del gennaio 2001

 

CRONACA REGIONALE

Subito guasto l’elicottero (come da profezia del Sap)


GORIZIA - Sindacalisti in versione Cassandra. La figlia di Priamo era condannata a profetizzare sciagure senza essere creduta, il Sap ha annunciato guasti che si sono materializzati nell’arco di 24 ore. Protagonista il «famoso» elicottero Agusta (nome in codice Poli 58) reo di essere stato inviato a pattugliare il confine italo-sloveno con sole 10 ore-volo di autonomia prima della revisione. «Non è sicuro», avevano tuonato i sindacalisti.

Detto, fatto. Anche se, fortunatamente, non con esiti gravi. L’Agusta modello 109, infatti, doveva affiancare gli equipaggi misti in occasione della prima notte di pattugliamenti. Appena alzati in volo da Ronchi, però, i due piloti assieme a un tecnico specialista hanno dovuto scendere subito a terra: la strumentazione di bordo aveva segnalato un guasto all’orizzonte artificiale. Addio ai pattugliamenti, almeno per qualche ora. In precedenza, era stato segnalato qualche problema al rotore di coda, che causava un eccessivo consumo di olio, risolto facilmente dal personale specializzato giunto dal reparto volo di Venezia.

 

Gorizia, sette clandestini rintracciati in Italia e sedici fermati in Slovenia
Di notte lungo la frontiera: promosse le pattuglie miste


GORIZIA - Era la prova del fuoco. Perché è proprio di sera che il confine goriziano si presenta in tutta la sua disarmante vulnerabilità. Come in un esame, le pattuglie miste italo-slovene hanno affrontato la prima notte di vigilanza congiunta. Esito: promossi. Prove a carico: sette clandestini rintracciati in Italia, 16 iraniani fermati in Slovenia.
Sei ore che sono scivolate via senza intoppi, in un’intesa operativa che neppure il ministro Enzo Bianco (accusato da alcuni sindacati di polizia di aver organizzato «un’operazione di facciata») avrebbe osato sperare. Anche i contatti via radio e cellulare, che lunedì pomeriggio avevano sofferto di qualche «buco» di rete, non hanno subito intoppi.

I numeri non sono certo eclatanti, soprattutto in una Gorizia abituata a rintracci a tre cifre, ma rappresentano l’essenza dell’iniziativa. I sette clandestini (due turchi e cinque uomini della Sierra Leone) sono stati infatti bloccati al valico agricolo di Rafut grazie alla segnalazione giunta proprio dalla pattuglia che operava oltreconfine.

Non solo. Grazie alla presenza dell’agente sloveno che ha potuto testimoniare la provenienza degli extracomunitari, la richiesta di riammissione è stata accolta nell’arco di poche ore.

A Nova Gorica, invece, si è replicato l’appostamento alla stazione delle corriere che lunedì aveva consentito di fermare i tre zingari magiari. Puntualmente, da una corriera proveniente da Lubiana sono scesi, in due diversi momenti, 16 iraniani (7 uomini, 4 donne, 5 bambini) che si erano allontanati dal Centro di accoglienza. Interrogati prima di essere riaccompagnati a Lubiana, i clandestini hanno ammesso di essere diretti in Italia da dove volevano raggiungere la Francia.

Da ieri pomeriggio - le pattuglie miste sono entrate in azione nuovamente dalle 13 alle 19 - si è così entrati nella routine. E già si guarda oltre. I controlli saranno infatti allargati via via a diverse «zone calde» lungo quei 55 chilometri di fascia confinaria che ricadono sotto la giurisdizione del settore di Gorizia della Polfrontiera (da Mernico a Dosso Giulio in comune di Jamiano). Saranno poi sperimentate altre fasce orarie, anche se la sera e la notte rimangono i momenti privilegiati, e verrà rafforzata la collaborazione operativa con le pattuglie ordinarie e in borghese.

Ma c’è di più. Grazie ad alcuni elementi acquisiti recentemente, le due polizie starebbero ora attuando quella che rappresenta la prima, vera indagine transfrontaliera.
Roberta Missio