del 24 aprile 2001

Il servizio ha preso il via in gennaio, ma agli agenti non è ancora giunta l’indennità da parte del ministero Pattuglie miste senza stipendio

La IV zona della Polizia di frontiera rassicura: «L’iter è lungo, ma i soldi ci sono»

(F.Na.) Serpeggia un certo malcontento tra le forze di polizia che formano le pattuglie miste incaricate di sorvegliare il confine per porre un freno all’ingresso di clandestini nel nostro territorio. Il servizio è partito a metà gennaio e ancor oggi gli agenti italiani non hanno percepito una lira dal ministero dell’interno. Ma non soltanto: come rimarca il Sap (Sindacato autonomo di polizia), non si conosce ancora l’esatta cifra che spetterà a ciascun poliziotto per le operazioni di pattugliamento alla frontiera. Alla IV zona della Polizia di frontiera di Udine, cui fa capo l’organizzazione dell’opera di contrasto alla frontiera, precisano che il capitolo di spesa è stato approvato e che, pertanto, i fondi sono stati stanziati. L’iter, però, è piuttosto lungo.

Ricordiamo che il servizio di sorveglianza è costituito da tre agenti (di cui uno sloveno) per la pattuglia in territorio italiano e da altrettanti per quella in Slovenia, dove opera un poliziotto di casa nostra. Il tratto di frontiera tenuto sotto controllo è compreso fra il valico di Merna e quello di Salcano. A dire il vero, pareva che il servizio dovesse essere potenziato: tempo fa si era parlato della possibilità di aumentare il numero di agenti di pattuglia, ma, soprattutto, di autorizzare il possesso di armi. C’erano in piedi, a tal proposito, contatti fra il governo di Roma e quello sloveno. Ma fino a oggi non se ne è fatto nulla. È stata approntata una bozza d’intesa fra il ministero dell’interno e le autorità d’oltreconfine che, tuttavia, deve ancora essere approvata. Ma intanto fra gli stessi operatori di polizia c’è chi sostiene che quanti organizzano i viaggi della disperazione spingano i clandestini ad attraversare la frontiera in punti lontani dal raggio d’azione delle pattuglie, vale a dire sul Carso goriziano.
Resta il fatto che tra domenica sera e ieri sono stati intercettati più immigrati che nell’arco dell’intera scorsa settimana: cinquantasei per la precisione, la stragrande maggioranza dei quali di nazionalità turca. Si tratta di trentacinque persone, trenta delle quali facevano parte di un gruppo bloccato dalla Polizia di frontiera nel parco della Rimembranza. Tutti erano diretti alla stazione ferroviaria. Nella zona nord sono stati fermati anche iraniani, jugoslavi e iracheni. Tre soltanto sono stati riammessi in Slovenia, gli altri sono stati espulsi.