del 17 gennaio 2001

 

CRONACA DI GORIZIA

Sap: «La "Polonio" pronta fra sei mesi»

I tempi si allungherebbero per elaborare un progetto e aggiudicare poi le gare d’appalto


di FLAVIO NANUT

Si tinge di "giallo" la trasformazione dell’ex caserma "Ugo Polonio" di Gradisca in centro di accoglienza per clandestini. Cominciamo col dire che il "famoso" decreto firmato dal ministro dell’Interno Enzo Bianco, alla fine di dicembre, non è ancora giunto sul tavolo del prefetto. Soltanto allora potranno cominciare i lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’ex edificio militare. Fino a ieri si era sempre pensato che, viste le condizioni della caserma, in quindici giorni le opere sarebbero state portate a termine: in buona sostanza, bisogna fare gli allacciamenti alle reti del gas, della luce, dell’acqua e del telefono, dare una ripulita alla cinque palazzine e all’area verde esterna. Questa, lo ripetiamo, era l’opinione che si era fatta strada all’indomani della decisione del ministro di far insediare il centro in quella caserma.

Ma il Sap (Sindacato autonomo di Polizia) fa capire che le cose potrebbero anche andare diversamente. O, almeno, così sembra. Angelo Obit, segretario provinciale del sindacato, è stato ricevuto l’altro giorno, prima che partisse l’esperimento delle pattuglie miste, dal prefetto. «In quell’occasione – afferma – ho avuto l’impressione che i tempi per rendere operativa la "Ugo Polonio" si allungheranno di parecchio. Sia chiaro: il prefetto non si è sbilanciato nel fornire date. Ma quando si afferma che, dopo l’arrivo del decreto, bisognerà affidare al Genio il compito di redigere un progetto e che a questo seguiranno le gare d’appalto per la concessione dei lavori con i tempi burocratici che questi obblighi in genere comportano, allora si capisce che parlare di quindici giorni è decisamente fuori luogo. A mio avviso, se le cose stanno così – afferma Obit – ci vorranno almeno sei mesi...». E poi c’è il problema del personale: «Non c’è stato alcun rafforzamento degli organici – annuncia il Sap – e l’arretrato degli inserimenti fotosegnaletici e dell’archivio Schengen è rimasto tale. E poi l’elicottero utilizzato per le pattuglie miste (un Ps 58) ha solo dieci ore di volo prima della programmata revisione... ».

Ma, allora, come stanno le cose? Eè la Lega a dire di saperlo: parlerà nel corso di una conferenza stampa, in programma domani. «Finora – sostiene il commissario Federico Razzini – si è voluto confondere le idee all’opinione pubblica, ma la realtà è ben diversa da quella raccontata dal sindaco di Gradisca e dal Ministero».