del 22 dicembre 2000
PAGINA TRE "CRONACA NAZIONALE"
Le norme varate dal Parlamento sono già da tempo prassi lungo il fronte orientale dell’immigrazione. Gorizia gioca d’anticipo su Montecitorio
Sono però 11 mila le schede arretrate che devono essere
inviate al ministero
GORIZIA - Impronte digitali da rilevare. Distinzione tra
clandestini onesti e clandestini che delinquono. Divieto di sparare sui passeur.
Sono diversi i punti che caratterizzano la nuova legge sull’immigrazione
approvata dalla Camera e che nell’aula di Montecitorio è costata il muro
contro muro tra opposizione e maggioranza, con scontri verbali e controaccuse.
Eppure a Gorizia il provvedimento legislativo è vissuto con il distacco del
deja-vu. Perchè quanto Roma ha ufficializzato, la realtà quotidiana isontina
aveva da tempo anticipato.
Con italica praticità da anni la polizia provvede a identificare gli immigrati
entrati clandestinamente nel territorio italiano. Impronte digitali e foto
segnaletica vengono attuati sulla base dell’articolo 4 del Tulps, il Testo
unico leggi di pubblica sicurezza, che consente all’autorità di Ps di
sottoporre a rilievi segnaletici le persone sospette o coloro che non sono in
grado di provare la loro identità. Un utilizzo dell’articolo 4 motivato dalla
peculiarità dei flussi migratori nell’Isontino: i clandestini, infatti, per
evitare la riammissione in Slovenia, prima di fare ingresso in Italia stracciano
i documenti o qualsivoglia atto che possa provare la loro identità e
provenienza.
«L’unica differenza è che opereremo sulla base di una normativa specifica e
non su una disciplina "generica" - spiega Angelo Obit, segretario
provinciale del Sap - E qui iniziano altri problemi. Vi sono ben 11 mila schede
arretrate che attendono di essere inviate, in via telematica, al Ministero.
Siamo arrivati a maggio, quando i clandestini fermati erano solo 4 mila. I
problemi nasceranno quando si arriverà all’arretrato che si sta accumulando
da agosto quando, in soli tre mesi, abbiamo identificato oltre 10 mila
extracomunitari».
Più soddisfatto il segretario isontino del Siulp Giovanni Sammito che, archiviando le impronte digitali come una «non notizia», ha sottolineato le prospettive che nascerano dalla possibilità di infiltrare agenti nelle organizzazioni criminali e di arrestare i clandestini espulsi in seguito a una condanna penale e «pizzicati» al loro reingresso illegale in Italia. «Se la legge fosse stata promulgata prima, secondo la nostra esperienza - osserva Sammito - almeno il 15% dei clandestini fermati nell’Isontino sarebbero stati arrestati».
Ieri, infine, sono stati 95 (dei quali 9 donne e 11 bambini) gli extracomunitari fermati dalla polizia. Il gruppo più folto era costituito dagli iraniani.
Roberta Missio