del 31 marzo 2001
Il Sap sui clandestini: la Procura lavora bene ma servono più uomini
«Il sindacato autonomo di Polizia – si legge in una nota – non esprime
giudizi negativi sulle direttive emanate dalla Procura della Repubblica di
Gorizia, dimostratasi sempre corretta in ogni campo della Polizia giudiziaria,
ritenendo che oggi in Italia vige il principio dell’obbligatorietà della
legge penale e pertanto ogni reato vada perseguito nel miglior modo possibile.
Anche il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è un reato e quindi
anche gli immigrati clandestini devono collaborare con la giustizia per
addivenire all’individuazione dei trafficanti di uomini. Le direttive emanate
riteniamo vadano in questo senso e dimostrano anzi una concreta volontà della
magistratura ad addivenire per il tramite delle vittime agli autori di fatti
criminosi rilevanti».
Il Sap, nel comunicato, sottolinea che la difficoltà operativa esiste perché il Dipartimento della pubblica sicurezza non vuole riconoscere il necessario adeguamento dell’organico e rimodulare i propri servizi per il contrasto al fenomeno che anzi si vuole sottacere, non far emergere. Secondo il sindacato autonomo di Polizia «non può essere procrastinata la creazione di un’apposito nucleo che provveda a svolgere tutti gli adempimenti connessi con il rintraccio dei clandestini, da tempo richiesto da questo sindacato, così da sgravare i servizi operativi dalle ulteriori incombenze connesse con il rintraccio degli immigrati clandestini».
Il Sap rimarca infine, come, «in altre parti del Paese nelle quali si sono avuti rintracci di clandestini numericamente di molto inferiori a quelli della città di Gorizia, questo è avvenuto. Invece in questa provincia si sono ricercate soluzioni tampone, si è detto che si riteneva che il fenomeno fosse solo temporaneo, sono state fatte promesse poi non mantenute. Il sindacato autonomo di Polizia se ne domanda il perché».
Ora, in una lettera del prefetto, si parla di "prima identificazione e soccorso". E la Lega canta vittoria
Centro immigrati, si cambia Sospesa la realizzazione a Gradisca di una struttura di temporanea permanenza
Il centro
di temporanea permanenza per immigrati a Gradisca annunciato il 6 dicembre dal
ministro Bianco dopo un sopralluogo nei nostri territori, non si farà. Al suo
posto, con tempi tutti da definire, sorgerà un centro che ora, con una serie di
acrobazie verbali che hanno sicuramente il pregio di confondere le idee, si
chiamerà di "prima identificazione e soccorso". In sostanza sarà
realizzata nell'ex caserma Polonio una struttura con funzioni del tutto conformi
a quelle ad oggi rivestite dall'ex Kennedy gestito dalla Caritas a Gorizia.
La novità è emersa durante la seduta del consiglio comunale di giovedì sera a Monfalcone, quando il segretario provinciale della Lega Nord Razzini ha presentato all'assise un duro documento per avere chiarimenti in merito all'annosa questione della realizzazione del centro. La "requisitoria" era motivata dalla richiesta di solidarietà sull’operazione fatta tempo addietro dal sindaco di Gradisca Fabris a tutti i comuni dell'Isontino, Monfalcone compreso. Razzini ha quindi presentato l'interrogazione per conoscere, una volta per tutte, il contenuto del decreto di istituzione del centro, che finora nemmeno Fabris aveva potuto vedere e che era rimasto nei cassetti della Prefettura a Gorizia. La richiesta del segretario del Carroccio è allora stata soddisfatta, non solo con la presentazione del decreto, ottenuto dal presidente del consiglio comunale Pizzolitto dopo l'assenso del Ministero, ma anche con una lettera firmata dallo stesso prefetto Galdenzi che accompagnava il documento in cui, si legge una stringata ma significativa comunicazione: «al momento la realizzazione della struttura di trattenimento è sospesa mentre è in fase di elaborazione il progetto per la costruzione del centro di prima identificazione e soccorso».
Evidente, a questo punto, la soddisfazione della Lega che
canta vittoria dopo che aveva attuato un raccolta di firme contro la
realizzazione del centro e avanzato addirittura una proposta di referendum. E’
stato però poi lo stesso Ministero, attraverso il suo ufficio stampa, a
raffreddare l'entusiasmo del Carroccio. «Il decreto resta valido - fanno sapere
ufficialmente da Roma - si è optato per una sospensione solo a causa dei tempi,
troppo lunghi e indefiniti per la realizzazione di un centro vero e proprio che
prevede il trattenimento delle persone e quindi strutture che devono essere
quantomeno vivibili e attrezzate in un certo modo. Intanto si realizzerà quindi
un centro di prima accoglienza, la cui realizzazione è meno laboriosa, anche se
l'intendimento è quello di procedere in tempi ristretti all'attuazione di
quanto stabilito dal decreto». Ma non sarà che sulla decisione del Ministero
è pesato anche il drastico calo del flusso di clandestini sui confini goriziani,
dopo mesi di transito ininterrotto?
Comunque vada, se ne riparlerà dopo le elezioni...
Isabella Franco
Il sindaco Fabris si sente bypassato «Ma è quello che ho
sempre voluto»
Aveva addirittura interrotto il Ministro dell'Interno Enzo Bianco quando, il 6
dicembre, rendeva nota ai rappresentanti delle Forze dell'ordine e delle
Amministrazioni locali la decisione di realizzare nell'ex caserma Polonio di
Gradisca un centro di temporanea permanenza. Il sindaco di Gradisca Fabris, che
già allora aveva fatto presente come avrebbe rimesso la decisione ai suoi
concittadini e quindi al consiglio comunale, e che comunque non voleva nel suo
comune un "carcere", non ci sta ora a sentirsi "bypassato"
dall'assise di Monfalcone, anche se non nasconde una certa amarezza per il fatto
che il decreto del Ministro, finora secretato, è stato reso noto in quella
sede.
«Non è certo una novità la decisione di voler realizzare un centro di prima accoglienza - spiega il sindaco - e mi sembra di averlo comunicato con una certa chiarezza rendendo pubblica la lettera che lo stesso ministro Bianco mi ha scritto e dove si diceva proprio questo. La legge Turco - Napolitano del resto parla chiaro, e la decisione del ministro era piuttosto un'imposizione. La Lega sta strumentalizzando la vicenda e con questo non voglio fare altre dichiarazioni».
Aldilà delle evoluzioni verbali sui termini, comunque, resta il fatto che le idee sul centro sono ancora molto confuse e comunque, in una certa misura, sono state riviste. Per quanto riguarda i tempi, ad esempio, non c'è chiarezza, sia che si parli di prima accoglienza che di trattenimento. Bianco aveva fatto previsioni fin troppo ottimistiche che, spiegano dalla Prefettura e dal Ministero, non tenevano conto del passaggio delle consegne dai militari e dell'adeguamento strutturale.