del 30 ottobre 2000

 

CRONACA DI GORIZIA

 

Clandestino acciuffato dalla Polizia e condotto in ospedale. Ma sorge un caso
«Può avere la scabbia» Trasportato e visitato d’urgenza a Trieste: è solo psoriasi

di FLAVIO NANUT


C’è chi la definisce una scena da Terzo mondo e minaccia di ricorrere alla magistratura. È il Sap (Sindacato autonomo di Polizia), infuriato per quanto accaduto ieri mattina. Una mattina, e una domenica, del tutto simili a molte altre, con le "solita" moltitudine di clandestini intercettata subito dopo il confine, in territorio italiano. Solo che questa volta le cose si sono complicate: gli agenti, fra i quasi 190 disperati raccolti qua e là alla periferia di Gorizia e condotti, come sempre, alla caserma Massarelli, ne hanno notato uno con alcune macchie sospette sul corpo. Era un giovane iracheno che è stato immediatamente trasportato al pronto soccorso dell’ospedale civile. All’inizio si è parlato di un caso di scabbia, una malattia della pelle che si manifesta con bollicine e forte prurito. Secondo quanto riportato dal Sap in una nota, ai poliziotti i sanitari avrebbero detto che l’uomo non era trattabile nelle strutture sanitarie locali e che, quindi, andava isolato. E i quattro agenti che erano entrati in contatto con lui, oltre a farsi visitare accuratamente, avrebbero dovuto distruggere le uniformi (in pratica, disinfettarle a 90 gradi di temperatura).

E l’iracheno? Andava condotto d’urgenza in un centro grandi infettivi. E qui è sorto un "giallo". Per il Sap, i medici avrebbero dichiarato che l’Azienda sanitaria non ha né i mezzi né il personale qualificato per il trasporto dell’ammalato e che, pertanto, a tale necessità doveva provvedere la Polizia. E così è stato. Ma il Sap lancia proclami di "guerra", non accetta che il questore, opportunamente informato, «abbia ordinato a quei poliziotti di protrarre il proprio servizio, provvedendo a eseguire un ordine sulla cui legittimità questo sindacato chiederà che si pronunci l’autorità giudiziaria penale».

Ed è stato lo stesso questore D’Acierno a spiegare i successivi contorni della vicenda. L’iracheno è stato accompagnato al reparto infettivi del Maggiore di Trieste. È stato visitato da un medico dell’ospedale e, successivamente, da uno specialista in Dermatologia. Niente scabbia: questo è stato l’esito degli esami. L’extracomunitario soffre semplicemente di psoriasi, una malattia cutanea meno grave e caratterizzata da chiazze circoscritte e ricoperte da squame biancastre.

E gli altri clandestini? Accompagnati in Questura, sono stati muniti del decreto di espulsione e allontanati. «Liberi – attacca il Sap – di andare in giro per le strade di questa città e nei prossimi giorni, è ragionevole ritenere, per quelle di molte altre di questa nazione». Secondo il segretario nazionale del Sindacato autonomo di Polizia, Franco Maccari, la situazione è gravissima. «Domani avremo un caso di vaiolo, tubercolosi o qualche altra malattia? Tutta questa assurda, inconcepibile, raffazzonata situazione – sono le parole di fuoco con cui Maccari commenta l’accaduto – sarà denunciata alla magistratura in tutte le sue sedi».