del 15 gennaio 2001
Il servizio di sorveglianza si muoverà sul confine, cercando di intercettare le persone sospette. Ma secondo il Sap «è solo un rimedio di facciata»
Gorizia, poliziotti contro le pattuglie miste
Gli agenti iscritti al Sindacato autonomo seguiranno
provocatoriamente i colleghi
GORIZIA - Ideate, annunciate, contestate e ora... duplicate. Non c’è proprio pace per le pattuglie miste italo-slovene. Debutteranno solo oggi, ma già rappresentano un «caso». Su un fronte il ministero dell’Interno, dall’altro i sindacati di polizia e in particolare il Sap (Sindacato autonomo di polizia) che ha bocciato l’iniziativa giudicandola «un’azione di mera facciata». Ma le proteste, evidentemente, non bastano. Ed ecco la provocazione, ironica e beffarda: un contro-pattugliamento della fascia confinaria.
Appuntamento, dunque, alle 13 di oggi, quando la prima
«pantera», quella ufficiale, partirà da Casa Rossa. A bordo due poliziotti
italiani e un collega sloveno. Fino alle 18 controlleranno una decina di
chilometri sui 248 di confine. L’attenzione di concentrerà sui punti più
«caldi», tra il valico di Merna e quello di Salcano: squarci nelle reti,
sbarre alzate e limiti territoriali «fantasma» che l’esperienza vuole al
centro dei passaggi clandestini. Dalle 18 e fino a mezzanotte, entrerà in
azione la seconda pattuglia, sempre composta da tre uomini (due sloveni e un
italiano non armato), in territorio sloveno. La base operativa sarà nel settore
di Polizia di frontiera rispettivamente di Casa Rossa e di Nova Gorica. In
azione anche un elicottero abilitato al volo notturno, oltre ovviamente alle
pattuglie ordinarie.
In futuro, secondo i programmi, le pattuglie miste potrebbero agire su un arco
temporale più ampio, aumentare di numero e controllare una fascia di confine
più estesa.
Nessuno, a Roma come a Gorizia o a Udine, dove ha sede la Quarta zona
polfrontiera diretta dal dottor Giuseppe Padulano - è giusto dirlo - s’illude
di risolvere così l’emergenza clandestini. È una goccia, però, in quel mare
di rapporti transfrontalieri ancora tutto da regimentare. Un modo, insomma, per
gestire in forma equilibrata e coerente il flusso degli immigrati e soprattutto
il grave problema dei respingimenti.
L’iniziativa, dal carattere sperimentale, sarà valutata nella sua efficacia
fra un mese. Eppure c’è già chi ha emesso una sentenza di condanna che non
prevede appello. È il Sap il cui segretario nazionale Franco Maccari sarà oggi
a Gorizia per una conferenza stampa dinanzi alla caserma Massarelli. Rischi
operativi, fascia chilometrica limitata, assenza di personale di rinforzo,
«discriminazioni» dettate dalla mancata conoscenza della lingua slovena: sono
alcuni punti della protesta che porterà un manipolo di agenti «dimostranti» a
pattugliare il confine in contemporanea con i servizi ufficiali.
Lo faranno in territorio sloveno, disarmati come i loro colleghi chiamati in
servizio. Un modo per dimostrare la pericolosità del pattugliamento qualora l’equipaggio
si imbattesse in criminali veri e propri e non solo in clandestini disperati.
Roberta Missio