del 8 gennaio 2001
Critiche alle modalità del servizio da parte del Sap
«Le pattuglie miste rallenteranno solo di qualche ora gli immigrati»
«Proprio in un momento in cui il Paese chiede maggiore legalità nei confronti
dell’immigrazione clandestina, ecco che si organizzano operazioni di facciata
proprio sul territorio che nel 2000 ha visto 17 mila ingressi clandestini
documentati: quello del comune di Gorizia. Per sole sei ore al giorno opereranno
delle pattuglie miste sia nel territorio italiano che in quello sloveno. L’approssimazione
degli accordi e la fretta della loro stipula ha determinato che solo un’infinitesima
parte del territorio del confine del Nord-Est sarà garantita da questo servizio
(nemmeno 10 chilometri sui 248 di confine) e vieppiù i poliziotti italiani
opereranno nel territorio straniero disarmati. Incredibile ma vero, solo qualche
settimana dopo che alla Camera dei deputati si stava discutendo se autorizzare l’uso
delle armi contro gli scafisti, in questa parte del territorio si è deciso di
disarmare la polizia»: è la critica che il Sap rivolge al ministero dell’interno
per iniziativa del segretario provinciale, Angelo Obit.
Discutibile, secondo quest’ultimo, è anche il fatto che i poliziotti che opereranno oltreconfine dovranno conoscere lo sloveno, «in quanto sino a oggi il ministero non ha mai riconosciuto, nemmeno sul foglio matricolare, la conoscenza di tale lingua come avviene per il tedesco in Alto Adige e per il francese in Valle d’Aosta». A detta del Sap, gli stranieri irregolari rintracciati potranno anche agevolmente essere riammessi in Slovenia, per ritentare con maggior fortuna l’ingresso in Italia negli altri 238 chilometri «ma, ne siamo certi, non saranno mai rimpatriati nei loro Stati d’origine. Potranno continuare tranquillamente ad atterrare con voli charter all’aeroporto di Sarajevo per poi indirizzarsi verso i nostri confini: le pattuglie miste potranno rallentarli di qualche ora».