IMMAGINI DELLA VISITA DELL' ON. GASPARRI E DELL'ON. MENIA A GORIZIA
2 febbraio 2001
Nel piazzale della Casa Rossa la prima intervista
I due onorevoli con il Segretario Nazionale Franco Maccari
All'interno della Caserma Massarelli
L'On Gasparri e l'On Menia sotto il ponte della ferrovia Slovena, A pochi passi dal muro di recinzione della Caserma Massarelli sono espatriati
Al confine, tratto della Transalpina, in tutta tranquillità
Una tranquilla passeggiata sulla linea di confine
Nella zona nord, dopo il valico di Salcano, il Segretario provinciale indica la linea di confine
Il valico di Poggio San Valentino, sbarra alzata, impresidiato, e a lato una via di accesso che aggira la sbarra
La visita ha dato fastidio, infatti hanno detto:
IL PICCOLO DEL 03/02/2001 Gorizia
il vicepresidente del gruppo di An alla Camera supera illegalmente la frontiera
e viene «pizzicato» dall’elicottero Gasparri «clandestino» rischia
l’arresto
GORIZIA - E l’onorevole superò il confine illegalmente. Tanto per
dimostrare quanto è facile varcare quel limite invisibile che separa l’Italia
dalla Slovenia. Tanto per denunciare la vulnerabilità della frontiera, la
necessità di una linea inflessibile con quanti raggiungono illegalmente la
nostra nazione. Così, in un freddo pomeriggio di febbraio, Maurizio Gasparri,
vice presidente del gruppo di An alla Camera, si è tramutato in... clandestino.
Pochi passi, per carità. Dieci minuti su una terra slovena raggiunta prima in
auto e quindi a piedi, lungo un viottolo di campagna tra due valichi secondari a
nord di Gorizia. Tutti insieme - con il consigliere regionale Ritossa e
l’onorevole Menia - sfidando l’illecito amministrativo dell’«espatrio
abusivo». Quel tanto per dimostrare all’obiettivo di fotografi e telecamere
il «confine invisibile».
Ma Gasparri non aveva fatto i conti con un destino che dimostra sempre più
fantasia di noi. Nel vivo di una requisitoria anti-clandestini e anti-Viminale
(reo di non saper gestire il caso Gorizia e di non vigilare adeguatamente il
confine), la delegazione di An è stata «pizzicata» dall’elicottero della
polizia impegnata nei pattugliamenti isontini. Clandestini? Passeur? Difficile,
dall’alto, comprendere la natura di quell’insolito via vai nei campi.
Risultato? La presenza sospetta è rimbalza via radio a una «pantera» che,
dopo pochi minuti, ha raggiunto la zona. A «salvare» la delegazione dalla
contravvenzione, l’occhio diplomatico ed esperto di agenti ormai «allenati»
ai blitz di onorevoli lungo quell’intrigante confine invisibile. E se Gasparri
fosse incappato nella Policija?
LA REPUBBLICA DEL 04/02/2001 Quando
si dice la sfortuna. Uno fa il politico di professione, mettiamo in An, poniamo
Maurizio Gasparri. Un giorno va a Gorizia a ripetere quello che dice di solito:
che l’immigrazione clandestina deve diventare un reato penale, che gli
immigrati portano armi droga e prostituzione, che le frontiere non sono vigilate
abbastanza. «Il ministro Bianco preferisce le ballerine turche alla difesa
della legalità», dice cose così, da campagna elettorale alto profilo. Poi gli
viene un’idea: dimostriamolo. Dimostriamo che «il confine orientale è un
colabrodo», andiamo in Slovenia e rientriamo per i campi, come i clandestini.
Vedrete che non ci fermerà nessuno. Perciò chiama i giornali e le tv, alcuni
amici del Sap, il sindacato autonomo di polizia, il collega parlamentare Roberto
Menia con signora, e parte. Il gruppetto, una decina di persone, due macchine e
telecamere Rai, passa il confine a Gorizia città, saluta ai posti di blocco,
poi si sposta per i campi lungo i viottoli in mezzo ai campi di zucche, e prova
a rientrare in Italia. Senonchè un elicottero della Polizia di frontiera li
nota. «Continuava a planare in modo rotatorio su di noi, andava e tornava»,
racconta la giornalista del Piccolo di Trieste, Roberta Missio, che ieri ha
pubblicato la storia in prima pagina. L’elicottero segnala la presenza del «gruppo
anomalo» a una pattuglia. Gasparri e i suoi rientrano rapidamente in Italia,
pochi passi a piedi attraverso un confine invisibile. Sono di nuovo in patria
quando una Volante, una Fiat Tipo con due agenti a bordo, li avvicina. Gli
agenti notano le telecamere, riconoscono i giornalisti del luogo, capiscono che
si tratta di uno dei numerosi tour di politici sul posto, fanno loro cenno di
passare. Non li arrestano, insomma, ma intanto il blitz dimostrativo di Gasparri
è andato così così. Lui nega. «Nessun elicottero mi ha intercettato».
Il deputato ds Antonio Di Bisceglie lo accusa di «stucchevole provocazione».
