Su
un cartellone spicca il volto di un iracheno. E’ Ben Kalifa, un giovane
clandestino che si è trovato costretto a vendere i propri denti per trovare il
denaro necessario per pagare il viaggio fino in Italia. Accanto alla sua storia,
le foto della stanza della caserma Massarelli con i clandestini stipati in
attesa del fotosegnalamento e del decreto di espulsione. Quindi una domanda: «E’
umano tutto questo?».
Da questo interrogativo è nata ieri una manifestazione che ha raccolto una
quarantina di giovani provenienti anche da Trieste, Monfalcone e Padova proprio
dinanzi a quella caserma che è divenuta, di fatto, il simbolo goriziano - ma
anche italiano - dell’emergenza clandestini. Un interrogativo che, nonostante
i diversi blitz compiuti da diversi parlamentari, attende ancora una risposta.
Intanto uno spunto di riflessione è venuto dal Movimento ecologista studentesco
«Terre offese» e dal Forum permanente per i diritti dei migranti che, assieme
ai Giovani comunisti, volantini alla mano hanno presidiato la caserma dinanzi al
valico di Casa Rossa.
Una delegazione ha anche tentato di visitare la Massarelli per verificare di
persona le condizioni d’assistenza dei clandestini. Le intenzioni hanno dovuto
però cedere il passo alla burocrazia che non concede l’immediato ingresso a
certe strutture se non a parlamentari e consiglieri regionali. Ma la delegazione
- che ieri doveva essere composta dall’assessore provinciale al territorio
Alessando Bon, dal consigliere provinciale di Rifondazione comunista Luigi Bon,
dal consigliere comunale Ottavio Romano e da due rappresentanti delle
associazioni promotrici della manifestazione - ci riproverà o quanto meno
riproporrà le istanze in occasione della prossima visita di Berlusconi e forse
anche di Brutti.
«Esigiamo l’impegno immediato delle istituzioni comunali,
provinciali e regionali per la creazione di centri d’accoglienza capaci di
garantire, nel periodo necessario per le pratiche legali, una prima assistenza
che preveda, oltre al vitto e all’alloggio, l’assistenza legale, quella
sanitaria e il rispetto della persona, valore fondamentale della nostra
Costituzione», si leggeva nel documento che è stato consegnato anche al
questore Umberto d’Acierno, in un invito a innescare una gara di solidarietà
che coinvolga tutta la società civile nella creazione di mini-centri di
accoglienza.
E sempre in tema di clandestini, sono stati 77 i clandestini fermati ieri dalle
forze dell’ordine (dei quali 53 dalle Volanti, 14 dalla polfrontiera, 8 dalla
Polfer e 2 dalla Guardia di finanza) la maggioranza dei quali era di origine
turca.
Infine il Sap che, nel denunciare l’assenza di collegamento
con il Ced della polizia al valico di prima categoria di Vencò (indispensabile
per il controllo di chi vi transita), riferendosi a episodi avvenuri alla
Massarelli si è chiesto «se si stia cercando di invogliare il personale a non
trovare i clandestini per dimostrare che non ci sono problemi».