporanea, che – ricordiamo – furono istituiti e voluti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando era Ministro dell’Interno, gli operatori della Polizia di Stato e delle Forze dell’Ordine continuano a vivere situazioni di forte e crescente disagio. E problemi molto grossi potrebbero verificarsi presto al Centro di permanenza temporanea di Restinco, nel brindisino, una vera e propria "bomba ad orologeria" che ospita una media di sessanta immigrati, controllati a fatica da un numero insufficiente di personale che deve, per altro, fare quotidianamente i conti con persone condannate per reati gravi e che tentano, all’interno della struttura, di imporre la legge del più forte. Ebbene, il Sap ha appreso che il Cpt di Restinco sarà interessato da un importante aumento degli "ospiti" provenienti da altri Centri. Si parla di un incremento fino a 180 immigrati.

Il Sindacato Autonomo di Polizia ha chiesto nei giorni scorsi al Dipartimento una risposta sulla questione e continuerà sul territorio a vigilare la situazione.

Che rischia di diventare pericolosa.

Per le Forze dell’Ordine, per gli stranieri e per i cittadini.

E il Sap questo non intende tollerarlo.

 

 

 

 

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