del 26 novembre 2000

 

CRONACA DI GORIZIA

 

Una quarantina di giovani ha voluto così denunciare l’urgente necessità di un Centro di prima accoglienza

Massarelli, un presidio in nome della civiltà

Intanto il Sap denuncia: «Ci invogliano a non rintracciare i clandestini»


Su un cartellone spicca il volto di un iracheno. E’ Ben Kalifa, un giovane clandestino che si è trovato costretto a vendere i propri denti per trovare il denaro necessario per pagare il viaggio fino in Italia. Accanto alla sua storia, le foto della stanza della caserma Massarelli con i clandestini stipati in attesa del fotosegnalamento e del decreto di espulsione. Quindi una domanda: «E’ umano tutto questo?».
Da questo interrogativo è nata ieri una manifestazione che ha raccolto una quarantina di giovani provenienti anche da Trieste, Monfalcone e Padova proprio dinanzi a quella caserma che è divenuta, di fatto, il simbolo goriziano - ma anche italiano - dell’emergenza clandestini. Un interrogativo che, nonostante i diversi blitz compiuti da diversi parlamentari, attende ancora una risposta. Intanto uno spunto di riflessione è venuto dal Movimento ecologista studentesco «Terre offese» e dal Forum permanente per i diritti dei migranti che, assieme ai Giovani comunisti, volantini alla mano hanno presidiato la caserma dinanzi al valico di Casa Rossa.
Una delegazione ha anche tentato di visitare la Massarelli per verificare di persona le condizioni d’assistenza dei clandestini. Le intenzioni hanno dovuto però cedere il passo alla burocrazia che non concede l’immediato ingresso a certe strutture se non a parlamentari e consiglieri regionali. Ma la delegazione - che ieri doveva essere composta dall’assessore provinciale al territorio Alessando Bon, dal consigliere provinciale di Rifondazione comunista Luigi Bon, dal consigliere comunale Ottavio Romano e da due rappresentanti delle associazioni promotrici della manifestazione - ci riproverà o quanto meno riproporrà le istanze in occasione della prossima visita di Berlusconi e forse anche di Brutti.

«Esigiamo l’impegno immediato delle istituzioni comunali, provinciali e regionali per la creazione di centri d’accoglienza capaci di garantire, nel periodo necessario per le pratiche legali, una prima assistenza che preveda, oltre al vitto e all’alloggio, l’assistenza legale, quella sanitaria e il rispetto della persona, valore fondamentale della nostra Costituzione», si leggeva nel documento che è stato consegnato anche al questore Umberto d’Acierno, in un invito a innescare una gara di solidarietà che coinvolga tutta la società civile nella creazione di mini-centri di accoglienza.
E sempre in tema di clandestini, sono stati 77 i clandestini fermati ieri dalle forze dell’ordine (dei quali 53 dalle Volanti, 14 dalla polfrontiera, 8 dalla Polfer e 2 dalla Guardia di finanza) la maggioranza dei quali era di origine turca.

Infine il Sap che, nel denunciare l’assenza di collegamento con il Ced della polizia al valico di prima categoria di Vencò (indispensabile per il controllo di chi vi transita), riferendosi a episodi avvenuri alla Massarelli si è chiesto «se si stia cercando di invogliare il personale a non trovare i clandestini per dimostrare che non ci sono problemi».