del 14 gennaio 2001
CRONACA DI GORIZIA
A 24 ore dall’avvio dei pattugliamenti misti, ieri è stato accolto il respingimento di 13 immigrati sui 15 rintracciati
Clandestini, la Slovenia collabora
L’iniziativa transfrontaliera nelle diverse posizioni dei sindacati di polizia
La protesta del Sap
Tutto è dunque pronto per l’avvio, domani alle 13, dei pattugliamenti italo-sloveni. Un debutto che sarà però segnato dalla protesta del Sindacato autonomo di polizia. Alla presenza del segretario nazionale Franco Maccari e di quello isontino Angelo Obit, alle 12.15 dinanzi la Caserma Massarelli, si terrà una conferenza stampa durante la quale verranno presentate alcune iniziative che verranno intraprese per la tutela dei poliziotti, «sicurezza che è stata ignorata da chi ha sottoscritto gli accordi unicamente in funzione dell’apparenza anziché della concretezza». Secondo il Sap, infatti, il servizio italo-sloveno rappresenta «una mera operazione di facciata, frutto di accordi frettolosi per garantire l’impressione al cittadino che la problematica venga degnamente affrontata».
Giudizio positivo dal Siulp
Di attesa, invece, l’atteggiamento del Siulp che giudica gli equipaggi la naturale e positiva evoluzione dei precedenti accordi transfrontalieri. «Le unità miste di vigilanza - ricorda Sammito, segretario isontino del Siulp - si sono rivelate molto utili sul versante italo francese. Tentativi analoghi vengono fatti ai confini con l’Austria, mentre sono operative da tempo tra la Germania e la Polonia. La pattuglia non sarà disarmata, semmai lo sarà l’unico operatore su tre che opererà all’estero. Il servizio prevede comunque una fase sperimentale: appare quantomeno inopportuno esprimese giudizi affrettati o o peggio alimentare sentimenti di sfiducia».
Il Lisipo striglia Roma
«Perché l’amministrazione della polizia di Stato non si decide a mandare il personale operante ai confini a frequentare corsi, anche a livello inferiore, della lingua del paese confinante, al fine di migliorare i rapporti sia con la polizia sia con i cittadini in transito?», si chiede il segretario provinciale Mario De Marco in una note nella quale viene espresso il proprio dissenso sull’iniziativa. «Visto il latitante comportamento del Ministero, il Lisipo ritiene dunque che a far parte di queste pattuglie ci possa andare tutto il personale anche se non a conoscenza della lingua slovena, in quanto la gran parte dei poliziotti sloveni conosce l’italiano».