Fantasie, si irrita Gasparri. «Un elicottero è un oggetto rumoroso, cosa che
persino Di Bisceglie dovrebbe sapere. Non ho visto nessun elicottero, nessuna
pattuglia mi ha fermato. Non ho varcato la frontiera a passo di leopardo, ho
salutato la polizia prima di uscire e rientrato in Italia sono andato a prendere
un caffè al bar del posto di frontiera, con gli amici del Sap». Poi torna al
tema che gli è caro: «Da qui entrano 100150 mila persone all’anno. Vengono
in Italia e vorrei sapere dove trovano i soldi per aprire i loro commerci,
evadono il fisco e fanno concorrenza sleale. Per fortuna molti di questi curdi
arrivati a Gorizia prendono il treno e vanno verso il Nord Europa». Per fortuna
questi ricchi curdi sono solo in transito, in Italia. Quelli che non riescono a
entrare devono avere la stessa malasorte di Gasparri con l’elicottero.
IL SIULP SU "IL MESSAGGERO
VENETO" Il Siulp prende posizione a favore del
provvedimento del governo dopo la visita degli onorevoli Gasparri e Menia «Le
pattuglie sul confine funzionano» Frecciatina ai due parlamentari sorpresi
nell’atto di varcare il confine: la Polizia ha altro da fare
«Sentiamo, da una parte, il dovere di ringraziare gli onorevoli Gasparri e
Menia per la loro ultima sortita al di là e poi al di qua del confine goriziano
con la Slovenia, per averci dato autorevole conferma che la nostra posizione a
favore delle pattuglie miste, unico provvedimento concreto del governo per dare
una risposta all’intensificazione degli ingressi illegali nel nostro paese, e
al suo criminale favoreggiamento, era corretta». Comincia così una nota
congiunta delle segreterie provinciale e regionale del sindacato di Polizia
Siulp, incentrata sulla visita effettuata da Gasparri (nella foto) venerdì
scorso, a Gorizia, e all’ispezione che lo stesso parlamentare di Alleanza
nazionale ha voluto effettuare sul confine toccando i diversi valichi, da quello
di Salcano a quello di Poggio San Valentino.
«Trasformatisi in clandestini, per dimostrare la vulnerabilità di quel confine
e l’inutilità di quell’iniziativa di controllo, i due onorevoli sono stati
inesorabilmente intercettati dall’elicottero, che ne costituisce supporto, e
raggiunti in pochi attimi da una pattuglia della Polizia. Anche se dubitiamo –
sostiene il Siulp – che questa fosse l’intenzione dei due parlamentari e del
loro seguito, ciò è segno che il dispositivo di Polizia attuato ha una sua
utilità. D’altra parte, più seriamente, facciamo appello alla loro
sensibilità istituzionale, quali rappresentanti del popolo italiano, per
esercitare il potere legislativo, affinché trovino il modo di manifestare
l’opposizione all’operato del governo in tema d’immigrazione illegale,
com’è loro diritto, senza impegnare – continua la nota del sindacato –
unità operative di Polizia che già hanno di che prodigarsi per fermare i
clandestini veri e perseguire penalmente chi ne sfrutta anche economicamente la
condizione».
Il Siulp pare, pertanto, non aver “apprezzato” del tutto l’iniziativa di
Gasparri e Menia alla frontiera. E lo confermano le affermazioni contenute
nell’ultima parte della nota: «Sarebbe difficile, altrimenti – rilevano le
segreterie provinciale e regionale del sindacato –, distinguere l’iniziativa
dei due onorevoli, non nuova peraltro nel suo genere, da quella delle ronde
padane che, in tempi non lontani, operando sul Carso triestino nei confronti
dell’immigrazione illegale, si sono attribuite poteri che la legge riconosce
soltanto agli agenti e agli ufficiali di pubblica sicurezza e polizia
giudiziaria, costringendo i carabinieri a intervenire».
IL SAP DOPO AVERE LETTO L'INCREDIBILE IL 5 FEBBRAIO HA FATTO USCIRE IL SEGUENTE COMUNICATO STAMPA
Quando il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) ha cominciato la campagna denominata "confine invisibile" la nostra intenzione era quella di denunciare la condizione insostenibile vissuta dagli operatori di polizia di Gorizia lasciati soli ad affrontare un'emergenza nazionale quale quella dell'immigrazione clandestina. Abbiamo così usufruito di palcoscenici non soliti, almeno per noi, che ci hanno portato sulle principali testate giornalistiche e televisive italiane e in qualche caso estere.
In questi ultimi giorni, in occasione della visita dell'On Gasparri, nei quali un elicottero passato velocemente e talmente in alto da essere notato con difficoltà a più di due chilometri di distanza è diventato un aeromobile in continuo movimento rotatorio che andava e tornava che avrebbe allertato una pantera della Polizia di Stato - per la cronaca una Fiat Uno che si trovava a passare mentre tutti si stavano tranquillamente allontanando ed i cui colleghi si trovano oggi a giustificare di non avere segnalato quello che non hanno visto. A nulla è valsa la tranquillità con la quale è trascorsa la mezzora precedente nella quale è stata visitata larga parte del confine, dal muro perimetrale della Caserma Massarelli al valico di seconda categoria. La sosta di un nutrito gruppo di persone e relative autovetture è rimasta inosservata. Il fatto che al termine del giro sia stata incrociata una autovettura della Polizia di Stato è bastato per innalzare la polemica e per far affermare ad un altro sindacato di polizia che quella pattuglia era addirittura una pattuglia mista italo slovena organizzata dal Ministro Bianco a dimostrazione dell'efficienza dei servizi predisposti. Questi fatti ci hanno fatto comprendere quanto lo scenario oggi sia diventato squisitamente politico ove la realtà viene mutata a seconda delle convenienze.
La Segreteria provinciale di Gorizia ha quindi deciso di astenersi da ulteriori iniziative o dalla partecipazione a convegni e dibattiti che possano assumere una connotazione politica sino a campagna elettorale ultimata.