del 6 novembre 2000

 

CRONACA DELL'ISTRIA, LITORALE QUARNERO

 

Protesta del sindacato che ha indirizzato una lettera al governo, chiedendo che venga inoltrata anche a Croazia e Ungheria, che hanno sguarnito i confini

Allarme clandestini in Slovenia, i poliziotti si sentono soli



LUBIANA - La polizia slovena torna alla carica: il sindacato scende in campo per lanciare l’allarme contro il continuo passaggio illegale della frontiera. Nelle regioni Nord-orientali, che confinano con Ungheria e Croazia, la questione sta assumendo i connotati di un dramma. Gli immigrati fermati giornalmente, sono centinaia. I primi ad avere contatti con questi disperati sono gli agenti di polizia. Pur cercando di osservare le più elementari norme igieniche, si dicono scarsamente protetti. Non sono vaccinati contro le principali malattie contagiose. Di recente un quotidiano sloveno aveva parlato di rischi concreti per la diffusione di virus mortali. Notizie non confermate, avevano indicato un caso di ebola, riscontrato durante i controlli dopo l’arresto dell’ennesimo gruppo di immigrati africani. Il sindacato non ha mancato poi di rilevare, le numerose ore straordinarie che i poliziotti sono chiamati a fare, ottenendo compensi parziali. Sentendosi soli i poliziotti si sono rivolti più volte al governo. In particolare, avevano chiesto un incontro con il premier Andrej Bajuk, che però non li ha ricevuti. Alle autorità di Lubiana hanno indirizzato una lettera di protesta, che desiderano sia inoltrata anche ai governi di Croazia e Ungheria. Le polizie di questi due stati, secondo i poliziotti sloveni, non farebbero tutto quanto possibile per arginare lo sconfinamento di migliaia di clandestini. Il sindacato di polizia non intende inasprire, per il momento la protesta. L’esecutivo in carica temporaneamente, sino alla nomina del nuovo Consiglio dei ministri, ha poteri limitati. ma se la vertenza non sarà risolta in tempi brevi, non sono escluse agitazioni.