del 21 novembre 2000

 

CRONACA DI GORIZIA

 

CLANDESTINI. È la promessa dell’onorevole Franz in visita alla Massarelli
«Parlerò con Bianco»

Il parlamentare ha definito «aberrante» quanto visto in caserma


di FLAVIO NANUT

 

«Bisognerebbe portare qua il ministro dell’interno Bianco e fargli vedere di persona in quali condizioni siete costretti a operare. Molto spesso fra la nobile arte della politica e la realtà quotidiana esiste un abisso»: la visita di ieri alla caserma Massarelli dell’onorevole di Alleanza nazionale, Daniele Franz, si è conclusa con questa battuta. Triste, se si vuole, ma perfettamente aderente alla situazione che agenti ed extracomunitari stanno vivendo, da diverso tempo a questa parte, in una città trasformatasi in una porta spalancata verso Est. Le visite di parlamentari alle strutture di Polizia goriziane si susseguono a ritmo incessante: Franz è l’ultimo di una serie di esponenti del mondo della politica venuto a vedere con i propri occhi quanto sta accadendo in un angolo d’Italia in cui, dall’inizio dell’anno, sono stati presi, schedati e allontanati circa 13 mila clandestini.

«È aberrante, sapevo che c’erano dei problemi ma non avrei immaginato che avessero tali dimensioni», ha commentato Franz durante la visita alla caserma, accompagnato dal vicequestore Renato Giuliano e dai massimi dirigenti del Sindacato autonomo di Polizia, Franco Maccari e Angelo Obit. «Questa struttura – ha detto l’esponente di An riferendosi alla Massarelli – mi sembra una colonia». Una "colonia" visitata quotidianamente da cinquanta (quando va bene), se non centinaia (quando va male) di disperati che, dopo un viaggio di migliaia di chilometri, vengono intercettati dalle forze dell’ordine. Dove? «Ma nei soliti punti», ha precisato il responsabile della Polizia di frontiera, Luigi Amorosa: «La zona della stazione della Transalpina, il valico agricolo del Rafut e lungo la statale, dove al posto della rete c’è un buco capace di far passare un camion. L’esercito al confine? Non servirebbe».
Il sindacato ha chiesto al parlamentare strutture adeguate per gestire l’emergenza. A cominciare dai supporti informatici: «Sono allibito – ha detto Franz – nel vedere che una agente di Polizia prende le impronte degli immigrati usando l’inchiostro e un macchinario che poteva andar bene all’epoca di Bisanzio». Ma non basta. «Mi rendo conto – ha aggiunto l’onorevole di An – che i poliziotti non possono diventare degli assistenti sociali. L’impegno, quantunque da elogiare, sul fronte dell’immigrazione, finisce inevitabilmente – ha aggiunto – per indebolire la presenza e la vigilanza delle forze dell’ordine sul territorio».

E non mancano gli aspetti comici di una vicenda che è tutt’altro che ridicola: quando un clandestino chiede di espletare i propri bisogni fisiologici (alla Massarelli hanno costruito quattro latrine "chimiche"), deve essere accompagnato da un agente. Andata e ritorno. Come in asilo. E se a chiederlo in una mattinata sono in quaranta o cinquanta... Poi ci sono le fotosegnalazioni da inviare a Roma: «I tempi sono troppo lunghi – hanno rimarcato i rappresentanti del Sap – per cui abbiamo arretrati spaventosi con 9.000 persone segnalate qui, ma mai registrate a Roma.

E, infine, il discorso di una struttura adibita ad accogliere questa gente. Il Sap chiede un centro di smistamento e non uno di temporanea permanenza. «Vorrebbero farlo da 80 posti. Non basterebbe neppure a ospitare i clandestini di un giorno». In un quadro che Franz ha definito «devastante», il rappresentante di An ha lasciato Gorizia con una promessa: «Parlerò con Bianco e gli presenterò una relazione su ciò che ho visto oggi».