del 14 novembre 2000

 

CRONACA DI GORIZIA

 

IMMIGRATI. Al Senato interrogazione di Moro al ministro dell’interno sulla situazione al confine Goriziano

La Lega a Bianco: «Fai qualcosa»

L’esponente del Carroccio: ci sono motivi di tensione all’interno della dirigenza della questura


«Non possiamo tacere dopo aver visto quanto accade a Gorizia. Il fenomeno dell’ingresso illegale di extracomunitari ha assunto dimensioni impensabili ed è ormai sfuggito di mano»: Francesco Moro, senatore della Lega, era in città sabato scorso. E con lui l’altro rappresentante del Carroccio, Rinaldo Bosco. Erano venuti per capire fino a che punto la situazione al confine goriziano fosse grave. E hanno constatato che lo è. E di molto. Nel pomeriggio di ieri, lo stesso senatore della Lega ha rivolto in aula un’interpellanza al ministro degli Interni, Enzo Bianco, allo scopo di sapere cosa intenda fare per porre rimedio al drammatico "caso" della frontiera goriziana.
Moro vuole anche conoscere quali siano i provvedimenti assunti dal questore, suddivisi per mese, a partire dal 1999 e relativi a rilasci, rinnovi e revoche di permessi o carte di soggiorno. Quanti siano stati i respingimenti alla frontiera e quante le espulsioni con accompagnamento dei clandestini al confine da parte della forza pubblica. Ma non basta: il senatore del Carroccio intende sapere il numero esatto dei clandestini fermati nella sola Gorizia e se sia stata presa in considerazione la possibilità di istituire un centro di smistamento «tale da consentire un minimo di organizzazione di tutte le operazioni in condizioni almeno sufficienti per espletare tutte le necessarie formalità». E qui Moro affronta la delicata questione dell’utilizzo di parte della caserma Massarelli come centro di primissima accoglienza. «Si è tentato di attrezzare alcuni locali – si legge nell’interrogazione – utilizzando vani già adibiti a uffici operativi con conseguenti disagi per gli stessi operatori costretti, talvolta, a forzate coabitazioni».

Il senatore della Lega sostiene che i locali «comunque messi a disposizione sono insufficienti a garantire condizioni decenti di salubrità, riservatezza e di quelli che dovrebbero essere gli "standard" previsti dalla legge. A detta di Moro, ciò determina anche l’impossibilità di aggiornamento dei dati rilevati nei terminali del ministero. «Attualmente – è riportato nell’interrogazione – il ritardo supera abbondantemente i 90 giorni per cui il decreto di espulsione che viene notificato ai clandestini costituisce un vero e proprio lasciapassare per un minimo di 14 giorni, prorogabili di fatto con la semplice distruzione dello stesso documento, facendo attenzione a non farsi riprendere dagli agenti della questura».

Moro parla anche di «motivi di tensione all’interno della dirigenza della questura» e chiede al ministro Bianco se gli accordi bilaterali di riammissione con la Slovenia siano soddisfacenti o se si ritenga di provvedere a delle modifiche, visto che le intese stipulate a suo tempo con la vicina repubblica «sembrano risentire di un atteggiamento ostile da parte di quelle autorità in merito all’accettazione di extracomunitari che hanno varcato la frontiera».

 

IMMIGRATI. Il presidente del comitato di controllo potrebbe giungere in città nei prossimi giorni

E si muove anche Schengen


Dopo quelle del vicepresidente della Camera e di due senatori leghisti, nei prossimi giorni Gorizia potrebbe ricevere la visita del presidente del comitato di controllo sull’attuazione e l’applicazione dell’accordo di Schengen, l’onorevole Fabio Evangelisti. Quest’ultimo è stato sollecitato a prendere tale iniziativa da una lettera del senatore Francesco Moro, della Lega, anch’egli giunto da queste parti per vedere con i propri occhi la situazione alla frontiera. «Come ti sarà noto – scrive Moro a Evangelisti – il numero dei clandestini che vengono rintracciati dalla forze dell’ordine ha assunto una crescita preoccupante, raggiungendo la media di circa 100 il giorno con alcune punte di 200. È di tutta evidenza – si legge nella missiva – la gravità del fenomeno e la particolare attenzione che il comitato da te presieduto deve prestare a una situazione che sta provocando notevoli tensioni anche fra le strutture operative impegnate nella lotta all’ingresso illegale degli extracomunitari».
Nella missiva si fa, quindi, riferimento alla necessità di istituire un centro di assistenza, per il quale «si è innestato un fiume di polemiche». E Moro suggerisce a Evangelisti di effettuare dapprima un sopralluogo alla struttura di "Ponte Galeria", situata a pochi passi da Fiumicino, «del quale si dice sia un centro "modello" per simili emergenze». Poi, continua Moro, con un successivo sopralluogo a Gorizia ci si potrà rendere conto di come finora sia stata affrontata la questione. «A Gorizia ho potuto parlare – si confessa il senatore del Carroccio – sia con il questore sia con i rappresentanti delle forze dell’ordine e ti assicuro che le posizioni sono molto distanti. Una cosa è certa: le forze di Polizia non sono nelle condizioni di svolgere in maniera adeguata i propri compiti per la mancanza di personale e attrezzature idonee a contrastare il fenomeno».

Insomma, a Roma qualcosa, in un modo o nell’altro, finalmente si muove a dimostrazione del fatto che Gorizia è diventata un caso nazionale. Oltre a quella di Evangelisti, si parla con sempre maggior insistenza di una visita dei quattro leader della Casa delle libertà, Berlusconi, Fini, Bossi e Casini, che dovrebbe avvenire sabato 25. E, a tre mesi dalla sua ultima presa di contatto con queste terre, pare che il sottosegretario agli Interni, Di Nardo, farà ritorno nel capoluogo isontino entro la fine dell’anno. Sarà un’ulteriore occasione per parlare di una struttura di accoglienza che il ministero vuole collocare nella nostra città, o comunque in provincia, nei primi mesi del 2001 così come previsto da un particolareggiato dossier (di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi) che trova posto in una delle stanze dello stesso ministero.