Sospeso il Riordino, è stato pure rinviato il procedimento negoziale sulle cosiddette code contrattuali. Parafrasando una celebre canzone di Zucchero… per colpa di chi, chi, chi… !

Nell'ultima riunione a palazzo Vidoni, i sindacati oppositori del Riordino hanno abbandonato il tavolo contrattuale.

Hanno chiesto un incontro politico che non c’è stato.

A questo punto, hanno messo in piedi la contestazione sul mancato reperimento dei fondi per il prossimo contratto, dopo aver eluso quello attuale.

Ma vediamo di sviluppare ulteriori considerazioni. Le Forze di Polizia hanno rinnovato il contratto collettivo di lavoro 2004-2005 nel 2004. Nel primo biennio di riferimento, e non alla fine, come era sempre accaduto dal 1984 al 2001. Le risorse che sono state impiegate, nell’Accordo 2004-2005, sono state calcolate sulla base del tasso di inflazione programmata nel 2003.

Lo scarto che si è registrato, invece, tra l'inflazione reale e quella programmata ha comportato un adeguamento che doveva essere corrisposto al termine delle procedure contrattuali che, come abbiamo detto, sono state rinviate. Naturalmente, questo adeguamento non riguarda le somme predisposte a titolo di "sganciamento dal pubblico impiego" che, per la loro natura, non sono legate al tasso di inflazione programmata, bensì alla specificità dei Comparti Sicurezza e Difesa. Nella legge finanziaria del 2005 sono stati accantonati € 105 milioni per il 2005 e € 139 milioni per il 2006. A queste somme si devono aggiungere, quelle previste, dalla legge finanziaria del 2006, pari a 136 milioni di €. Sostanzialmente, la riapertura del contratto 2004-2005 comporterà la possibilità di redistribuire circa € 34 mensili procapite lordi, medi. Invece, per l'anno 2005, la media sarà quella di € 13 lordi al mese, con la liquidazione, quindi, degli arretrati. Tuttavia, per l'utilizzazione delle somme stanziate sono state fatte due proposte, che dovranno essere valutate dalla contrattazione collettiva:

Ipotesi a: aumento, a decorrere dal primo gennaio 2005, delle misure mensili dell’indennità pensionabile; incremento, dal 31-12-2005, delle misure annue dell'assegno di funzione spettante al personale con più di 17 anni e con più di 29 anni di servizio.

Ipotesi b: aumento, a decorrere dal primo gennaio 2005, delle misure annue dell'assegno di funzione spettante al personale con più di 17 anni e con più di 29 anni di servizio; incremento, a decorrere dal 31 dicembre 2005, delle misure mensili dell'indennità pensionabile.

In una buona sostanza, vi erano tutte le condizioni per chiudere la trattativa che nessuna interferenza sviluppava nei riguardi del Riordino. Sia che si fosse favorevoli ovvero contrari. Adesso dovremo aspettare la prossima legislatura, la formazione del nuovo Governo e, probabilmente, l'elezione dei nuovi COCER. Ognuno potrà pronosticare quando i poliziotti potranno percepire questo incremento, che risulta prodromico al rinnovo del prossimo contratto.

Non aggiungiamo altro.

Una serie di movimenti che interessano Dirigenti e Funzionari della Polizia di Stato sono stati disposti nei giorni scorsi dal Dipartimento. Tra questi, quello relativo al dirigente superiore dott. Filippo Nicastro, che diventa Questore di Sondrio e al quale rivolgiamo i più proficui auguri di buon lavoro. Sono stati, inoltre, assegnati i frequentatori del XXI Corso di formazione dirigenziale. La decorrenza prevista per questi movimenti è dal primo al sei marzo. Le veline ministeriale sono disponibili per tutti sulla striscia scorrevole del nostro sito internet www.sap-nazionale.org.

Il Sindacato Autonomo di polizia non dimentica le vittime del terrorismo. Per questo, lo scorso 10 febbraio, la nostra Segreteria di Gorizia è stata in prima linea per "Il Giorno della Memoria", in ricordo dell’esodo e delle foibe.

Momenti di commozione in memoria dei tanti colleghi e del Questore Vito Genchi che, nella notte tra il 4 e il 5 maggio 1945, furono trucidati dalla polizia politica yugoslava con l’unica colpa di essere italiani.

Una rassegna completa ed esaustiva della manifestazione è disponibile su www.sap.gorizia.it.

Si è riunito a Roma, lo scorso 22 febbraio, il Comitato Pari Opportunità del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il Sap era presente, come sempre, con Angela Vergallo, Segretario Provinciale di Vibo Valentia.

E’ stato il nostro Sindacato a porre con forza. ancora una volta, la questione dell’aggregazione temporanea ai sensi dell’art. 42 bis del D.Lgs 151/01.

Considerando che la legislatura volge al termine e che modifiche normative in questa fase non sono possibili, il Comitato ha deciso di produrre una lettera per chiedere un intervento dell’Ufficio Legislativo del Ministero a prescindere dagli attuali orientamenti della Giurisprudenza.

La lettera sarà vagliata dal Comitato nella prossima riunione, prevista per il 24 marzo.

Per quel che riguarda, infine, il questionario relativo alle mansioni e agli incarichi del personale femminile, distribuito ormai in tutti gli uffici di polizia, il Comitato ha fatto trapelare alcuni primi dati.

Dati dai quali emerge che la maggior parte delle colleghe è impiegata con mansioni di ufficio, piuttosto che in attività operative.

La questione sarà, ovviamente, ripresa ed approfondita nelle prossime riunioni dell’organismo.

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Nei giorni scorsi, inoltre, il Dipartimento ha risposto ad un quesito posto dalla Segreteria Generale del Sap relativo alla tutela della maternità.

La problematica è relativa al "divieto di sovrapposizione dei turni" tra coniugi dipendenti della stessa Amministrazione con figli fino a 6 anni di età.

Tale divieto è da intendersi per l’Ufficio come obbligo di non impiegare i dipendenti qualora i turni di servizio si svolgano nel medesimo arco temporale (mattina – pomeriggio – sera).

Ebbene, il Dipartimento ha chiarito al Sap che "non rientra nell’ambito operativo del divieto in argomento la coincidenza dell’inizio del turno di un coniuge con la fine del turno dell’altro", aggiungendo infine "che il turno 07/13 non rientra tra le tipologie previste dall’art. 8 dell’Accordo Nazionale Quadro".

La legge 20 febbraio 2006 n. 46, concernente "Modifiche al codice di procedura penale in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento", è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 2006.

La cosiddetta "legge Pecorella" rischia, però, di causare una valanga di processi rinviati e di prescrizioni (almeno 4.000 solo nel primo mese di applicazione, secondo alcune stime), con l’evidente possibilità, tra l’altro, di vanificare l’impegno delle Forze dell’Ordine nel contrasto alla criminalità.

La Cassazione, in tal senso, sta predisponendo una serie di misure per evitare questi rischi, compreso un possibile intervento delle Sezione Unite mirato a deflazionare i ricorsi alla Suprema Corte che saranno generati dalle nuove norme.

Lo ha annunciato nei giorni scorsi il Primo Presidente di Cassazione, Nicola Marvulli, dichiarando al Sole 24 Ore che uno dei primi punti che potrebbe finire alle Sezioni Unite sarà "la lettera ‘e’ dell’articolo 606 del codice di procedura penale che ha allargato i motivi del ricorso in Cassazione", tramutando il giudizio di legittimità in merito.

Su questa norme, conclude Marvulli, potrebbe quindi arrivare "un intervento interpretativo correlato ai limiti del sindacato di legittimità".

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