del 19 gennaio 2001
CRONACA DI GORIZIA
Clamorosa rivelazione del ministero dell’interno mentre è stato spedito il decreto firmato da Bianco
Clandestini: sarà centro di permanenza
Non si parla più di semplice accoglienza per l’ex caserma Polonio di Gradisca
di FLAVIO NANUT
«Quello di Gradisca sarà un centro di temporanea permanenza
e assistenza. I clandestini vi soggiorneranno in attesa di essere rimpatriati»:
poche parole ma che rischiano di pesare come un macigno. A pronunciarle, nella
tarda mattinata di ieri, è stato un funzionario del ministero dell’interno,
molto vicino al responsabile del Viminale, Enzo Bianco. È un’affermazione
importante, che potrebbe fare finalmente chiarezza sul ruolo dell’ex caserma
"Ugo Polonio", scelta dallo stesso ministero per far fronte all’emergenza-clandestini.
Ma, almeno fino a ieri, si era sempre parlato di una struttura di prima
accoglienza, destinata a ospitare gli immigrati per pochi giorni. Era stato lo
stesso ministro Bianco a usare tale definizione nel corso nel maxi-vertice fra
forze dell’ordine, amministratori e sindacati di Polizia che si era tenuto in
Prefettura lo scorso 6 dicembre. E, in quella stessa occasione, il ministro
aveva sì parlato di un centro di temporanea permanenza (o permanenza
obbligatoria, che dir si voglia), ma precisando che sarebbe stato realizzato in
un’altra parte dell’Isontino e, soprattutto, in un secondo momento.
Cosa è succcesso nel frattempo? Il 30 dicembre lo stesso Bianco ha firmato il decreto relativo all’insediamento della struttura a Gradisca. Ma quel pezzo di carta non è ancora giunto sul tavolo del prefetto. «Lo sarà a giorni perché è stato spedito da poco», si è affrettato a sottolineare il funzionario ministeriale. Nel frattempo, alcune forze politiche come Rifondazione e la Lega (ne riferiamo in questa stessa pagina) dichiaravano che la questione «puzzava di bruciato». Sospettavano, cioè, quello che sembra essere diventata una certezza: la "Ugo Polonio" tornerà in vita, ma come centro di permanenza obbligatoria. Cosa significa? Che la permanenza dei clandestini al suo interno sarà per un periodo di almeno venti giorni (non potranno mai uscire). E su richiesta del questore, la magistratura potrà prorogare il termine fino a un massimo di ulteriori dieci giorni. Particolari, questi, che si deducono leggendo alcuni articoli della legge Turco-Napolitano e, in particolare, il numero 12, dove si parla espressamente di "centro di temporanea permanenza e assistenza costituito con decreto del ministro dell’interno": ciò avvalorerebbe quanto dichiarato ieri dal funzionario romano.
In poche parole è quanto, da quello che si è capito, accadrà a Gradisca. Certo, prima di pronunciare una parola definitiva in merito bisognerà aspettare che il decreto di Bianco giunga a Gorizia. Ma, intanto, non è difficile ipotizzare una dura reazione da parte degli amministratori di Gradisca, sindaco Fabris in testa, se il progetto dovesse assumere queste connotazioni. Il consiglio comunale della cittadina si è espresso, lo ricordiamo, contro ogni possibile creazione di una struttura di permanenza obbligatoria, «più simile a un carcere – è stato rimarcato – che a un luogo di accoglienza, con evidenti problemi relativi alla sicurezza». E, allora, viene da chiedersi: perché, a dicembre, davanti ai cronisti, il ministro ha espressamente parlato di un centro di accoglienza, da realizzarsi subito e alla "Polonio"?